Vullo, l'ex sindacalista che da manager viene condannato per comportamento antisindacale

Vullo, l’ex sindacalista che da manager viene condannato per comportamento antisindacale

Rosaria Brancato

Vullo, l’ex sindacalista che da manager viene condannato per comportamento antisindacale

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lunedì 24 Novembre 2014 - 06:45

L'ex dirigente sindacale della Cgil Michele Vullo, attualmente direttore generale dell'azienda Papardo-Piemonte viene condannato dal giudice del lavoro per comportamento antisindacale. A luglio, in qualità di dg, ha firmato una delibera senza la preventiva contrattazione sindacale. A portarlo davanti al giudice gli ex colleghi della Cisl e della Uil.

L’ex dirigente sindacale della Cgil, Michele Vullo appena pochi mesi dopo la nomina di direttore generale dell’azienda Papardo-Piemonte, viene condannato, ironia della sorte, per comportamento antisindacale. E, ancora per ironia della sorte, a portarlo davanti al giudice del lavoro sono gli ex colleghi di Cisl e Uiil.

Tema del contendere una delle prime delibere firmate da Vullo alla guida dell’azienda ospedaliera, la n° 62 del 24 luglio 2014, con la quale ha nominato il dottor Carmelo Alma come Responsabile dei procedimenti in materia di trasparenza e lotta alla corruzione all’interno dell’amministrazione, in sostituzione del responsabile precedente, e i collaboratori professionali amministrativi Emanuela Maria Ricciardi, Vincenzo Russo e Tiziana Scimone, come incaricati della funzione di supporto al Responsabile per l’anticorruzione. A far sobbalzare sulla sedia Cisl e Uil non è stata la nomina di Alma (anche se qualche perplessità i sindacati l’hanno avanzata sulle nomine a supporto, che non sarebbero espressamente previste dalla normativa), quanto la decisione successiva di Vullo che, senza alcuna preventiva contrattazione sindacale, come previsto invece dal Ccnl e di categoria, ha stabilito di erogare sia ad Alma che ai soggetti chiamati a supporto “ una quota di compensi aggiuntivi “da detrarre” dal Fondo per la retribuzione di risultato e per la qualità della prestazione individuale dell’Area della Dirigenza SPTA, della Dirigenza medica e del Comparto per un importo non superiore allo 0,5 % dei suddetti fondi che si aggirerebbe intorno a € 15.731,08”.

I responsabili provinciali di categoria Cisl e Uil Calogero Emanuele e Giuseppe Calapai con una nota dell’1 agosto hanno evidenziato l’illegittimità della deliberazione e la violazione delle prerogative sindacali, ottenendo in risposta la nota 2719-DG del 7.8.2014, con la quale il direttore generale ribadisce la necessità di remunerare il personale senza però fare alcun riferimento alla mancanza della contrattazione sindacale. In sintesi secondo Cisl e Uil il direttore generale del Papardo-Piemonte, bypassando la normativa in materia di contrattazione aziendale che prevede espressamente sull’utilizzo delle risorse del Fondo la contrattazione, ha deciso unilateralmente come destinare parte delle somme, dirottandole al pagamento aggiuntivo del gruppo anticorruzione da lui nominato. Nel rivolgersi al giudice del lavoro Emanuele e Calapai ricordano come le due organizzazioni sindacali rappresentano il 70% degli iscritti dell’azienda e come “la contrattazione decentrata in sede aziendale mira ad eliminare possibili abusi della posizione dominante del datore di lavoro e ad evitare forme di discriminazione dei dipendenti, garantendo parità di trattamento ai lavoratori, con la conseguenza che il datore di lavoro non poteva utilizzare unilateralmente le somme del Fondo della contrattazione aziendale”.

