Messina. Respinta la richiesta di ergastolo
MESSINA – Si è concluso a Palazzo Piacentini il processo di Appello per il duplice omicidio di Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò, avvenuto a Camaro il 2 gennaio 2022. La Corte d’Assise d’Appello di Messina ha confermato la condanna a venti anni di reclusione per l’unico imputato, Claudio Costantino.
La sentenza, emessa oggi, ratifica in sostanza il verdetto di primo grado (dicembre 2024), chiudendo il dibattito legale sulla natura del gesto. I giudici hanno respinto sia l’appello dell’Accusa, che chiedeva un inasprimento della pena, sia la tesi estrema della difesa, incentrata sulla legittima difesa.
Lo scontro legale
Il procedimento di secondo grado è stato caratterizzato dalla richiesta del procuratore generale Giuseppe Costa di ribaltare la decisione di primo grado e condannare Costantino all’ergastolo. Secondo il PG, l’omicidio fu premeditato, e non si trattò di autodifesa, come sostenuto dai legali dell’imputato, gli avvocati Carlo Taormina e Filippo Pagano. Il procuratore aveva inoltre prodotto in Appello la sentenza del 2024 che già condannava Costantino a venti anni per traffico di droga, diretto durante la sua latitanza.
Nonostante le argomentazioni del PG e delle avvocate Cinzia Panebianco e Angela Martelli (legali delle parti civili), la Corte d’Assise d’Appello ha scelto di mantenere esclusa l’aggravante della premeditazione, evitando all’imputato il carcere a vita. La sentenza, pur non riconoscendo la legittima difesa, ha confermato la pena di vent’anni, tenendo conto del rito abbreviato che aveva già determinato una riduzione della pena.
