L’opinione - Smontiamo Saviano, il successo gli ha dato alla testa

L’opinione – Smontiamo Saviano, il successo gli ha dato alla testa

L’opinione – Smontiamo Saviano, il successo gli ha dato alla testa

mercoledì 24 Novembre 2010 - 09:00

Smontiamo Saviano, perché evidentemente il successo di qualche libro pubblicato gli ha dato alla testa.

Smontiamo Saviano,perché il suo programma offende la natura democratica del nostro paese.

Smontiamo Saviano perché la sua saccenza offende tutti quegli italiani che per dire la loro, non hanno bisogno di un programma in cui nessuno li contesta, ma lo fanno spontaneamente insieme agli altri senza temere confronti.

Smontiamo Saviano perché nessuno ha bisogno di lezioni sulla mafia e sui suoi affari. La gente lo sa, lo ha sempre saputo e lo ha anche gridato a costo della vita prima di lui e ancora più forte, senza temere di camminare per strada sprovvisto di scorta.

Smontiamo Saviano perché è solo un prodotto pubblicitario, uno strumento di un clima mediatico avvelenato, utile in questo momento ad una sinistra che non sa cosa fare, dove andare e soprattutto con chi.

Una sinistra che millanta di essere detentrice di quei valori e di quei diritti che puntualmente nel programma del giovane scrittore, vengono negati, come il diritto di replica; dove non c’è spazio per il pensiero altrui ma solo l’imposizione del proprio.

E questa sarebbe la cultura di cui tanto la sinistra si vanta? Allora vi è un chiaro segnale di incomprensione. Cultura vuol dire arricchirsi, fare la spesa e riempire il carrello di tutto ciò che ti serve, di tutto ciò che non conosci, farlo tuo, acquisirlo, codificarlo e nutrire la mente giorno giorno, senza per questo assurgere a dio in terra… Senza per questo avere la velleità e la presunzione di sapere tutto. Perché, sbaglio, o non si finisce mai di imparare? E cosa impari se parli da solo senza chiedere alla gente cosa ne pensa?

Non è tempo di sapientoni né di improbabili ciceroni. La gente non ha bisogno di sentire chiacchere sterili volte solo a soddisfare l’ego di chi le proferisce…. Ma è tempo di sinergie e di confronti continui, per giungere a soluzioni concrete.

Non sono le parole o le accuse gratuite al capro espiatorio di turno che possono risanare un tessuto sociale malato, radicato e incacrenito.

Saviano di questo, si limita a dare la colpa alla mafia e alla politica malata, dimenticando,volontariamente o meno non spetta a me giudicarlo, che i veri responsabili, sono coloro che nutrono questi meccanismi permettendogli di raffozzarsi quotidianamente. E sono proprio le persone che non sanno dire di no, quelli che si vendono per un pacco di pasta, per un po’ di buoni di benzina o per un misero posto di lavoro che incrementano le tasche di quelli che Saviano giustamente accusa, ma che rappresentano solo la punta di un icesberg. La mafia e la politica del malaffare si nutrono delle abitudini e della mentalità naturalmente sottomessa e piagnona della povera gente, di chi ha il terrore ad alzare la testa , di chi non cambia perché gli fa comodo non cambiare, di chi vota chi gli si dice di votare.

Se la gente di Saviano, quella che lui sta bene attento a non menzionare nelle sue omelie, che è anche la mia fra l’altro dato che sono siciliana, non si deciderà a cambiare, ad autonomizzarsi a non avere paura, ad imparare a dire no, anche se converrebbe dire si…. la mafia e la brutta politica di cui tanto si parla, saranno sempre più forti.

Immaginatevi per un momento se all’improvviso, tutta la manovalanza di cui si avvale la mafia per la gestione dei rifiuti tossici in Italia si rivoltasse contro? Cosa farebbe? Li ammazzarebbe tutti? Impossibile o forse ci proverebbe, ma per quanto tempo?

Questo vorrei sentire da Saviano. Il coraggio non è insultare il potere , ma aggredire chi alla base contribuisce a renderlo sempre più forte.

Sono una giornalista , ex direttore di un giornale locale, ma soprattutto sono una siciliana che vede nel federalismo promosso dalla Lega, la vera rivoluzione, il vero cambiamento, quello che consentirebbe alla Sicilia di scrollarsi di dosso il marchio di ASSISTENZIALISMO….Quello che costringerebbe il meridione e soprattutto la mia terra a sfruttare e valorizzare quel potenziale che la caratterizza in ogni settore.

Certo, mi rendo conto che agire e spogliarsi di certe abitudini lamentose connaturate nel dna dei meridionali è proprio un impresa titanica…No grazie, troppa fatica……Saviano docet.

Anna Lo Presti

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