Gotha 5, le nuove leve del clan di Mazzarrà tacciono

Gotha 5, le nuove leve del clan di Mazzarrà tacciono

Alessandra Serio

Gotha 5, le nuove leve del clan di Mazzarrà tacciono

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sabato 18 Aprile 2015 - 22:31

Non rispondono all'interrogatorio di garanzia le 22 persone coinvolte nel blitz antimafia sulle estorsioni dei mazzarroti. Il ruolo di Angelo Bucolo secondo Artino jr.

Hanno fatto scena muta gli arrestati dell’operazione Gotha5, l’inchiesta della DDA di Messina sulle nuove leve dal clan di Mazzarrà Sant’Andrea.
La trasferta del GIP Maria Luisa Materia a Gazzi ieri mattina è durata poco: quattro le persone rinchiuse nel carcere messinese, e tutte quante hanno scelto di avvalersi della facoltá di non rispondere. Lo stesso hanno fatto gli arrestati che dopo lo scattare delle manette sono state trasferite a Palermo, cosi come quelli che c’erano già, perché precedentemente detenute.
Passaggio a vuoto, quindi, quello degli interrogatori di garanzia. Gli avvocati difensori – Tino Celi, Tommaso Autru Riolo, Giuseppe Lo Presti, Nino Aloisio e Maurizio Crimi, hanno preannunciato ricorso al Tribunale della Libertá e in quella sede probabilmente chiariranno la loro posizione.
Pesanti le accuse mosse a quelle che sono considerati gli esattori del pizzo dei mazzarroti, a “lavoro” per conto Caiella, cioè Antonino Calderone, reggente del boss Tindaro Calabrese, rinchiuso al carcere duro ormai da diversi anni.
A lavoro sulle nuove leve del clan ci sono i sostituti della DDA Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo, profondi conoscitori delle dinamiche più recenti dei fatti di mafia nel messinese, che da diversi anni lavorano accanto agli investigatori del Reparto Operativo Speciale dei Carabinieri, i militari della Compagnia di Barcellona, col Commissariato di Barcellona e la Squadra Mobile di Messina. Proprio il lavoro di squadra ha permesso a questo pool di investigatori ed inquirenti di assicurare al carcere duro i boss storici del clan del Longano e Mazzarrà e poi, anno dopo anno, arrestare i nuovi reggenti e i bracci destri che subentravano di volta in volta, che continuavano a gestire gli affari per conto dei capo dietro le sbarre.
Lo stesso lavoro ha permesso di portare al pentimento importanti pezzi da 90 della mafia, compresi i “figli d’arte” Salvatore Artino e Salvatore Campisi. Sono state proprio le dichiarazioni di Artino a permettere di far scattare il blitz Gotha V, che ha sfiorato il municipio di Mazzarrá Sant’Andrea con l’arresto di Angelo Bucolo, fratello del sindaco del centro collinare.
Secondo Artino, Bucolo gestiva insieme a Cammisa le estorsioni alle societá che lavoravano in discarica. Artino ha svelato i retroscena di alcuni attentati intimidatori ai danni delle societá, uno tentato e un altro portato a compimento. Proprio Bucolo – dipendente della Edera, una sigla a lavoro nel sito di smaltimento – era stato impiegato per l’attentato, ed a lui si rivolse Artino per avvicinare il fratello sindaco perché facesse leva sull’impresa, “rea” di non pagare il pizzo da qualche tempo. Angelo peró gli avrebbe risposto di non fidarsi del fratello.

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