Capitale della Cultura 2020, sfuma il sogno di Messina

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martedì 16 Gennaio 2018 - 08:50

La città dello Stretto è stata esclusa dalla lista delle dieci finaliste. Il commento dell’assessore Federico Alagna

È terminata nel tardo pomeriggio di lunedì la corsa di Messina al titolo di Capitale italiana della Cultura 2020. La candidatura, caldeggiata dall’assessore Federico Alagna sin dal primo giorno di insediamento, ha comunque avuto il merito di riaprire il dialogo cittadino sulla valorizzazione degli edifici storici e sulla possibilità di incrementare la presenza sul territorio provinciale di grandi manifestazioni a carattere internazionale. Restano ancora in lizza per l’aggiudicazione del prestigioso riconoscimento le città di Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.

Sul proprio profilo facebook l’assessore Alagna ha così commentato l’esclusione di Messina: “Il MiBACT ha reso noto l’elenco delle 10 città finaliste che si contenderanno il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020. Purtroppo Messina non è rientrata nel novero di queste città e quindi la nostra corsa si ferma qui. Siamo molto dispiaciuti per questa decisione, nonostante fossimo ben consapevoli delle difficoltà, soprattutto alla luce delle note considerazioni di carattere geografico, visto che l’ultima città proclamata Capitale Italiana della Cultura è Palermo (restano fuori altre candidature eccellenti, quali Ragusa e la “corazzata” Catania-Siracusa-Modica-Val di Noto). Ma nonostante tutto, come abbiamo detto più e più volte, ne è valsa la pena, e tutto questo a qualcosa è servito. Era il percorso in sé ad avere valore, ed oggi mi sento di ribadirlo più che mai.

Nei mesi di costruzione della candidatura condivisa abbiamo davvero messo a sistema una visione nuova della città, per la prima volta abbiamo costruito insieme – professionisti, attivisti, appassionati, istituzioni e tante e tanti altri – una chiave di lettura del futuro culturale di Messina, che affonda le radici nel suo passato senza abbandonarsi mai alle sirene della nostalgia. Abbiamo fatto un enorme lavoro di definizione di una visione culturale strategica che ha coinvolto la città da nord a sud, dai colli al mare.

Grazie di cuore, davvero, alle decine e decine di cittadini e cittadine, ai funzionari del Dipartimento Politiche Culturali – Servizio Sviluppo Economico, alle associazioni, ai quindici partner istituzionali che a questo percorso ci hanno creduto e hanno lavorato con noi per questo obiettivo.

Questo tesoro di nuove relazioni che si sono create, di entusiasmo, di capacità di credere nelle potenzialità (e nella realtà) della nostra città è tutto ancora lì. Non termina con la fine della nostra corsa al titolo. È un patrimonio che sta alla base dell’azione del nostro Assessorato collettivo e che spero possa essere un buon punto di partenza anche per il futuro. Messina ha il dovere di fare tesoro di questo primo tentativo, per molti visionario, e riprovarci il prossimo anno. Che poi, tanto di quel che c’è scritto in quel Dossier, come più volte ripetuto, è già una realtà alla quale si sta lavorando in questi mesi, dalla prima edizione del Sicilia Light Art Festival a una nuova centralità messinese per la Rassegna Internazionale del Cinema di Messina e Taormina. Non un libro dei sogni, ma una chiave per decodificare la realtà.

Ci dispiace, sì, che Messina non possa essere la nuova Capitale Italiana della Cultura, ma abbiamo l’assoluta certezza che la miscela magica che si è creata ci ha messo in condizione di poter giocare questa partita fino alla fine. E se ha ragione chi dice che il percorso conta più della meta, tutto questo per noi ha già un valore inestimabile”.

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