La disperazione di una città. Oggi, a palazzo Zanca, Atm, Messinambiente e cooperative sociali

La disperazione di una città. Oggi, a palazzo Zanca, Atm, Messinambiente e cooperative sociali

Ma. Ip.

La disperazione di una città. Oggi, a palazzo Zanca, Atm, Messinambiente e cooperative sociali

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giovedì 25 Ottobre 2012 - 07:55

Restano in presidio i dipendenti dell’Atm. A loro si aggiungono quelli di Messinambiente e quelli dei servizi sociali. Niente stipendi e città senza trasporto pubblico né raccolta rifiuti né servizi sociali. Domani mattina i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Oceano, Genovese e Amato, incontreranno il commissario del Comune, Croce. Mercoledì prossimo incontro in prefettura coi vertici della Triscele

Due dipendenti in sciopero della fame con intervento necessario del 118, denunce per interruzione di pubblico servizio, niente stipendi. E soprattutto all’orizzonte nessuna soluzione. Così i lavoratori dell’Atm sono ancora in assemblea permanente a palazzo Zanca in attesa di risposte. Ma oggi non sono soli. Il detto “mal comune, mezzo gaudio” in questo caso non vale affatto, tutt’altro. Anzi, se possibile, fa montare ancora di più la rabbia per la situazione di una città allo sbando su tutti i fronti. Stamane il commissario Croce ha approvato la delibera che eroga la somma di un milione 330 mila euro in favore dell'azienda trasporti Messina, per la mensilità di ottobre, quale trasferimento all'ATM per concorso in spese di esercizio 2012, destinata a stipendi ed oneri riflessi collegati. L'importo è stato calcolato nella misura di un dodicesimo dello stanziamento di bilancio approvato dal consiglio comunale il 4 ottobre 2011. Come già detto, la somma non basterà a liquidare gli stipendi arretrati. Sarà possibile pagare solo il 90 % di una delle tre mensilità avanzate.

A breve, infatti, si aggiungerà un altro problema: gli autocompattatori di Messinambiente si fermeranno per mancanza di carburante, di conseguenza non verrà svolta la raccolta dei rifiuti ed ai lati dei cassonetti si accumuleranno cataste di rifiuti, con ovvie conseguenze per tutti i cittadini che respireranno quell’aria ammorbata. Ovviamente, anche per i dipendenti di Messinambiente, di stipendio neanche a parlarne. L’arretrato è più contenuto, sta maturando il secondo mese, ma il problema è che la situazione si ripete ciclicamente e non si intravede alcun futuro.

Palazzo Zanca, stamane, è particolarmente affollato. Molti lavoratori delle cooperative sociali hanno percepito l’ultimo stipendio ad aprile, altri a maggio, ed a gennaio scadranno i contratti per l’affidamento di tutti i servizi. La mancata approvazione del bilancio di previsione e di quello pluriennale rappresenta un serio ostacolo alla pubblicazione dei nuovi bandi. A rischio centinaia di posti di lavoro, gli asili nido e l’assistenza ai disabili ed agli anziani. Anche loro saranno in protesta.

I lavoratori della Triscele, intanto, hanno quantomeno ottenuto un incontro con l'azienda, grazie alla mediazione del prefetto Francesco Alecci. Si terrà mercoledì prossimo alle ore 10.30, in prefettura. Lavoratori e sindacati auspicano in quell’occasione di ottenere risposte soddisfacenti dalla Triscele circa il Piano industriale. Intanto davanti ai cancelli dello stabilimento di via Bonino prosegue il presidio dei lavoratori, ai quali il prossimo 31 dicembre scadrà la cassa integrazione, che – come già annunciato nei giorni scorsi-, proseguirà ad oltranza e si fermerà solo in caso di una svolta positiva nella vertenza.

La drammatica situazione della città e di tutte le vertenze e i problemi che stanno esplodendo giorno per giorno – pagamenti stipendi comunali, Atm e trasporto pubblico, Messinambiente e servizio raccolta e smaltimento rifiuti, Servizi sociali, Servizi pulimento, Scuole e sospensione servizio mensa e trasporto alunni, Teatro Vittorio Emanuele, Triscele, Caronte e Tourist – saranno al centro della riunione straordinaria delle Segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil Messina che si terrà domani mattina, venerdì 26 ottobre presso la Camera del Lavoro di via Peculio Frumentario, al termine della riunione tra il Commissario Luigi Croce e i tre segretari generali Lillo Oceano, Tonino Genovese e Costantino Amato prevista per le ore 10.30. Le segreterie unitarie, anche alla luce dell’esito dell’incontro con il Commissario Croce, valuteranno e decideranno le azioni da intraprendere in questa situazione di forte emergenza sociale e finanziaria del Comune.

