L'associazione Un gatto per Amico: "Questo è il dramma dei felini"

L’associazione Un gatto per Amico: “Questo è il dramma dei felini”

Emma De Maria

L’associazione Un gatto per Amico: “Questo è il dramma dei felini”

Tag:

domenica 02 Giugno 2013 - 22:58

“Il felino randagio non è stato mai considerato una priorità – ci ha raccontato Cettina Serra, presidente della onlus - una realtà emerginata intorno alla quale gravitano indifferenza e pregiudizio che non genera mai, in nessun caso, interesse ed attenzione". Eppure in ogni strada, vicolo o quartire sono decine le colonie che vivono in condizioni di estremo degrado.

Ogni giorno le strade di Messina sono palcoscenico di un massacro silente. Una realtà anonima nella quale vagano piccole silenziose ombre vittime della codardia umana: i felini randagi. In ogni strada, vicolo o quartiere sono decine le colonie che vivono una condizione di estremo degrado, nonostante questo però il randagismo felino continua a non essere considerato priorità. Messina città dalle eterne emergenze, non è mai stata capace di fornire risposte reali, solo soluzioni monche e provvedimenti lesivi della vigente legislazione in materia di diritti degli animali. Per comprendere sino in fondo la drammaticità del randagismo felino, abbiamo incontrato Cettina Serra, presidente dell’associazione onlus “Un gatto per Amico”, da anni in prima linea a sostegno dei mici randagi. La sua associazione si occupa esclusivamente di felini. Perché questa scelta? “Intorno al randagismo felino gravitano da sempre indifferenza e pregiudizio – ci spiega la presidente dell’associazione animalista – una realtà emarginata che non genera mai interesse ed attenzione. Eppure ogni giorno sulle nostre strade i piccoli felini vengono uccisi, abbandonati, mutilati, torturati. A nessuno però importa di loro – aggiunge con amarezza – ed è per questo che ho deciso di dedicarmi interamente ai più sfortunati tra gli sfortunati”. Quale è la condizione dei felini sul territorio cittadino? “Maltrattamenti ed abbandoni sono all’ordine del giorno in ogni periodo dell’anno – premette l’animalista – ma tra aprile ed ottobre il randagismo felino raggiunge l’apice: con la nascita dei cuccioli. Su loro vengono messe in atto le forme più cruente di maltrattamento; molti appena nati vengono gettati all’interno di sacchi di plastica nei cassoni dell’immondizia, come se si trattasse di spazzatura della quale disfarsi, altri sepolti vivi”. La voce dell’animalista trema, a tratti si spezza, ma poi la presidente dell’onlus riprende il suo racconto: “Molti maltrattamenti hanno luogo all’interno dei condomini, dove – spiega – intolleranza ed ignoranza danno vita a comportamenti inumani, per questo far conoscere ed applicare le leggi che tutelano gli animali rappresenta una priorità anche per coloro che si prendono cura dei felini”. Cosa ha determinato l’acuirsi del fenomeno in città? “L’assenza di una seria politica di sterilizzazioni, che per i felini non è mai stata davvero attuata. L’Asp consente la sterilizzazione degli esemplari randagi, ma il compito di prelevarli sul territorio viene demandato ai singoli cittadini, impreparati nella stragrande maggioranza dei casi. Intere colonie di gatte – prosegue – partoriscono sotto le auto, sui marciapiedi, dentro i tombini della acque fluviali e questo perché la cementificazione selvaggia li ha privati del loro habitat naturale”. Il servizio sterilizzazione funziona quindi in maniera altalenante. “I felini non sono stati mai considerati una priorità – spiega la presidente di Un Gatto per Amico – solo successivamente l’Asp ha riservato a questi interventi maggiore attenzione ma da alcuni mesi il servizio è stato nuovamente sospeso: manca l’anestetico”. Perché la sterilizzazione è l’unica valida politica per arginare il randagismo? “Perché solo attraverso un controllo delle nascite sarà possibile ridurre la presenza dei randagi. Lo scorso 23 maggio, in seguito ad una segnalazione pervenuta all’unica guardia zoofila competente in materia felina, i carabinieri hanno rinvenuto all’interno di un cassone dell’immondizia quattro gattini appena nati, chiusi all’interno di una busta di plastica contenete immondizia: un gesto inumano che si verifica con frequenza impressionante”. Quali sono le emergenze più frequenti? “Le associazioni fanno fronte ad una quantità infinita di emergenze: abbandoni, maltrattamenti, incidenti stradali nei quali sono coinvolti quattro zampe; ma la dimensione certamente più drammatica, per quanto attiene il randagismo felino, è il rinvenimento di cuccioli all’interno dei motori delle auto. Emergenza che caratterizza quotidianamente il lavoro della mia associazione, non solo nel corso stagione fredda quando molti cuccioli tentano di trovare riparo dai rigori dell’inverno all’interno delle auto in sosta”. Speranza che, come ci racconta l’animalista, si trasforma per molti in una lenta, disperata, atroce agonia: “Una volta introdotti all’interno dell’auto i cuccioli non sanno più ritrovare la via, i loro disperati lamenti si levano senza che nessuno si fermi a prestare soccorso ed aiuto: vengono abbandonati al proprio destino come se non fossero anche loro creature di Dio”. Quale è stata sino ad oggi la risposta delle istituzioni? “Le associazioni agiscono in completa solitudine, senza sostegno, finanziamenti o contribuiti, armati esclusivamente della propria determinazione e forza di volontà: nessuna politica animalista è stata mai attuata, le istituzioni ci hanno lasciati soli ad affrontare una realtà più grande di noi. Senza un impegno deciso da parte dell’amministrazione comunale però non potremo andare avanti a lungo – prosegue – siamo cittadini come tutti gli altri, viviamo del nostro stipendio e non ce la facciamo più”. Come opera la sua associazione sul territorio? “Su segnalazione di privati o dell’Asp che contattano l’associazione o l’unica guardia zoofila competente, non ci sono orari – spiega – alcuni giorni fa ho ricevuto una segnalazione alle sei del mattino: un gattino di pochi mesi all’interno del motore di un auto è stato trascinato per diversi chilometri, il suo corpo presentava diverse ustioni e la frattura di entrambe le zampe posteriori. Nei casi più difficili poi chiediamo l’intervento dei Vigili del Fuoco – spiega – ma non accade mai il contrario. Nel corso di un intervento di recupero di un gatto da un tombino – prosegue l’animalista – il micio impaurito, lasciato su strada, si è nuovamente rifugiato al suo interno. Per questa ragione, mi sono offerta di donare un trasportino che consenta di mettere il felino in condizioni di sicurezza in attesa che questo venga preso in consegna dalle associazioni”. La città nei prossimi giorni si recherà al voto. Quali sono i provvedimenti che la nuova giunta potrebbe attuare nel medio termine? “Sarebbe importante attivare un servizio di emergenza per il recupero dei felini feriti o in difficoltà, in sinergia tra Comune, Asp ed associazioni – indica la presidente della onlus – esiste un servizio comunale per il recupero dei cani che, se migliorato, potrebbe essere esteso ai felini: si tratta di provvedimenti che potrebbero ridare fiato ai volontari ed alleviare in parte le sofferenze dei mici. Fondamentale è inoltre dare seriamente corso ad un programma di sterilizzazioni sostenuto ed incentivato dall’amministrazione, così da sostenere privati ed associazioni. Connessa a questa esigenza c’è poi la necessità di realizzare una degenza postoperatoria – spiega – accanto alla sede Asp esiste un locale che consentirebbe di alloggiare il randagio subito dopo l’intervento chirurgico”. Il Comune aveva già concesso l’area? Quali sono gli ostacoli che impediscono di accedere alla struttura? “Il locale è stato messo a disposizione, ma ai responsabili dell’azienda sanitaria non sono state mai consegnate le chiavi; l’utilizzo di questo spazio invece – conclude la Serra – rappresenterebbe una prima importante risposta”. (Emma De Maria)

