Il pianeta è donna. Il cinema arabo sulle donne e delle donne all'Horcynus Festival di Messina

Il pianeta è donna. Il cinema arabo sulle donne e delle donne all’Horcynus Festival di Messina

Redazione

Il pianeta è donna. Il cinema arabo sulle donne e delle donne all’Horcynus Festival di Messina

martedì 29 Luglio 2008 - 14:23

L’Horcynus Festival oggi presenterà una giornata interamente dedicata alla rassegna del Cinema Arabo e abbraccerà in maniera onnicomprensiva i tre percorsi scelti dal giornalista e critico cinematografico arabo Erfan Rashid: Il Pianeta è donna, che mette a fuoco la condizione femminile; Carcere/carceri, che mette l’accento sulle reclusioni, penitenziarie o sociali, delle donne arabe; e Omaggio al cinema dei poveri, che parla di come si fa il cinema, di come viene vissuto e della funzione sociale che ha nei paesi arabi in cui soldi e produzioni scarseggiano.

L’incontro avverrà all’interno della Torre Degli Inglesi alle 19.00.

Il regista algerino Said Ould Khelifa introdurrà la serata di cinema arabo incontrando il pubblico ed i giornalisti nell’ottica di un ulteriore approfondimento per comprendere la condizione della donna nel mondo arabo. La sessualità,la segregazione, la violenza, queste le tematiche principali sulle quali questa rassegna cinematografia ci inviterà a concentrarci.

Per la prima serata è prevista la proiezione del cortometraggio -Sabah El Full- (Dolce risveglio) dell’egiziano Sherif Binari. Il breve filmato, girato in piano sequenza, si ispira al testo di Dario Fo -Dolce Risveglio- e racconta il risveglio al mattino di Sanaa, in un giorno che sembra uguale a tanti altri. Ma dallo sviluppo dei micro eventi di questa storia, viene fuori tutta la frustrazione quotidiana di una donna le cui giornate routinarie si miscelano agli impegni che scandiscono la sua vita e la consegnano, in un giorno qualunque, ad uno stato di alienazione da cui si risveglierà.

A seguire l’attesissimo film -Amina- del regista pluripremiato yemenita Khadija Al-Salami che racconta la storia di Amina, andata in sposa a undici anni a un uomo molto più anziano di lei. A 14 anni Amina viene condannata a morte, accusata ingiustamente della morte del marito avvenuta per mano di un cugino. La condanna a morte viene rimandata perché lei è rimasta incinta dopo uno stupro all’interno del carcere. Khadija Al-Salami, riprende la storia di Amina dalle cronache dei giornali e raccoglie la sua testimonianza intervistandola in carcere.

Il film è un’aperta denuncia degli abusi giudiziari sulle donne arabe.

La serata proseguirà con la proiezione di -Gangs of Baghdad- di Aida Schlaepfer, regista irachena cresciuta in Svizzera, e -Driving to Zigzigland-, di Nicole Ballivian,una coproduzione palestinese, armena e siriana.

La Schlaepfer ha voluto documentare la vita irachena post-bellica e tracciare una mappa dei disastri psicologici sulle famiglie delle vittime e sulla gente che ha vissuto la guerra giorno per giorno nelle strade di Baghdad. Nicole Ballivian ha scritto e girato -Driving to Zigzigland-, cronaca di una giornata di lavoro di un tassista palestinese a Los Angeles.

Il film, girato fra Los Angeles e la Palestina è ispirato a una storia vera, e mostra il ritratto della battaglia sociale quotidiana di un immigrato arabo nell’America post 11 settembre.

Sul tema femminile è previsto anche l’incontro La rivoluzione non è un pranzo di gala per le 22,30 della giornata di domani del 30 luglio, dove il tema centrale sarà di cosa e’ stato il movimento delle donne e come e’ cambiato negli anni, attraverso la proiezione di “Ghiab- (assenza) di Mohammed Rashid Bu-Ali, e con una conversazione su donne, femminismo e postfemminismo con Alina Marazzi e Franca Fossati; lo sguardo femminile verrà offerto dalla visione di “Assha- (la cena) di Hussain Al Refaei, e dal film Hikaya Bahrainiya (una storia di Bahrain) di Bassam Al-Thawadi.

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