(Ma. Ip.)

14 commenti

  1. Ma dopo tutto non è giusto conoscere di chi sono le responsabilità del dissesto economico del Comune o tutti la faranno ancora una volta franca?!
    La questione come dice il Sig. Prefetto è morale e la mancanza di controlli adeguati ha consegnato la Città alla deriva ed al malgoverno.
    Cosa si aspetta a portare le questioni al Ministero dell’Interno ed a formulare un progetto di risanamento pluriennale serio e completo con l’appoggio dei nostri parlamentari nazionali per chiedere di poter risanare con l’utilizzo della Cassa Dep. e Prestiti in deroga alle attuali insufficienti normative!?
    Certo che oltre 300/milioni di penali per il Ponte possono essere dati dal Governo dopo le necessità x le emergenze sociali, o prima vengono altri interessi?????
    Dalla realtà non si può fuggire.

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  2. cosa ci vuole per dichiarare il dissesto? di cosa ha bisogno il commissario? mancano le penne per scrivere? o la carta?

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  3. ma che cosa c’entrano i milioni per la penale del ponte?? ma davvero credete che il dramma sociale di una singola città sia una priorità? è una visione miope.
    l’italia è in crisi, messina ne è piccolo improduttivo esempio. è ovvio che prima vengono le zone produttive, qualunque governo farebbe lo stesso accudendo chi produce e dimenticando chi non lo fa. anche perchè nel corso degli anni è stato ampiamente dimostrato che gli aiuti giunti al sud sono stati sprecati.

    l’unica strada è il dissesto con le ovvie terribili conseguenze.

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  4. il coraggio ? ma vi immaginate quello che succederebbe se tutte le carte di anni e anni del comune finissero sul tavolo dell Corte dei Conti e il Ministero degli Interni, basta pensare che anche organico del comune verrebbe diminuito 1 dipendente x 91 abitanti 242.503 fatevi i conti e vediamo quante persone rimangono a casa.Niente più mututi ne finanziamenti, il comune deve saldare con le propie forze i debiti, e indovinate chi sarà a pagare.

    http://finanzalocale.interno.it/docum/studi/dissesto/ildissestofinanziario.html

    Caccia all’evasione fiscale ne vedremo delle belle ……..

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  5. Visto che Messina Ambiente, per i motivi sopra specificati, giustamente non passERà a raccogliere la nostra spazzatura…proporrei di accompagnare la spazzatura sotto casa di chi ci ha lasciato in questo stato……
    …perchè creare montagne si immondizia sotto le nostre abitazioni, puzza, microbi etc….credo sia una iniziativa valida ah!! rispetteremo l’orario dalle 19,00…..NOI NON MERITIAMO DI VIVERE NELL’IMMONDIZIA LORO SI

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  6. Ma lei si ricorda quando il comune di catania era quasi al dissesto e venne aiutato dal caro governo Berlusconi? Invece noi non siamo nessuno. Il comune di Palermo non e anche quasi al dissesto? ma lei lo sa che la città di catania e una delle prime città in Italia dove non esiste legalità? E pure una città ultimamente molto favorita dalla mafia e politica. Quindi tragga lei la conclusione…. Lei che parla di produttività mi dica lei quale città al sud e produttiva. Non penso che una città mafiosa si possa dire produttiva……

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  7. • Caro Luiben, hai perfettamente ragione, così come ha ragione il Prefetto. Tu, ma certamente anche il Prefetto, avete letto i miei accorati appello dicendo a tutti di fare chiarezza sui conti del Comune, ma tutti hanno fatto orecchio da mercante. Ho detto recentemente che l’Atm andava dritta verso il baratro e che non si trattava di “piano industriale” ma sopratutto di carenza di contabilità. Ho detto che i bilanci economici di previsione dal 2003 erano inattendibili, ma tutti non hanno dato ascolto. Ho detto che i bilanci di fine esercizio sono da rottamare, ma nessuno mi ha chiesto il perché, anche se lo scritto nelle innumerevoli relazioni in possesso anche dalla competente commissione comunale presieduta dall’avv. Melazzo.. Adesso che sono giunti al capolinea cercano c’èp chi cerca i colpevoli, ma pure chi li sa e non li vuole indicare all’opinione pubblica messinese.. Ho dello anche che la cupola messinese, mi riferisco a quella morale del mal costume e dalla mala gestione, fa impallidire quella della Basilica di San Pietro, ma nessuno ci ha creduto. Ora Messina piange, i lavoratori sono senza stipendio e la città, oltre a rischiare una emergenza sanitaria, come già scrissi qualche giorno, fa, fra breve sarò illuminata dalla luna, quando c’è. E mi fermo, tanto scrivere non serve perché chi dovrebbe leggere, non legge oppure legge e non vuole comprendere le proteste dei cittadini

