Storie di generosità: un aiuto per i malati di epilessia. Ma dal Governo ancora niente risposte

Storie di generosità: un aiuto per i malati di epilessia. Ma dal Governo ancora niente risposte

Giusy Briguglio

Storie di generosità: un aiuto per i malati di epilessia. Ma dal Governo ancora niente risposte

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martedì 16 Ottobre 2012 - 11:46

Eliana Risicato, la moglie del compianto musicista Pippo Mafali, ha raccolto l'appello che alcuni ragazzi colpiti da epilessia hanno fatto dopo l'aumento del prezzo del farmaco per curarsi: "Qui a casa sono rimasti diverse scatole di Keppra, forse potrei essere utile a chi ne ha ancora bisogno, almeno per ovviare a qualche mese di cura, e allo stesso tempo potrei lenire un po' del mio dolore"

“Vi scrivo perché ho letto che ci sono dei giovani che non possono più usufruire della prescrizione del Keppra, che è proprio il farmaco che doveva assumere in dosi massicce mio marito, anche se per ragioni assai diverse. Qui a casa sono rimasti diverse scatole di Keppra da 500 e 1000 mg, la cui visione mi procura molta sofferenza. Forse potrei essere utile a chi ne ha ancora bisogno, almeno per ovviare a qualche mese di cura, e allo stesso tempo potrei lenire un po’ del mio dolore”.

A scrivere queste parole è Eliana Risicato. Molti la conosceranno, è la moglie del compianto musicista Pippo Mafali. Il suo è il gesto generoso e nobile di una donna che, con la delicatezza di chi conosce il dolore, sta porgendo una mano nei confronti di quelle persone che hanno chiesto aiuto. Mentre il Governo, regionale e nazionale, è rimasto sordo all’appello che tanti ragazzi hanno fatto. Ragazzi come Giuseppe di 26 anni o Martina di 28 che soffrono di epilessia e ci hanno scritto per chiedere aiuto e lo hanno fatto con il rispetto che non si sono visti riconoscere. Oggi, a rispondere all’appello però non è il Governo, ma il cuore di una donna.

Non tutti forse lo sanno, ma l’epilessia è la malattia neurologica più diffusa in Italia. Sono 500 mila le persone colpite. Quasi un italiano su 100, dicono i dati. Un italiano su cento che, da un giorno all’altro, deve imparare a convivere con la malattia e con la paura di essa. Ma i rimedi, per fortuna, esistono. Le persone colpite da epilessia riescono a condurre una vita normale. Dalle forme più lievi qualcuno dice che si possa addirittura guarire e, per lo più, le forme più gravi vengono curate e rispondono alle terapie farmacologiche. Le crisi si possono controllare. Chi sa questo, sa anche che il medicinale più usato per la cura dell’epilessia è il Keppra. Se chiedi a un epilettico cosa è il Keppra, probabilmente non ti risponderà semplicemente “è un farmaco”. E’ molto di più di questo, è il “pass” per una vita normale.

Farmaci salvavita. Se li chiamano così, c’è un motivo. Un motivo per il quale se un bel giorno ti svegli per andare a comprare il Keppra e il tuo farmacista di fiducia ti mette al corrente che, da ora in poi, per il tuo farmaco salvavita servono 46 euro, la prima immagine che ti si presenta davanti agli occhi è quella della tua vita a rischio. Due scatole al mese, sono quasi 100 euro. E così via. Capisci che il diritto alla vita ha un costo ed è anche caro.

Funziona così. Da quando c’è l’obbligo per i medici di prescrivere il principio attivo, se vuoi il brand lo devi pagare. Ma gli epilettici non hanno scelta, perché per loro assumere un generico significherebbe rischiare l’effetto della terapia. Per il Keppra vige l’obbligo di non sostituibilità. “O i soldi o la vita”. Quando la senti, questa frase, la ricolleghi alla scena di un furto. E stavolta ci sta bene anche qui: 500 mila persone derubate.

Un commento

  1. Grande Eliana…..un forte abbraccio!!!

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