6 commenti

  1. All’interno dei condominiiiii.. un vero e proprio odio verso chi cura i gatti che arriva a forme di illegalità e sabotaggio. C’è quella che al terzo piano sente la puzza del cibo per gatti sul marciapiede del cortile. Quell’altro che appena vai via ti sposta le ciotole sotto le finestre di un vicino per farti litigare. Non parliamo degli spostamenti della cesta per quelle gatte che devono partorire. Quelli che usano i gatti come addestramento per i loro cani. Quelli che.. la pipì dei gatti gli brucia le piante, quelli che …i tuoi gatti (sempre e solo i tuoi gatti..) si fanno spostamenti impossibili per andare a fare i bisogni proprio davanti al loro portone. Quelli che.. improvvisamente diventano allergici al pelo dei gatti sino alla settima generazione…
    E se il figlio/a si avvicinano ai gatti per giocare è subito un “Non lo toccare ché i gatti portano malattie”. Meglio abituarli sin da piccoli ad odiare i gatti.
    C’è una motivazione ideologica dietro questo.. perché i gatti sono indipendenti, non sono come i cani che li fai diventare come vuoi tu, mansueti o aggressivi. Con i gatti devi imparare ad integrarti, devi essere tollerante. I gatti sono randagi si, ma non troppo. Se vanno via è perché sono stati mandati via.
    La sterilizzazione forzata dei gatti non è una soluzione al problema del randagismo felino