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  8. Ed aggiungo i soldi per il ponte devono rimanere qui specialmente a Messina……. Chi sta pagando tutto siamo noi poveri cittadini. Del mose di Venezia a noi non ci interessa niente come a loro del ponte. Volete capire che questa non e una nazione corretta? E se c e’ qualcosa che non va al sud la colpa ricade tutto ai governi che si sono susseguiti. Il lavoro e stato creato al nord solo perché si affacciano in europa quindi non e causa nostra se ci affacciamo su paesi poveri, poveri piu di noi. Qui si saputo coltivare solo il malaffare, certo non avendo lavoro cosa si poteva fare? Si ricordi che esistono tantissimi cittadini onesti, e forse anche piu del nord Italia (vedesi cosa sta uscendo dal nord tra tangenti ed altro). La mia famiglia ha sempre lavorato, non ha mai buttato ne carte ne spazzatura per terra hanno sempre pagato le tasse compresa la Rai, ed io continuo nell essere un cittadino da serie A. Potrei aggiungere tantissime altre cose ma se la gente non inizia nel togliere del marcio che c e’ già in Sicilia vedesi catania non potremmo mai migliorare e le parole si sprecano…….

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  9. Salvatore Vernaci 25 Ottobre 2012 11:34

    PERCHE IL COMUNE NON RICHIEDE IL PRESTITO ALLO STATO PREVISTO DDAL DECRETO LEGGE 10 OTTOBR4E 2012 N. 174?
    Il Comune deve uscire dal labirinto finanziario in cui è stato relegato e per farlo bisogna avvalersi delle norme vigenti. Intanto potrebbe avvalersi, anche se ciò significhi di fatto “ commissariare (nel senso che sarebbe costantemente sotto controllo della Corte dei Conti) il Comune” per cinque anni, di fruire delle opportunità di cui al Decreto legge 10 ottobre 2012 , n. 174, ottenendo dal Governo un prestito (al massimo 100 euro per cittadino, da restituire entro 10 anni) solo se chiederà di accedere alla procedura di «predissesto», varando un «piano di riequilibrio finanziario pluriennale della durata massima di 5 anni» nel quale deve «individuare tutte le misure necessarie per la riduzione della spesa e il ripianamento del deficit (tra cui il blocco dell’indebitamento e la riduzione delle spese del personale e delle prestazioni di servizi)». Il Comune «può deliberare le aliquote o tariffe dei tributi locali nella misura massima consentita, anche in deroga ad eventuali limitazioni disposte dalla legislazione vigente», «è tenuto ad assicurare, con i proventi della relativa tariffa, la copertura integrale dei costi della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani» ed «è soggetto al controllo sulle assunzioni»». E’ fatto obbligo di provvedere «alla alienazione dei beni patrimoniali disponibili non indispensabili per i fini istituzionali e alla rideterminazione della dotazione organica, fermo restando che la stessa non può essere variata in aumento per la durata del piano di riequilibrio». Il Comune dovrà anche varare «un sistema di controlli sulle società partecipate» e potrà «effettuare spese unicamente in presenza di apposito impegno contabile nonché di specifica attestazione della sussistenza della copertura finanziaria» (se ciò non accade, «il rapporto intercorre tra fornitore e amministratore che ha consentito lo stesso»). Il rispetto delle regole contabili sarà monitorato anche in questo caso dalla Corte dei Conti, che per gli accertamenti potrà avvalersi anche della guardia di finanza. Il decreto prevede che gli amministratori «responsabili di aver contribuito, con condotte dolose o gravemente colpose, al verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. I sindaci e i presidenti di Provincia ritenuti responsabili non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di Provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo». Tutti, poi, saranno comunque condannati «al pagamento di una multa pari a un minimo di cinque e un massimo di venti volte la retribuzione».

