Duplice omicidio di Camaro, famiglia rivuole gli "amabili resti" della vittima

Duplice omicidio di Camaro, famiglia rivuole gli “amabili resti” della vittima

Alessandra Serio

Duplice omicidio di Camaro, famiglia rivuole gli “amabili resti” della vittima

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giovedì 20 Luglio 2023 - 07:30

Sul banco dei testimoni il "terzo uomo", intanto la famiglia chiede il dissequestro degli oggetti personali delle vittime

MESSINA – Rivogliono quel che resta dei loro cari: gli indumenti che Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò avevano addosso il giorno della sparatoria, gli oggetti personali, ricordi cari che legano chi resta a chi non c’è più. E’ questa la richiesta che i familiari di Portogallo hanno avanzato al processo per il duplice omicidio di Camaro del 2022. Richiesta formalizzata dal legale, l’avvocata Cinzia Panebianco. Una richiesta che resta sospesa al momento, perché sia la Procura che i difensori dell’imputato Claudio Costantino hanno detto no: potrebbero ancora servire agli esperti scientifici. La Corte d’Assise (presidente Micali) ha quindi annunciato che si esprimerà alla prossima udienza. La Corte, sempre su richiesta dell’avvocata Panebianco, ha già restituito il motorino Honda Sh di Portogallo.

Il processo

Dopo la lunga “sessione” in aula di ieri, il processo è stato riaggiornato al 20 settembre prossimo. Sarà una udienza importante: sul banco dei testimoni saliranno i tanti consulenti che hanno periziato i luoghi, i resti degli spari trovati davanti la casa di Costantino e altri reperti. I giudici si esprimeranno poi sulle richieste formulate dalle parti, come quella di dissequestro e restituzione degli oggetti personali delle vittime, appunto, come la richiesta dei difensori di Costantino, gli avvocati Carlo Taormina e Filippo Pagano, di disporre un’altra perizia balistica.

Depone la guardia giurata

Intanto ieri è toccato ad altri testimoni. I difensori hanno interrogato la guardia giurata in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Piemonte, dove Cannavò è arrivato ferito e dove è morto, qualche giorno dopo. “Il teste ha dichiarato di aver notato un giovane appoggiato ad un muro (poi identificato in Cannavò Giuseppe) che ha riferito “mi hanno sparato”. Il giovane, quindi, sarebbe poi stato visitato dai medici che gli avrebbero prestato le cure del caso. Ha anche dichiarato di non aver visto alcun’altra persona accompagnare il ferito”, commentano i due legali alla fine dell’udienza.

Sul banco dei testimoni il terzo uomo

Poi è stata la volta proprio di chi ha accompagnato Portogallo in ospedale, o almeno questa è la ricostruzione dell’Accusa. Ovvero Bartolo Mussillo, parente della vittima, condannato a 2 anni per favoreggiamento. E’ stato ripreso dalle telecamere alla guida del motorino su cui è montato Cannavò per la fuga, subito dopo la sparatoria. Alla presenza del difensore, l’avvocato Giuseppe Bonavita, Mussillo si è avvalso della facoltà di non rispondere su quasi tutte le domande, facoltà che la legge gli riconosce trattandosi di imputati di un procedimento collegato a questo. Ha dovuto invece rispondere sulle altre domande che non attengono strettamente alla sua posizione. Fra diversi “non lo so” e “non ho visto”, secondo i difensori di Costantino, Mussillo ha comunque offerto alcuni chiarimenti rilevanti.

Il commento dei difensori

“Il teste ha ricostruito le fasi precedenti il fatto di sangue fino al punto in cui si è recato al panificio La Baguette. Per i fatti successivi a tale momento si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre è tornato a rispondere per i fatti successivi all’episodio di sangue, chiarendo di avere aspettato e trasportato Cannavò all’ospedale Piemonte, di aver saputo che il cognato Portogallo era a terra, di aver lasciato il Cannavò Giuseppe all’ospedale e di essersi portato a casa perché impaurito e di non essere ritornato sui luoghi. Dalla deposizione di Mussillo emerge che quel giorno si recarono presso l’abitazione del Costantino tre persone e continua il mistero della pistola in mano al Cannavò che spari misteriosamente, o, per meglio dire, non arrivò mai al Pronto Soccorso dell’Ospedale Piemonte.

I prossimi passaggi del processo

Si torna in aula tra due mesi quindi, per sentire il dottor Salvatore Spitaleri, biologo molecolare forense, il dottor Luca Chianelli, criminalista e balistico, il professor Martino Farneti, esperto balistico, il dottor Raffino Cataldo, medico legale, e l’ingegner Antonio Carlo Cucinotta che per primo si recò sui luoghi nei giorni immediatamente successivi al fatto.

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