In sede di contenzioso Cisl e Uil hann quindi chiesto che venisse ordinata all’azienda la cessazione del comportamento antisindacale e la rimozione degli effetti pregiudizievoli, con la revoca e/o il ritiro della deliberazione dirigenziale n. 62 del 24.7.2014, nella parte in cui dispone unilateralmente delle risorse del Fondo del salario accessorio, in assenza della preventiva e necessaria contrattazione decentrata in sede aziendale con le OO.SS. cui la parte datoriale era obbligata ex artt. 3, 4, 38 e 39 CCNL Comparto Sanità del 7.4.1999.

Il direttore generale davanti al giudice del lavoro Laura Romeo ha replicato che “ la deliberazione n. 62 del 2014 trovava fondamento nella legge n. 190 del 2012, il cui art. 1 comma 7 prevedeva la nomina del responsabile della prevenzione della corruzione; che tale incarico poteva considerarsi aggiuntivo e veniva remunerato mediante retribuzione di risultato” quanto alle nomine di supporto le aveva decise per assicurare un adeguato aiuto al neo responsabile. Quanto all’utilizzo delle risorse economiche attingendo al Fondo “ è la circolare n. 1 del 25.1.2013 della Presidenza del Consiglio dei Ministri che prevede la possibilità dell’attribuzione di una retribuzione di risultato “in base alle risorse disponibili del fondo”.

Il giudice del lavoro, valutate le diverse posizione ha dato ragione a Cisl e Uil e condannato l’ex dirigente Cgil e attuale d.g del Papardo per comportamento antisindacale.

La normativa nazionale infatti prevede i diversi livelli di contrattazione sindacale, compresa quella integrativa ed aziendale e proprio l’art. 4 del contratto, dispone che la contrattazione collettiva integrativa regola alcune materie, tra cui : “I – i sistemi di incentivazione del personale sulla base di obiettivi, programmi e progetti di incremento della produttività e di miglioramento della qualità del servizio, con la definizione di criteri generali delle metodologie di valutazione e di ripartizione delle risorse del fondo di cui all’art. 38 comma 3; II – criteri per la ripartizione delle risorse derivanti dalle seguenti voci ai fini della loro assegnazione ai fondi di cui agli artt. 38 e 39: (…) c) specifiche disposizioni di legge finalizzate alla incentivazione di prestazioni o di risultati del personale (…)”.

Il giudice del lavoro quindi sottolinea come la contrattazione decentrata in sede aziendale mira ad evitare abusi del datore di lavoro, garantendo la parità di trattamento tra i lavoratori e proprio a tal fine assume rilievo la consultazione delle organizzazioni sindacali. La delibera oggetto d’impugnazione invece, dopo aver nominato il responsabile e chi lo affiancherà aggiunge: “che nessun onere aggiuntivo graverà sul bilancio aziendale poiché l’ammontare da corrispondere verrà detratto dal Fondo per la retribuzione di risultato, per un importo non superiore allo 0,5% dei fondi suddetti, che sarà definito a seguito di valutazione dei risultati con specifico provvedimento”.

Nella sentenza si ricorda come Cisl e Uil contestano al Direttore generale di avere nominato anche le figure di supporto mentre si sarebbe dovuto limitare a sostituire il precedente responsabile; inoltre, rilevano che il Direttore generale avrebbe unilateralmente disposto di prelevare le somme per remunerare il responsabile e le figure di supporto dal Fondo annuale del salario accessorio 2014, senza alcuna contrattazione con i sindacati, necessaria invece per potere disporre dei fondi stessi

Ma la proprio dalla lettura della normativa si evince che per la fissazione della remunerazione del responsabile anticorruzione e delle figure di supporto, correlata al risultato, era necessaria la consultazione dei sindacati. Il giudice del lavoro ha quindi dichiarato l’illegittimità della delibera e condannato il direttore generale alla revoca immediata della delibera stessa ed a rimuovere gli effetti della stessa.

L’ironia della sorte per chi per anni è stato dirigente sindacale della Cgil è proprio questa, essere condannato per comportamento antisindacale quando approda dall’altra parte del tavolo. E per di più in seguito alla denuncia della Cisl e della Uil.

