Disagio, solitudine, povertà: un grido d'aiuto da chi vive in emergenza abitativa

Disagio, solitudine, povertà: un grido d’aiuto da chi vive in emergenza abitativa

Francesca Stornante

Disagio, solitudine, povertà: un grido d’aiuto da chi vive in emergenza abitativa

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martedì 24 Settembre 2019 - 08:00

MESSINA - Come in altre città italiane, anche a Messina il Fronte SI Cobas ha deciso di protestare per il diritto alla casa

Troppe persone vivono in condizioni di emergenza abitativa. Case fatiscenti, baracche, sporcizia, rischio sfratto. Storie di difficoltà, molto spesso storie di solitudine e abbandono. Per questo anche a Messina il Fronte Popolare Autorganizzato SI Cobas ha deciso di farsi sentire ancora una volta. Obiettivo: accendere i riflettori dell’amministrazione De Luca sui problemi che ogni giorno vivono famiglie con bambini, persone sole, anziani soli, disabili.

Farsi sentire

Lo hanno detto a voce alta dentro e fuori Palazzo Zanca. Sanno che per farsi sentire e vedere non possono rimanere con le mani in mano. Valentina Roberto del SI Cobas di Messina si è fatta portavoce di chi chiede di poter vivere dignitosamente in una casa che si possa definire davvero tale.

Chiedono innanzitutto un censimento vero degli immobili e delle case che il Comune può destinare all’emergenza abitativa. Chiedono soluzioni strutturali che diano risposte definitive a chi magari in questo momento vive con l’acqua che piove dal soffitto o a rischio sfratto.

Lo hanno fatto ieri, nell’ambito della settimana della Campagna Nazionale delle azioni di lotta che si stanno svolgendo in viarie città italiane.
Durante un’assemblea nazionale sul Diritto all’Abitare, che si è svolta lo scorso 14 settembre a Roma, sono state messe a confronto parecchie realtà di Italia che si occupano di lotta per la casa. Il filo conduttore è il fatto che un diritto primario come quello della casa si stia trasformando in una forma assistenziale sempre più sparuta per le ”cosiddette fragilità”.

Un censimento

«Serve una piattaforma che rimetta al centro la necessità risorse per nuove case popolari, puntando su politiche per casa strutturali, sull’invenduto privato, sul patrimonio pubblico già esistente (spesso in dismissione), sugli stabili sottratti alla criminalità e sul patrimonio demaniale. In questo modo affrontiamo anche la questione del consumo di suolo e della cementificazione.

A Messina le politiche abitative fanno acqua da tutte le parti, si sovrappongono a quelle Sociali e spesso si sostituiscono producendo forti scompensi.Il mancato investimento su un vero Censimento sul Patrimonio di edilizia popolare fa capire bene la loro incapacità di affrontare il problema. Crediamo che un censimento sia l’ABC per chi vuole occuparsi e risolvere il disagio abitativo in città. Di tutto questo si è carenti, così come manca la capacità di soffermarsi dando priorità ad una discussione costruttiva proprio sull’argomento. In più occasioni abbiamo offerto loro la possibilità di smentirci, ma nulla».

Promessa non mantenuta

Valentina Roberto ha ricordato anche che un anno fa il sindaco De Luca aveva promesso che avrebbe incontrato queste persone in emergenza abitativa ogni 15 giorni. Ma la promessa non è stata rispettata. Hanno apprezzato il sopralluogo del sindaco alla ex scuola di Catarratti. Ma non possono accettare di sentirsi dire che per sistemare le cose servono alcune firme e ci vorranno almeno 4 o 5 mesi.

Per questo hanno lanciato l’ennesimo appello. Dietro ogni volto ci sono delle storie di sofferenze. Qualcuno dovrà dare qualche risposta.

Francesca Stornante

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