Contro le troppe anomalie nei reparti psichiatrici parte la campagna "Liberamente"

Contro le troppe anomalie nei reparti psichiatrici parte la campagna “Liberamente”

Francesca Stornante

Contro le troppe anomalie nei reparti psichiatrici parte la campagna “Liberamente”

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martedì 18 Giugno 2013 - 15:33

Nella chiesa di Santa Maria Alemanna è stata avviata la Campagna per la tutela dei diritti civili delle persone sottoposte a trattamenti psichiatrici contro la loro volontà (TSO) promossa dal Comitato Iniziativa Antipsichiatrica, in collaborazione con l’associazione Penelope.

La storia simbolo è quella di Francesco Mastrogiovanni, maestro elementare morto dopo 82 ore di contenzione presso il reparto di psichiatria di Vallo della Lucania. In questo caso il Tribunale si è già espresso condannando, in primo grado, i medici del reparto per sequestro di persona e per la morte dell’uomo, fondamentale fu in quel caso il sistema interno di videosorveglianza che documentò tutto. Ci sono poi numerose morti sospette di ricoverati presso il reparto di Psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano, sulle quali cerca di fare luce l’Autorità Giudiziaria di Milano. Tutti casi che però sono il chiaro segno che troppe sono le anomalie che si registrano nei reparti di psichiatria degli ospedali italiani. Contro tutto questo oggi dalla chiesa di Santa Maria Alemanna è stata lanciata la campagna Liberamente per la tutela dei diritti civili delle persone sottoposte a trattamenti psichiatrici contro la loro volontà (TSO)”, promossa dal Comitato Iniziativa Antipsichiatrica, in collaborazione con l’associazione Penelope – Coordinamento solidarietà sociale e con il patrocinio del Centro Servizi per il Volontariato (Cesv) di Messina.

“Il convegno ha illustrato le proposte avanzate dal Comitato Promotore agli assessori delle Autonomie Locali della Regione Sicilia, Patrizia Valenti, e della Salute, Lucia Borsellino, per rendere effettive per i cittadini siciliani sottoposti a trattamenti psichiatrici obbligatori le tutele previste dalla legge e in atto disattese da pratiche che, spesso, appaiono lesive dei più elementari diritti e della dignità delle persone assistite”, ha sottolineato Giuseppe Bucalo, Presidente dell’associazione Penelope e attivista del movimento di tutela degli utenti psichiatrici. A raccontare invece alcuni episodi gravi come quello che portò alla morte di Francesco Mastrogiovanni anche Natale Adornetto, membro del Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni, e Giorgio Pompa, membro dell’associazione “Dalle Ande agli Appennini”, uno dei firmatari dell’esposto-denuncia sui fatti dell’Ospedale Niguarda.

L’incontro di oggi è servito in particolare per mettere nero su bianco alcune richieste che mirano alla tutela di tutti quegli uomini e donne che in questi casi perdono di credibilità poiché sottoposti a trattamenti di quel tipo. All’Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica si chiede l’emanazione di una direttiva, valida per tutti comuni siciliani, che obblighi i sindaci a disporre la notifica dei provvedimenti di T.S.O. a chi vi è sottoposto così da garantirne il diritto all’autotutela e alla difesa legale e evitare abusi illegali di tale istituto. All’Assessorato Regionale alla Salute di dotare tutti i reparti di telefoni pubblici e emanare apposita direttiva volta a permettere l’accesso libero dei ricoverati ai telefoni del servizio, di fornire le informazioni in maniera formale e concreta, utilizzando anche formule di consenso informato per iscritto, di censire e requisire i mezzi di contenzione tuttora in uso presso i reparti psichiatrici, di emanare un’apposita direttiva per vietarne l’uso e avviare la dotazione di ciascun reparto di sistema di videosorveglianza a circuito chiuso per garantire la tutela e la possibilità di denuncia da parte dei ricoverati.

Un ruolo fondamentale poi dovranno averlo le associazioni di tutela regolarmente iscritte negli appositi registri che chiedono la possibilità di accedere in qualsiasi momento e senza preavviso presso i reparti psichiatrici, su richiesta e segnalazione dei ricoverati o di loro familiari, per verificare eventuali abusi e garantire l’accesso alle forme di tutela previste per legge.

Nella sessione pomeridiana del convegno è stato invece presentato il libro di Magda Guia Cervesato, “TSO. Un’esperienza in reparto di psichiatria” che documenta l’esperienza diretta dell’autrice sottoposta a cure psichiatriche coatte. Un confronto incentrato soprattutto sulla possibilità o meno di abolire il trattamento sanitario obbligatorio in quanto lesivo dei diritti fondamentali e della dignità umana.

(Francesca Stornante)

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