Partecipazione popolare, il regolamento Fenech trova la bocciatura dell'aula

Partecipazione popolare, il regolamento Fenech trova la bocciatura dell’aula

Francesca Stornante

Partecipazione popolare, il regolamento Fenech trova la bocciatura dell’aula

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sabato 30 Luglio 2016 - 13:35

La consigliera definisce assurda e immotivata la bocciatura da parte del consiglio del regolamento che attua gli istituti di partecipazione a disposizione dei cittadini. Accanto a lei anche Indietrononsitorna.

Niente da fare. Per il regolamento sugli istituti di partecipazione popolare portato in aula dalla consigliera accorintiana Lucy Fenech nessun lieto fine. Bocciato ieri da una votazione dall’esito inatteso, il regolamento attuativo di alcuni istituti partecipativi previsti dallo Statuto adesso dovrà tornare nel cassetto, forse in attesa di tempi migliori. Su 23 consiglieri in 9 hanno detto sì alla proposta: gli accorintiani Fenech, Caccamo, Risitano, i consiglieri Pd Russo, Gennaro, Cardile, il consigliere del gruppo misto Abbate, gli esponenti di Felice Per Messina e Progressisti democratici, Cantali e Pagano. Hanno però pesato di più i 13 che si sono astenuti e così la delibera è stata bocciata. Un epilogo imprevedibile soprattutto alla luce di quelli che erano stati i lavori durante la seduta di ieri, la quarta da quando è iniziata la discussione sul regolamento. Il consigliere Nino Carreri aveva deciso di ritirare i 23 emendamenti ancora rimasti ma che avevano avuto il parere negativo del segretario generale, sembrava che tutto fosse in discesa, evidentemente però hanno pesato i contrasti che erano emersi in aula nelle scorse sedute tra la proponente Fenech e alcuni colleghi, per esempio sulla mole di circa 50 emendamenti che era stata presentata in origine. E forse ancora più in generale non hanno giovato le poche simpatie politiche che corrono tra alcuni scranni dell’aula.

Il regolamento era stato redatto e presentato nell’ottobre 2014 e dopo un lunghissimo iter burocratico durato due anni era arrivato alla discussione in Consiglio Comunale e dopo tre sedute consiliari arriva la bocciatura di un atto dovuto per legge.

A raccontare l’iter di questa delibera proprio la Fenech, che non nasconde amarezza e stupore per quanto accaduto in aula: “In questi due anni il Regolamento si era arricchito delle proposte dei cittadini e delle associazioni attraverso incontri pubblici, del dibattito e del parere positivo delle sei Circoscrizioni della città, della analisi istruttoria del Segretario Generale e della Dirigente del Dipartimento Servizi al Cittadino ed aveva avuto in maggio 2016 il parere positivo della Commissione Consiliare competente. Nonostante questo lunghissimo lavoro la maggioranza del Consiglio comunale ha scelto di bocciare un documento che per legge e per lo stesso Statuto Comunale avrebbe dovuto essere redatto già 20 anni fa. Lo Statuto Comunale (art. 123) risalente al 1994 chiedeva, infatti, al Consiglio di approvare questo regolamento entro e non oltre 60 giorni.

La mancanza dei Regolamenti attuativi degli Istituti di partecipazione politico-amministrativa a livello locale è di fatto un emblematico fronte di palese illegalità e sistematica violazione dei diritti politici fondamentali dei cittadini. La partecipazione popolare alla gestione politico-amministrativa della cosa pubblica è, infatti, un diritto fondamentale, garantito dalla nostra Carta Costituzionale, che all’articolo 3, comma 2 individua l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese ed impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono l’esercizio effettivo di tale partecipazione. Ad illuminare ulteriormente il senso di questa norma, concorrono anche gli articoli 1 e 2 della Costituzione, laddove il primo stabilisce che la sovranità ed il suo esercizio appartengono al popolo e il secondo esprime la centralità dei diritti della persona e il loro complemento nelle formazioni sociali. Il riconoscimento della centralità della partecipazione popolare quale valore fondamentale e carattere della democrazia politica ha trovato consacrazione anche a livello degli enti locali nell’articolo 8 del Testo Unico delle leggi degli enti locali 267/2000 che delinea diversi istituti di partecipazione.

A fianco della Fenech si schiera Indietrononsitorna che punta dritta contro l’aula: “Ancora una volta il consiglio comunale si dimostra lontano dalle esigenze dei cittadini" si è espresso il comitato direttivo dell'associazione di impegno civico Indietrononsitorna che ha fortemente sostenuto l'iniziativa delle consigliere Fenech e Lombardo che mirava a riempire un vuoto regolamentare più che ventennale.

“Lo Statuto del Comune di Messina –scrive il movimento- evidenzia come sia determinante per l’autogoverno di una comunità l’effettiva partecipazione dei cittadini alla vita politica e amministrativa. Purtroppo questo enunciato è destinato a rimanere a Messina lettera morta, per il consueto approccio strumentale da parte della gran parte dei consiglieri alle problematiche che si discutono. Piccole convenienze politiche che mortificano l'impegno politico, poca attenzione alle esigenze della nostra comunità. Lo Statuto del Comune di Messina resterà di conseguenza ancora per lungo tempo inattuato quanto alla partecipazione popolare, privando i cittadini di strumenti utili per condividere, proporre, stimolare percorsi di crescita civile, culturale e sociale. Ma di tutto questo evidentemente molti consiglieri comunali preferiscono farne a meno, considerando la partecipazione un rischio. Il voto di ieri contribuisce ad allontanare una volta di più i cittadini dalle istituzioni".

Francesca Stornante

2 commenti

  1. MessineseAttenta 31 Luglio 2016 13:29

    “Ancora una volta il consiglio comunale si dimostra lontano dalle esigenze dei cittadini” . No, lontano dagli interessi personali della Fenech.

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  2. MessineseAttenta 31 Luglio 2016 13:29

    “Ancora una volta il consiglio comunale si dimostra lontano dalle esigenze dei cittadini” . No, lontano dagli interessi personali della Fenech.

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