E'stato l'Ufficio Controllo Gestione dei Rifiuti della Città Metropolitana a ordinare lo stop delle attività e la chiusura dell'impianto di Pace che Messinambiente utilizza per dividere e stoccare i materiali della differenziata. La situazione si fa esplosiva

L’emergenza, le cataste di rifiuti, i disservizi, l’indignazione e la rabbia dei cittadini, il Tribunale, il rischio del fallimento, il concordato, le delibere approvate dall’amministrazione giusto in tempo per mandare in extremis gli atti al giudice, la gestione dei servizi sempre a suon di ordinanze contingibili e urgenti e poi, appena ieri, l’ennesima batosta del sequestro di 1,2 milioni dai conti per imposte non versate allo Stato. Sembrava che questo potesse essere sufficiente per dipingere il quadro a tinte fosche che in questo momento rappresenta la vita di Messinambiente. E invece la società continua a percorrere quel tunnel in cui è finita ormai da tempo e da cui nessuno è riuscita a tirarla fuori. Così, dopo la mazzata del sequestro dei soldi, è arrivata anche un’altra batosta: i sigilli all’impianto di Pace.

E’ stato l’Ufficio Controllo Gestione dei Rifiuti che fa capo al Dipartimento Ambiente della Città Metropolitana a ordinare lo stop delle attività nell’impianto che Messinambiente utilizza per dividere e stoccare la raccolta differenziata e la chiusura. Un provvedimento arrivato dopo i due incendi di aprile e dello scorso lunedì sera. Negli ultimi due mesi, infatti, l’impianto di Pace è tornato sotto i riflettori per i roghi che hanno mandato in fiamme tonnellate di plastica e carta, prima nel piazzale dell’impianto, poi all’interno della struttura. Dopo il primo episodio, gli uffici della Città Metropolitana avevano avviato i primi controlli sulle autorizzazioni e sulla effettiva gestione dell’impianto. Poi è arrivato il secondo incendio che ha inevitabilmente accelerato il lavoro e spinto a ulteriori approfondimenti. Tra le cause che hanno fatto scattare i sigilli c’è soprattutto la situazione riscontrata dopo l’incendio per la presenza nel sito dei materiali che erano stati avvolti dalle fiamme e non rimossi, ma anche le modalità di stoccaggio dei materiali. Pare siano emerse delle difformità rispetto alle autorizzazioni che ha Messinambiente per la gestione dell’impianto. E così è stata ordinata la chiusura.

Messinambiente adesso punta a chiedere la revoca del provvedimento, già lunedì si tenterà di ottenere un passo indietro della Città Metropolitana, l’obiettivo è di riaprire al più presto l’impianto che serve per la differenziata. Senza quello la raccolta porta a porta va in tilt. Le isole ecologiche possono chiudere battenti. Una situazione esplosiva che va ad incastrarsi in un quadro complicato e disastrato. Questo fine settimana potrà servire per preparare documenti e atti da consegnare agli uffici dell’ex Provincia per riuscire a sbloccare questa situazione e affrontare l’ennesima bomba. Al momento Pace resta chiuso.

Francesca Stornante