L'Italia ha recepito la direttiva europea 5 anni dopo....La riflessione dell'avvocato Calogero Leanza: "La presunzione d'innocenza è sacra"
La direttiva UE n. 343 del 9 marzo 2016 riguardante la presunzione di innocenza dell’imputato e la partecipazione al processo è stata finalmente recepita dal parlamento italiano dopo oltre cinque anni dalla sua emanazione.
La Convenzione Europea
Le premesse del provvedimento si fondano sui principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il cui art. 6, co. 2, afferma già chiaramente che «ogni persona accusata di un reato è presunta innocente sino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata».
I diritti degli indagati
Sono molteplici gli aspetti che vengono regolati, uno tra tutti, in tema di “conferenze stampa”: viene vietato espressamente a tutti i funzionari pubblici di “presentare” un imputato come colpevole del reato ascrittogli prima della condanna. Sono altresì contemplate altre disposizioni che riguardano la tutela del diritto di chi è indagato a partecipare o di essere edotto dello svolgimento di un processo a suo carico, addirittura di quello di tacere di fronte alle domande di un PM o del giudice senza che ciò venga utilizzato come indizio a suo carico, ed infine il principio dell’onere della prova a carico dell’autorità giudiziaria senza possibilità di ricorrere a presunzioni legali di responsabilità.
La direttiva europea
Si tratta di principi di civiltà che a ben guardare sono già consolidati a livello nazionale nella Costituzione, ma che nella direttiva prevedono un impegno degli Stati a “predisporre misure appropriate in caso di violazione dell’obbligo di non presentare gli indagati o imputati come colpevoli”.
Il voto alla Camera
Il recepimento di questa direttiva è stato votato quasi all’unanimità alla Camera, con un solo deputato che ha votato contro. La legge di delegazione europea, così modificata, dovrà tornare al senato dove potrebbe essere licenziata già la prossima settimana. Mi rendo conto che possa sembrare come una mera duplicazione dell’art. 27 della Costituzione, ma non è così.
Processi mediatici
In un’epoca spesso caratterizzata da una eccessiva attenzione mediatica quanto agli accadimenti processuali, che ancor più di frequente tramuta le notizie in vere e proprie sentenze alternative, l’avvento di una direttiva che si pone l’obiettivo di uniformare le legislazioni nazionali sul tema delle garanzie processuali non sembra, come da alcuni sostenuto, sovrabbondante, ma piuttosto necessario a ribadire e rendere effettivi i principi dell’equo processo.
In particolare, che l’Unione incida, nuovamente, sul principio della presunzione di innocenza e sul diritto a presenziare al processo non può che essere interpretato come un rafforzamento degli stessi quali valori irrinunciabili del giusto processo e della cultura democratica della giustizia. Avvocato Calogero Leanza
quando questa normativa diverrà esecutiva potrebbe essere indispensabile che tutti i sigg. giudici fossero obbligati a frequentare dei corsi di aggiornamento sia su questa legge sia sulla procedura penale e civile ad essa inerente e sulla cultura democratica della giustizia (come dice l’avv. C. Leanza)