Macbeth al Vittorio Emanuele, la tragica coppia in bilico fra dannazione e senso di colpa

Macbeth al Vittorio Emanuele, la tragica coppia in bilico fra dannazione e senso di colpa

Tosi Siragusa

Macbeth al Vittorio Emanuele, la tragica coppia in bilico fra dannazione e senso di colpa

domenica 14 Dicembre 2025 - 10:20

A Messina Daniele Pecci nella duplice veste di regista e protagonista in due ore di grande intensità a teatro. E forma una nera coppia con Sandra Toffolatti

Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina per l’attuale sezione della odierna stagione titolata “e naufragar m’è dolce in questo mare” sta portando in scena dal 12 al 14 dicembre il dramma shakespeariano Macbeth.

Daniele Pecci, dopo la felice prova di Amleto, nella duplice veste attoriale e di encomiabile direttore, ha realizzato magistralmente la regia anche per questa pièce, partecipando altresì nei panni del valido protagonista. Il tragico epilogo che inghiotte in un gorgo inesorabile gli sposi, trae origine da una profezia resa al generale Macbeth da un trio di streghe sul suo futuro regno sulla Scozia, accadimento che, per la sua sottesa brama di potere, alimentata dalla cupidigia della consorte, lo induce prima ad uccidere il re Duncan, per impossessarsi del regno, e, in una infernale sequenza, divenuto oramai un tiranno, a commettere ulteriori connesse nefandezze, in una spirale inarrestabile e sempre più caratterizzata da meschinità.

Lo script originale, la cui prima rappresentazione sembra risalire al 1606, pare avesse intitolazione “The Tragedy of Macbeth”, dramma che nelle terre di riferimento è circondato da un alone di maledizione, talchè non se ne pronuncia il titolo, sostituito per l’occasione da “The Scottish Play”. La catena inesorabile di misfatti genera mano a mano un crescente senso di oppressione nel sovrano e nella sanguinaria regina, fino al loro inevitabile tracollo. Al tempo della rappresentazione regnava Giacomo i e si sono rintracciati nel testo riferimenti in tal senso.

Non solo la sfrenata ambizione che induce la coppia alle uccisioni, alla follia e alla morte, è artefice dell’opera, potendosi rintracciare in trasparenza tematiche filosofiche altre, con riferimento al destino, all’azione e alla volontà. Macbeth è immortale e si può assolutamente trasporre alla nostra attualità, e infatti nei secoli è stato ispirazione nelle arti visive pittoriche e in quelle letterarie e performative, ove non si contano le rappresentazioni a tema, per il cinema, in TV, in romanzi e persino in versione fumettistica, senza tralasciare la felice resa operistica verdiana. Quanto alle storiche ascendenze dei personaggi che avrebbero operato influenza sulla trama, è apparso rilevante il supporto della figura del re Macbeth e del suo regno nel secolo XI, così come si possono dare per assodati i riferimenti alle figure di Duncan e del nobile Macduff, riportati nelle Cronache di Holinshed del 1587. Anche il filosofo scozzese Boezio ne è stato una potenziale fonte, così come è stata tratta ispirazione dalla esecuzione nel 1605 di Henry Garnet per le sue responsabilità nella Congiura delle Polveri.

Daniele Pecci e Sara Toffolatti la nera coppia, tutti bravi gli interpreti in quasi due ore intense

Daniele Pecci e Sandra Toffolatti hanno inscenato con cura la nera coppia.

Altri interpreti, tutti lodevoli, Duccio Camerini, Michele Nani, Gabriele Anagni, Vincenzo De Michele, Mauro Recanati, Pier Paolo De Mejo, Silvio Laviamo, Massimo Odierna, Lorenzo Rossi, Giovanni Taddeucci e Tommaso Tampelloni. Le scenografie, con l’ambientazione davvero in primo piano, sono state ascritte a Carmelo Giammello, unitamente al sapiente uso dell’illuminazione, costantemente innaturale, che è virata dal rosso sanguinario, al bianco accecante ad un blue notte profonda, o ha privilegiati i toni molto soffusi, mai comunque riproducendo la luce naturale. I consoni costumi che hanno saputo accompagnarci in uno scenario di tempi andati, alla maestria di Alessandro Lai e le musiche originali, che a tratti, per sottolineare i ferali eventi, si sono fatte davvero tragicamente efficaci, a Patrizio Maria D’Artista e le componenti tutte hanno contribuito a creare un’atmosfera ghiacciata, in uno pervasiva e rarefatta, di ricercata sospensione, fino al ristabilirsi dell’ordine violato, con l’incoronazione di uno dei figli del sovrano assassinato, Malcolm.

In questo riuscito adattamento di quasi 2 ore, senza intervallo, è stata ben condensata la mole di ben cinque atti della tragedia shakespeariana, con ottima accoglienza del pubblico che non ha lesinato convinto plauso a questa corale rappresentazione di grande effetto, che è riuscita a dosare bene ogni elemento, con una complessiva buona resa.

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