Il Presidente della Regione che...."Diventerà Nellissimo"

Il Presidente della Regione che….”Diventerà Nellissimo”

Il Presidente della Regione che….”Diventerà Nellissimo”

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lunedì 10 Dicembre 2018 - 05:47

Nei giorni scorsi il governatore ha iniziato a tracciare il bilancio di questo primo anno alla guida della Regione, ma i siciliani sono rimasti delusi. Dai comizi non si è passati ai fatti.

Già per un paio di generazioni di siciliani Nello Musumeci è stato il prototipo dell’autorevolezza, l’immagine di politico serio e incorruttibile, ma ormai anche onirico e fuori dalla vita reale che in altri momenti è stata occupata dall’attempata e folcloristica starlet Rosario Crocetta, dall’incomprensibile quanto vulcanico Raffaele Lombardo e dal vibrante e discutibilmente attivo Totò Cuffaro.

Infatti a differenza degli altri presidenti degli ultimi 20 anni Musumeci non è stato finora un personaggio teatrale, piuttosto è stato privo di qualsiasi capacità comunicativa al di fuori dei comizi da piazza di cui è campione indiscusso, ma in cui le parole si perdono nell’aria. Non solo perché la sua comunicazione è piuttosto sporadica o addirittura povera, ma soprattutto perché l’ambiente proprio di Musumeci è quello artificiale e quasi privo di psicologia e contenuti narrativi reali rispetto alla esigenza di realizzare concrete azioni di governo. Il personaggio finora è stato totalmente astratto: un Presidente che interpreta se stesso, il proprio ruolo, un fascino tutto incluso nelle virgolette dei suoi comizi e che non si traduce di fatto in azione né sua né dei suoi ancora più impalpabili assessori, nei ritardi tra i pochi annunci di azione e quell’azione annunciata (vedi i settori Sanità e Formazione) che quando arriva è quasi sempre depotenziata, abbastanza spenta da non suscitare più entusiasmo o coinvolgimento, che nell’azione politica sono essenziali e nel tessuto sociale indispensabili.

Quasi a cercare di compensare questa provvisoria bocciatura dei siciliani, Nello in questi giorni prova a “diventare Nellissimo" e si assume il rischio enorme di rilanciare la sua azione descrivendola come straordinaria in un delirio di autoreferenzialità. Lo fa in un momento in cui il malessere è diffuso e profondo, soprattutto in questo periodo di crisi economica e sociale. Numerosi cittadini chiedono una svolta drastica, probabilmente sarebbero disponibili anche ad una svolta autoritaria, purché però se ne vedano gli effetti.

Sembra ammettere gli errori Nellissimo, ma rilancia quasi a pretendere che non sia vero ciò che non sfugge a nessuno e cioè che anche ai più attenti osservatori della politica regionale sono a volte sconosciuti i nomi di questi presunti eroi, gli assessori, che finora hanno combattuto al suo fianco, a dire del governatore, la “giusta battaglia”, hanno arato, dissodato e concimato il campo fino alla semina, nonostante le orde di dirigenti regionali che ostacolano il percorso e che nel suo ragionamento afferma di aver “cambiato” per il 60%, salvo non raccontare che il cambiamento altro non è che una semplice rotazione, lo spostamento di ruolo puro e semplice. Perché altro non potrebbe essere.

Nellissimo a volte sembra che pensi di essere un albatros, che dall’alto guarda con supponenza, questa terra di schiavi della politica clientelare, del favore e del potere di sottogoverno, di animali del sottobosco della politica. Forse ha anche ragione, ma ancora una volta trasforma una conferenza in un ennesimo quanto inutile comizio, dimenticando di esserci stato sempre anche lui negli ultimi anni e di ragionare chiaramente ed esclusivamente con la logica della appartenenza e non sempre della competenza, dando spazio sulla terra alla cialtroneria della “opposizione al tutto” che con fare saccente decreta sempre il peggio e non propone che slogan improponibili, sfregandosi le mani in attesa del proprio turno, in una alternanza pericolosa di inefficacia governativa.

I suoi odiosi nemici, quelli veri, quelli più pericolosi: i dirigenti regionali, della confusione approfittano continuando a cercare la perfezione dell’atto amministrativo, non l’efficacia che ne dovrebbe conseguire, e come hanno sempre fatto si piegano in attesa che passi la piena verbale del Presidente, per potersi rialzare, intatti tutti i privilegi, come hanno sempre fatto, rendendo ancor più vane le parole del governatore.

Certo, rispetto al suo predecessore che nei matrimoni voleva essere la sposa a nei funerali il morto, a Nellissimo occorre riconoscere la buona fede e la morigeratezza, ma da un Presidente che ha promesso che vuol fare diventare questa terra “bellissima”, se non altro per rispetto a Paolo Borsellino, che questa definizione ha inventato e che in coerenza con la sua azione ha sacrificato la propria vita, ci aspettiamo azioni oltre che comizi. Il miglior modo di comunicare del resto è “fare” cose giuste, lasciare un segno positivo del proprio passaggio, perché il modo di non avere concorrenti non è certo quello di essere innamorati di se stessi. I siciliani di questo sono certi.

F.sco Divino

Un commento

  1. “Dai comizi non si è passati ai fatti” …. e dove starebbe la novità?

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