Perdono la casa per l'alluvione prima e rischiano lo sfratto poi. Sei famiglie di Altolia chiedono aiuto

Perdono la casa per l’alluvione prima e rischiano lo sfratto poi. Sei famiglie di Altolia chiedono aiuto

Eleonora Corace

Perdono la casa per l’alluvione prima e rischiano lo sfratto poi. Sei famiglie di Altolia chiedono aiuto

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lunedì 04 Novembre 2013 - 21:23

Sei famiglie di Altolia che hanno perso la casa nel corso dell'alluvione del 1 ottobre 2009 rischiano lo sfratto per morosità dal momento che il Comune non paga più gli affitti da un anno. Il Sindaco Renato Accorinti e l'assessore ai servizi sociali Nino Mantineo hanno chiesto al Prefetto di sospendere lo sfratto. In seguito, Comune e Prefettura dovranno trovare una soluzione abitativa.

Se la violenza degli elementi gli ha portato via la casa, l’incuria burocratico-amministrativa rischia di privarli di un tetto una seconda volta. Sono cittadini, residenti ad Altolia fino al 2009, quando la tragica alluvione che sconvolse la zona ionica cancellò nel fango e nella pioggia tantissime case, oltre alle vite di trentasette concittadini. Adesso i residenti di Altolia vivono in alloggi sulla statale 114. Sei famiglie che oggi sono a rischio sfratto. Questo perché il Comune non paga più l’affitto e la Protezione civile declina ogni responsabilità. Dopo il primo anno trascorso in un albergo, le sei famiglie hanno vissuto gli ultimi tre anni in degli appartamenti messi a disposizione da privati previa una lauta tariffa affittuaria – le famiglie alluvionate di Altolia parlando di ben 1.100 euro al mese – ma da almeno un anno ormai il Comune non paga più l’affitto ed ora i proprietari rivendicano i rispettivi appartamenti, arrivando a minacciare lo sfratto per mercoledì 6 Novembre.

Per questo alcuni membri delle sei famiglie sono andati, questa mattina, a Palazzo Zanca, per incontrare il Sindaco Renato Accorinti e scongiurare il peggio. Al sindaco in realtà, si erano già rivolti, smarriti e sgomenti, il mese scorso, sempre sotto la stessa minaccia di sfratto per finta locazione e morosità. Intervenne allora l’assessore ai servizi sociali Antonino Mantineo, che in una lettere al Prefetto Stefano Trotta inviata il 9 ottobre 2013 e avente come oggetto la “grave situazione di precarietà abitativa, alluvione del 1 ottobre 2009”, segnalava: “la grave situazione di precarietà abitativa in cui si trovano sei nuclei familiari, avendo perduto durante l’alluvione del 1 ottobre 2009 l’abitazione di cui erano regolarmente assegnatari, sono stati sistemati in un alloggio alternativo, con canone a carico del Dipartimento Regionale della Protezione Civile fino al 30 ottobre 2013 e sono adesso raggiunti da provvedimenti di sfratto esecutivi entro la fine di questo mese. Le chiediamo pertanto di valutare l’opportunità di disporre eventuali sospensioni delle procedure di sfratto, fermo restando che questa amministrazione sta attivando tutte le procedure possibili finalizzate all’assegnazione di alloggi”.

La lettera dell’Assessore Mantieno è controfirmata dal Sindaco Renato Accorinti. Nemmeno un mese dopo, stesso copione. Dopo aver fatto una lunga anticamera, le famiglie di Altolia hanno incontrato nuovamente il Sindaco che ha richiesto alla Prefettura di intervenire per sospendere il provvedimento di sfratto. Ai genitori che chiedevano cosa fare per la data in cui il padrone di casa aveva minacciato lo sfratto, Accorinti ha risposto di stare tranquilli. Una situazione simile, però, non può essere certo risolta con le proroghe che si susseguono di mese in mese. Per questo il Sindaco ha in programma un vertice con il Prefetto, in cui si discuterà di una soluzione abitativa più stabile e definitiva. A proposito di sfratti, comunque, già la scorsa settimana l’assessore Mantineo aveva scritto al Prefetto per chiedere la sospensione trasversale di tutti gli sfratti sul territorio cittadino, considerata l’emergenza abitativa che Messina sta vivendo in questi mesi. Questo delle sei famiglie di Altolia non è purtroppo l’unico caso che parla del disagio dei “superstiti” dell’alluvione.

Un problema simile è stato denunciato un mese fa da tre donne di Giampilieri che si sono recate direttamente a Palermo per illustrare alla Regione la difficile situazione in cui ,ancora quattro anni dopo il tragico evento, sono costrette a vivere. Ad accompagnarle il consigliere comunale di Cambiamo Messina dal Basso Lucy Fenech e l’ingegnere Foti, Dirigente Responsabile della Protezione Civile.Diverse famiglie di via Puntale e via Vallone, infatti, sono ancora fuori casa per un’ordinanza di sgombero che consenta di attuare i lavori necessari per il definitivo superamento della situazione di emergenza causata dall’alluvione del 1° ottobre 2009. Il contributo di assistenza a queste famiglie è sospeso da circa un anno. Per questo alcune di loro, in gravi difficoltà economiche sono rientrare nella propria casa sebbene manchino i servizi essenziali. Alla Regione Sicilia le tre donne di Giampilieri hanno chiesto risposte sul contributo di assistenza alla popolazione, sospeso da un anno; il risarcimento per la casa distrutta di alcune persone fortemente in difficoltà; il completamento dei lavori iniziati nel 2009.

Le sei famiglie di Altolia che mese dopo mese vivono nell’ansia di scongiurare uno sfratto, sono composte anche da bambini e disabili. Una situazione difficile che somma allo shock della tragedia vissuta quattro anni fa lo stress della paura di finire per strada. L’Amministrazione si è impegnata per trovare soluzioni durature affinché chi nel 2009 ha perso la casa non sia costretto a subire altri traumi. (Eleonora Corace)

2 commenti

  1. un mio amico cantava una canzone, scritta proprio per le irrisolte problematiche del post alluvione, che diceva così: “A dumani a dumani na nisceru ‘nte mani…”

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  2. Credo che l’esigenza di queste famiglie venga prima di quelle dei clandestini. Cosa sta facendo l’amministrazione statale, regionale, provinciale, comunale, per queste famiglie? Cosa stanno facendo per tutte le famiglie che ancora pattiscono i disaggi delle alluvioni che hanno colpito la Provincia di Messina?

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