Genovese, dall’exploit alle primarie Pd con 20mila preferenze all’arresto

Genovese, dall’exploit alle primarie Pd con 20mila preferenze all’arresto

Danila La Torre

Genovese, dall’exploit alle primarie Pd con 20mila preferenze all’arresto

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giovedì 15 Maggio 2014 - 18:47

L’ex sindaco di Messina è accusato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, peculato e truffa nell’inchiesta sulla Formazione avviata dalla Procura della Repubblica di Messina. L’excursus politico di Genovese dai suoi esordi

E’ finita come peggio non poteva per Francantonio Genovese, per lui si sono spalancate le porte del carcere di Gazzi. In meno di un anno e mezzo, il deputato messinese è passato dall’exploit elettorale alle primarie del partito democratico, che lo hanno consacrato “mister 20mila preferenze”, alle manette ai polsi, autorizzate dalla “sua” Camera dei Deputati, nella quale sedeva da due legislature, nonostante quell’etichetta di “impresentabile” che, subito dopo le primarie del dicembre 2012, aveva rischiato di lasciarlo fuori dai giochi o meglio dalle liste del partito democratico per le elezioni politiche del 2013. Alla fine, però, il Comitato dei garanti decise di salvarlo, cancellando dalle liste democratiche soltanto gli altri due siciliani , Nino Papania e Mirello Crisafulli.

Troppo importante il peso di quelle 19.590 preferenze ottenute da Genovese alle consultazioni interne del Pd, dalle quali uscì come il più votato di tutta Italia. Il partito democratico preferì custodire gelosamente quel tesoretto elettorale, probabilmente non immaginando lo tzunami giudiziario, che si sarebbe abbattuto di lì poco prima sulla famiglia e qualche mese più tardi sullo stesso Genovese, con risvolti anche politici.

L’ex sindaco di Messina è accusato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, peculato e truffa nell’inchiesta sulla Formazione avviata dalla Procura della Repubblica di Messina. Il caso del deputato Pd è esploso, come un ordigno ad orologeria, proprio mentre alla guida di Palazzo Chigi c’è Matteo Renzi, che per primo, all’interno del suo partito, quando ancora era solo il “rottamatore”, aveva contestato il “sistema” Genovese.

Dinanzi alla pressante richiesta dei grillini di votare immediatamente sull’arresto, il premier toscano non ha avuto esitazioni e ha dato via libera ai suoi, pretendendo solo il voto palese, al fine di evitare imboscate che potessero nuocere elettoralmente al partito democratico. La coincidenza con la data delle elezioni europee, che si terranno il prossimo 25 maggio, ha inevitabilmente amplificato il dibattito e acuito gli scontri tra i partiti sul caso Genovese, con il duello all’ultimo sangue tra il Partito Democratico ed il Movimento Cinque Stelle.

Adesso che il caso politico è archiviato, la vicenda Genovese correrà soprattutto sui binari giudiziari, con Procura ed avvocati difensori pronti a darsi battaglia nelle Aule del Tribunale.

IL CURRICULUM POLITICO DI GENOVESE

Figlio di Luigi Genovese (senatore dal 1972 al 1994) e nipote del più volte ministro Nino Gullotti entrambi esponenti della Democrazia Cristiana, Francantonio Genovese ha iniziato prestissimo la sua carriera politica. A diciotto anni si iscrive alla Democrazia Cristiana, e più precisamente nel Movimento Giovanile della DC , di cui è stato presidente per pochi giorni fino al 18 gennaio 1994, allorquando lo Scudo Crociato si trasformò in Partito Popolare Italiano (PPI), a cui aderì.

Nel 1995, al momento della scissione del PPI , partecipa, insieme a Rocco Buttiglione alla fondazione del partito dei Cristiani Democratici Uniti. Nel 1998 viene nominato assessore all'agricoltura nella giunta provinciale di Messina di centrodestra, guidata da Giuseppe Buzzanca.

Dissoltasi l'UDR, nel 1999 aderisce al PPI di Franco Marini e Pierluigi Castagnetti, diventandone nel 2000 il segretario della federazione provinciale di Messina.

Dal 2001 è Deputato all'Assemblea Regionale Siciliana nella XIII legislatura, eletto nel collegio di Messina nella lista La Margherita-PPI con 13.832 preferenze.

Nel 2001 si candidò anche alla Camera dei deputati, senza essere eletto. Nel 2002 è diventato vice-segretario regionale della Margherita in Sicilia, mentre nel 2003 è entrato nella direzione nazionale del partito di Francesco Rutelli.

Nel 2005, come rappresentante de l'Unione, si candida a sindaco di Messina: al primo turno ottiene il 45,79% mentre al ballottaggio vince con il 54,56% dei consensi, e si dimette dall'Assemblea Regionale Siciliana.

Ad ottobre del 2007 decade dal ruolo di primo cittadino per un'opposizione alla regolarità della competizione elettorale, legata alla mancata presenza del simbolo del Nuovo PSI di Gianni De Michelis, a seguito della quale, quasi due anni dopo il voto, il CGA (Consiglio di Giustizia Amministrativa) per la Regione Siciliana dichiarò nulle le stesse elezioni. Nel frattempo si era candidato alle primarie regionali siciliane del Partito Democratico, dando il proprio appoggio alla linea nazionale di Walter Veltroni. Il 14 ottobre 2007 viene eletto segretario regionale del Partito Democratico con l'85% delle preferenze.

Alle elezioni politiche dell'aprile 2008 viene eletto alla Camera dei deputati nella lista del Partito Democratico nella Circoscrizione Sicilia 2. Diventa membro della V Commissione Bilancio della Camera e sarà eletto Segretario della Commissione Antimafia.

Nel giugno 2008 si ricandida quindi alla carica di Sindaco come candidato designato del Partito Democratico nella coalizione di centrosinistra, ma non viene rieletto, perché battuto al primo turno da Giuseppe Buzzanca.

Nel dicembre 2012 si candida alle Primarie Parlamentari del PD in Provincia di Messina e le vince con 19.590 preferenze

Il 25 febbraio 2013, sempre tra le file del PD, viene rieletto Deputato alla Camera nel collegio della Sicilia Orientale. È riconfermato come membro nella Commissione Bilancio di Montecitorio da cui si dimette il 14 marzo 2014. Attualmente è membro della Commissione UE della Camera dei Deputati.

In campo imprenditoriale, Genovese è azionista della società di traghetti guidata da Pietro Franza.

Danila La Torre

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