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. questi sono gli xxxxxxx che la Camusso e Landini arruolano nel sindacato della CGIL.

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  2. questi sono gli xxxxxxx che la Camusso e Landini arruolano nel sindacato della CGIL.

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  3. MessineseIncallito 24 Novembre 2014 11:18

    Ma qualcuno si illude ancora che lo scopo ultimo dei rappresentanti sndacali non sia quello di fare carriera????

    BERTINOTTI
    Cofferati
    D’ANTONI
    PEZZOTTA
    Baretta
    Chiamparino
    DEL TURCO

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  4. MessineseIncallito 24 Novembre 2014 11:18

    Ma qualcuno si illude ancora che lo scopo ultimo dei rappresentanti sndacali non sia quello di fare carriera????

    BERTINOTTI
    Cofferati
    D’ANTONI
    PEZZOTTA
    Baretta
    Chiamparino
    DEL TURCO

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  5. puzza di bruciato 24 Novembre 2014 12:47

    L’ultimo avamposto del sindacato(CGIL) sono i dipendenti pubblici, se in molti tirano la corda per proteggere il proprio orticello(CISL UIL), finirà molto male. Ricordiamoci che la modifica dell’art. 18 intaccherà solo i dipendenti pubblici, in quanto i privati possono assumere e licenziare come vogliono e quando vogliono. L’Europa quando chiede all’Italia cambiamenti strutturali per incentivare gli investimenti vuole che il paese mandi a casa milioni di statali… dalle forze dell’ordine alla sanità alla scuola ai comuni provincie e regioni ed enti vari…

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  6. puzza di bruciato 24 Novembre 2014 12:47

    L’ultimo avamposto del sindacato(CGIL) sono i dipendenti pubblici, se in molti tirano la corda per proteggere il proprio orticello(CISL UIL), finirà molto male. Ricordiamoci che la modifica dell’art. 18 intaccherà solo i dipendenti pubblici, in quanto i privati possono assumere e licenziare come vogliono e quando vogliono. L’Europa quando chiede all’Italia cambiamenti strutturali per incentivare gli investimenti vuole che il paese mandi a casa milioni di statali… dalle forze dell’ordine alla sanità alla scuola ai comuni provincie e regioni ed enti vari…

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  7. Non avendo piu’ rinnovato la mia iscrizione alla FP-CGIL, posso piu’ liberamente esprimere la mia opinione. Trovo di gusto discutibile la frase su MICHELE VULLO “… l’ex sindacalista che da manager viene condannato per comportamento antisindacale”. Se non altro perchè puo’ ingenerare il sospetto che, in realtà, si voglia far pagare a Vullo il fatto di aver avuto il coraggio di “saltare il fosso” e diventare manager di un’azienda sanitaria. Trovo naturale, invece, il fatto che VULLO, abbia dovuto pagare lo scotto dell’inesperienza nell’assumere questo importante e particolare incarico dirigenziale. Spetta a lui decidere, ADESSO, cosa fare, quando farlo e con chi, in serrato, intenso ma democratico confronto tra i diversi attori.

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  8. Non avendo piu’ rinnovato la mia iscrizione alla FP-CGIL, posso piu’ liberamente esprimere la mia opinione. Trovo di gusto discutibile la frase su MICHELE VULLO “… l’ex sindacalista che da manager viene condannato per comportamento antisindacale”. Se non altro perchè puo’ ingenerare il sospetto che, in realtà, si voglia far pagare a Vullo il fatto di aver avuto il coraggio di “saltare il fosso” e diventare manager di un’azienda sanitaria. Trovo naturale, invece, il fatto che VULLO, abbia dovuto pagare lo scotto dell’inesperienza nell’assumere questo importante e particolare incarico dirigenziale. Spetta a lui decidere, ADESSO, cosa fare, quando farlo e con chi, in serrato, intenso ma democratico confronto tra i diversi attori.

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