    1
    0
  2. IH-870 I-ITGI 3 Giugno 2013 08:59

    Eppure avere dei gatti in ogni condominio, dovrebbe convenire a tutti. Non dimentichiamo che i gatti cacciano i topi ed in questo modo viene evitato l’uso dei veleni. Ovviamente occorrerebbe tenere ben chiusi i cassonetti. Costringerli, appunto a cibarsi di topi e lucertole. Ma questo obbligherebbe la gente a non spargere rifiuti in giro per strada. Costa fatica fare le cose per bene , vero ? Ed allora, giù con i luoghi comuni contro i gatti.
    Strana gente gli esseri umani : mi ricordo di una signora che era condannata a non poter entrare in ascensore perché aveva paura dei luoghi chiusi (dato che da piccola, la sua tutrice la metteva al buio, per punizione dentro un’armadio piccolo.
    Risultato ? la paura verso ogni tipo di ascensore (con tutto quel che ne deriva, e pesa sempre piu’, invecchiando).
    Perché educare creando un senso di paura ?????? E’ sbagliato.

    0
    0
  3. E’ sempre stata un’emergenza!!! il problema riguarda certamente anche scelte di priorità politica. I problemi di una città come Messina sono infiniti, naturalmente! Questo per molti NON è un problema…purtroppo.
    Credete che tra tutti i CANDIDATI SINDACI di questa città alle prossime elezioni amministrative o tra la maggioranza dei candidati alla POLTRONA di consigliere vi sia qualcuno davvero sensibile a questo dramma?
    Tutto è nelle mani di questa gente coraggiosa che si muove tra l’indifferenza generale, indifferenza totale.
    La gente non ha tempo ne voglia.

    0
    0
  4. Chi porta all’odio di questi adorabili animali, secondo me chi per falsa ideologia amorevole facilita la proliferazione di questi felini, dando cibo a profusione dove viene prima, per poi portare la popolazione a un numero eccessivo per una area condominiale, i gatti per loro natura sono esplorativi, e alla fine non volendolo te lo ritrovi in casa al 3 piano steso sullo stendino pieno di biancheria appena lavata.

    Ora con quale diritto si impone una presenza non voluta ? Io sono del parere che se voglio un animale lo tratto con tutti i sacramenti, vaccini e cure, e in casa mia, come ho fatto con un sacco di cani e gatti, senza invadere mai la privacy dei miei vicini……….. chi da mangiare x strada non fa del bene a questi animali, ma incrementa il randagismo favorendone la proliferazione, e ovvio che poi quando la popolazione arriva a saturazione i più deboli soccombono è una legge di natura…….. le uniche inderogabili …..

    0
    0
  5. Questo post falsamente dalla parte dei gatti è frutto dell’ipocrisia. I gatti per te sono come i ladri. Se non vuoi un ladro in casa prendi le tue precauzioni. Se non lo vuoi al terzo piano sullo stendino puoi fare lo stesso. Però.. che bravo che sei.. sei saggio, perché non ti metti anche tu sullo stendino. La colpa è dei tuoi genitori che ti hanno dato da mangiare.. si hai proprio ragione, la colpa del proliferare degli umani è proprio questa. Io li sterilizzerei tutti. ….Facile prendersela con degli animali che non si possono difendere.
    Stai certo che se ogni condominio avesse un piccolo spazio attrezzato per i gatti non li vedresti in giro. Ma i messinesi sono così intolleranti anche tra di loro figuriamoci verso i gatti.

    0
    0
  6. I miei genitori mi hano accudito e dato da mangiare perché mi hanno voluto e responsabilmente amato e curato, non buttato in mezzo alla strada con una ciotola e pochi grammi da mangiare, e senza imporre la mia presenza a nessuno, questa é buona educazione a casa mia. In questa citta spesso e volentieri ci si atteggia ad animalisti convinti, ma non ho mai visto nessuno raccogliere le deiezioni del propio fido, relegato giornate sane in terrazzi angusti al freddo e al caldo. E tornando ai gatti per anni li ho avuti in casa voluti accuditi e curati, senza che andassero in giro per case di altri, con la loro lettiera pulita una volta al giorno, e di sicuro senza puzza di urina nell’androne di casa.
    Non basta buttare kg di mangiare in un angolo del complesso e far si che questi animali si riproducano indiscriminatamente per dire di amare questi animali, perché si ottiene solo effetto contrario.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007