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  10. per messinambiente non esiste solo il carburante.Idipendenti non mangiano nafta

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  11. Nino Principato 25 Ottobre 2012 12:28

    Caro Max21, non è come dice Lei.Secondo l’art. 259 comma 6 del D.L. 18 agosto 2000 n. 267, l’ente locale deve riditerminare la dotazione organica del personale in sovrannumero rispetto ai rapporti medi dipendenti-popolazione di cui all’art. 263 comma 2, cioè in base al decreto a cadenza triennale del Ministero dell’Interno che individua la media nazionale per classe demografica della consistenza delle dotazioni organiche per comuni e provincie ed i rapporti medi dipendenti-popolazione per classe demografica, validi per gli enti in condizione di dissesto. Ebbene, il relativo decreto per il triennio 2011-2013 stabilisce che il rapporto medio dipendenti-popolazione per la fascia demografica fino a 249.999 abitanti è di un dipendente per 106 abitanti. Prendendo quale dato della popolazione di Messina 242.503 abitanti (quello da Lei riferito ma non so se è quello ufficiale), si ottiene 2.287,76 dipendenti. Tenuto conto che l’organico del Comune di Messina è di 1.600 dipendenti di ruolo a tempo indeterminato, ne consegue che l’attuale pianta organica del Comune di Messina è sottodimensionata di ben 687,76 unità rispetto ai parametri del Ministero dell’Interno (nel computo non sono inseriti i dipendenti della partecipate perchè non dipendenti comunali). Se ai 1.600 dipendenti aggiungiamo anche i precari con contratto a tempo determinato, rimaniamo sempre al di sotto della soglia dei 2.287,76 dipendenti in totale. Mi spiega come faranno a licenziare o a mettere in mobilità a fronte di carenza d’organico?
    Arch. Nino Principato

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  12. Sono stato facile profeta ,nell’estate del 2007…. mi ero prefigurato lo scenario nel quale ci troviamo oggi.
    L’intelligenza di un uomo normale ,non un veggente,non un politico immerso nei suoi vantaggi,non un dipendente pubblico garantito nel suo stipendio, non un proprietario immobiliare che vive di rendita….L’intelligenza di un uomo normale sa che solo le attività PRODUTTIVE CREANO RICCHEZZA …da distribuire ai più possibilmente col massimo dil equità e garantire un diffuso benessere.
    Guardandomi attorno vedevo il DESERTO PRODUTTIVO e invece qui quasi tutti campiamo a …..sbafo. Gente onesta e brava la nostra ma.con mentalita spesso “burocratica” ….IMPRODUTTIVA in senso tecnico economico.
    Ecco perché Il PONTE anche se calato dall’alto dalla MEGALOMANIA di qualcuno ..nelle mani di bravi ed illuminati politici amministratori capaci e disinteressati avrebbe consentito un scatto di reni un coinvolgimento nazionale ed internazionale per sprovincializzare le nostre genti e farli finalmente lavorare nell’indotto (10 miliardi circa)…Invece ancora chiacchierano ,si lamentano, accusano ma NON SANNO INDICARE STRADE CIRCOSTANZIATE DI RINASCITA PRODUTTIVA. (una volta una NO PONTE messinese mi indico’ in un salotto” bene” mi indico come esempio di piano altenativo industriale la produzione del limone INTERDONATO ) AUGURI

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  13. Arch. Buongiorno,

    Faccio fede alla

    1.2.2 – Rideterminazione della pianta organica e messa in disponibilità del personale

    Contestualmente alla deliberazione dell’ipotesi di bilancio l’Ente locale deve deliberare la rideterminazione della pianta organica qualora sia numericamente superiore alle unità spettanti sulla base del rapporto dipendenti/popolazione della fascia demografica di appartenenza secondo quanto previsto dall’art. 119 D.Lgs. 77/95.

    L’importanza di questo adempimento discende dalla necessità di rendere effettivo il riequilibrio dell’ipotesi di bilancio che si fonda su di un equilibrato rapporto delle diverse categorie economiche della spesa.

    La mancata prioritaria rideterminazione della pianta organica può costituire pregiudizio ai fini dell’emissione del decreto ministeriale di approvazione dell’ipotesi di bilancio.

    La deliberazione deve contenere l’indicazione esplicita del numero di posti che vengono soppressi e dei posti che costituiscono la pianta organica rideterminata, con indicazione delle singole qualifiche.

    (“La rideterminazione della pianta organica deve ispirarsi a criteri di funzionalità ed efficienza nell’erogazione dei servizi , assicurando prioritariamente quelli indispensabili.”)

    Al personale eccedente si applicano le disposizioni relative alla disponibilità di cui all’art. 3, commi da 47 a 52, della legge 24 dicembre 1993 n. 537

    Se con i numeri ci siamo tanto di guadagnato, anche se mi domando con quale valutazione verrà definito il punto che ho messo fra(” dato che suppongo per ogni ufficio va destinato il dipendente con qualifiche idonee e valutaznione meritevoli.

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  14. lei ha indicato IL PROBLEMA !! giusto … chissà se esiste alternativa .. una c’è sempre ..o no??

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