Diffamò Zaccone sul Manifesto: pubblicate le scuse dell'ex assessore Perna

Diffamò Zaccone sul Manifesto: pubblicate le scuse dell’ex assessore Perna

Rosaria Brancato

Diffamò Zaccone sul Manifesto: pubblicate le scuse dell’ex assessore Perna

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mercoledì 09 Maggio 2018 - 04:58

Il 13 maggio del 2016 l'ex assessore Perna scriveva sul Manifesto: "Messina sta morendo per colpa del presidente del Collegio dei revisori dei conti Dario Zaccone". Zaccone si rivolse alla giustizia che chiese il rinvio a giudizio l'ex assessore. Ieri la remissione di querela in seguito alla pubblicazione delle scuse su Il Manifesto.

Erano i giorni di Eller assessore e della teoria del “pelo nell’uovo”, delle tesi complottistiche paventate dalla giunta Accorinti impantanata nei bilanci. Tutto iniziò con la conferenza stampa di domenica 24 aprile 2016 convocata in fretta e furia dall’amministrazione con l’allora neo assessore Eller a proposito del previsionale 2015 non ancora approvato e che si risolse con un attacco al Collegio dei revisori. Da lì scaturì la tesi del complotto (leggi qui)

Il 13 maggio l’ex assessore alla cultura Tonino Perna pubblicò sul Manifesto un articolo dal titolo: “Come si affossa una giunta” nel quale teorizzava la tesi del complotto anti-accorintiano con a capo l’allora presidente del Collegio dei revisori dei conti Dario Zaccone (in combutta con la Corte dei conti). Tra le altre cose si leggeva testualmente: “Messina è la tredicesima città italiana per abitanti, la terza città metropolitana della Sicilia, una città con una grande storia alle spalle che sta morendo a fuoco lento per via del Presidente del Collegio dei Revisori Conti, dottore Dario Zaccone, che da cinque mesi blocca la giunta Accorinti, impedendogli di approvare il bilancio previsionale 2015…». E su Zaccone l’assessore Perna non lesinava poi frecciate di altro genere.

I fatti reali dimostrarono come stavano davvero le cose e che Zaccone non era Nerone, ma nel frattempo il presidente dei revisori si rivolse alla giustizia che un anno dopo chiese il rinvio a giudizio per diffamazione aggravata Perna (leggi qui). Nell’estate 2016 Zaccone aveva anche rilasciato a Tempostretto un’intervista su quanto accaduto (leggi qui). Ieri, quindi due anni dopo i fatti, il Manifesto ha pubblicato le scuse del professor Perna a Zaccone la rettifica a quell’articolo e l’ex presidente Zaccone ha così rimesso la querela (l’udienza finale era fissata per l'11 maggio).

Ecco il testo: In merito all’articolo apparso sull’edizione del 13 maggio 2016, intitolato “Come si affossa una giunta anomala”, è opportuno precisare, malgrado il tempo trascorso, che il bilancio di previsione per l’anno 2015 ricevette un solo parere formale negativo (e non sette, come fu ivi scritto), in data 7 maggio 2016, dal Collegio dei Revisori, presieduto dal dott. Dario Zaccone, essendo le precedenti versioni del bilancio state modificate in autotutela dalla giunta, a seguito dei rilievi informalmente sollevati dai Revisori, e che il dott. Zaccone non assunse un atteggiamento prevenuto nei confronti della giunta comunale, anzi il suo operato, durante la sua attività di Presidente del collegio dei revisori dei conti del Comune di Messina, è stato improntato alla massima correttezza, e non è stato condizionato da alcuno, essendo le valutazioni dallo stesso formulate di natura esclusivamente tecnica, a differenza di quanto allora scritto dall’autore del pezzo, prof. Antonio Perna, la cui fonte di informazione era stata un assessore comunale successivamente dimessosi.

Ci scusiamo, pertanto, con il diretto interessato e con i lettori.

Tonino Perna e la redazione de il manifesto

Zaccone, difeso dall’avvocato Alfonso Polto, ha quindi rimesso la querela in seguito alla lettera di rettifica e di scuse pubblicate sul giornale e spiega: “a me interessava solamente accertare la verità dei fatti e questa è l’unica cosa che conta. L’articolo conteneva falsità e diffamazioni nei miei confronti”.

Val la pena aggiungere che, come spiega nella rettifica lo stesso Perna, la “fonte” di informazioni dalla quale il professore fece scaturire l’attacco era un collega di giunta, un assessore che poi si è dimesso (ovvero Eller). Era stato proprio Eller a definire i rilievi tecnici del Collegio dei revisori “pelo nell’uovo”, salvo poi ricredersi, nei mesi successivi quando lasciò tra non poche polemiche la giunta.

Rosaria Brancato

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