La commedia di Mary Orr con le sue tematiche sull'arrivismo è sempre attuale

La commedia di Mary Orr con le sue tematiche sull’arrivismo è sempre attuale

La commedia di Mary Orr con le sue tematiche sull’arrivismo è sempre attuale

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venerdì 25 Gennaio 2013 - 10:29

Commedia sempre attuale con una splendida Pamela Villoresi. Eva contro Eva al Vittorio Emanuele sino a domani

Guardatevi da chi adulandovi vi racconta storie tristi e/o patetiche, vere o verosimili, avendo come obiettivo quello di carpirvi la vostra arte o il vostro mestiere. Costui o costei vorrà solo prendere il vostro posto, scalzarvi e mettervi di lato. Solo che questi vampiri a loro volta, nel corso degli anni, subiranno la medesima sorte. Un carrousel della vita che si perpetua come è nella natura delle cose. Un imperativo che è solo quello d’apparire ad ogni costo, d’avere un quarto d’ora di notorietà, come s’è visto in tanti diseducativi reality televisivi. Su questo tema ruota il film pluripremiato del 1950 di Mankiewicz, Eva contro Eva, tratto dall’omonima commedia di Mary Orr e adesso portato sulle scene nella versione italiana di Marzia G. Lea Pacella e Maurizio Panici, quest’ultimo pure regista e interprete, come è suo solito, d’un piccolo ruolo, quello dell’autore e produttore Lloyd Richards. E’ un po’ quello che succede pure ne Il servo di Joseph Losey, li dove Dirk Bogard diventerà padrone del suo padrone. C’è una consolazione però sia nel film che in questa messinscena di Panici, che la protagonista, Margo Channing (cui aveva dato vita Bette Davis) vestita qui splendidamente da una Pamela Villoresi che “marilyneggia” nel suo incedere con quella rossa parrucca arricciata e con quelle calze di nylon che sensualmente si tira su nel suo camerino cercando di agganciarle ad un reggicalze nero, elegante pure in quell’abito scollato che s’avvita attorno al collo, quasi un’immagine di Peggy Guggenheim, alla fine capirà che nella vita è più importante l’amore: amare ed essere amata dal suo fedele regista Bill Simpson, che Massimiliano Franciosa interpreta con molta grinta e devozione, e cederà volentieri il passo alla rampante Eva Harrington della graziosa e incolore Romina Mondello; anche lei minacciata a sua volta dall’arrivo della prossima Eva (nel film citato era Claudia Caswell d’una giovane Marilyn Monroe) di cui qui si udrà solo una voce fuoricampo. Incisiva la presenza di Luigi Diberti nel ruolo del critico teatrale Addison De Witt diventato amante della novella star, oltremodo favorita dalle sue entusiastiche recensioni, il quale temendo ad un tratto di perderla la minaccerà di rivelare alla stampa le sue perfide manovre per arrivare al successo. Insomma non farà la fine del professor Immanuel Rath del mitico Emil Jannings, cioè quello d’essere deriso dalla Lola dell’infernale Angelo azzurro di Marlene Dietrich. Senza sbavature le presenze di Silvia Budri Da Maren nel ruolo di Karen Richards , moglie del produttore e Giulia Weber aiutante di Margo. Applausi calorosi e repliche al Vittorio Emanuele sino a domenica pomeriggio. – Gigi Giacobbe

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