Un sabato sera alternativo al Duomo per la Giornata Mondiale della Gioventù

Un sabato sera alternativo al Duomo per la Giornata Mondiale della Gioventù

Emanuela Giorgianni

Un sabato sera alternativo al Duomo per la Giornata Mondiale della Gioventù

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domenica 27 Gennaio 2019 - 05:27
L'evento

Ogni sabato Piazza Duomo è centro assoluto della movida Messinese ma chi, il 26 Gennaio, si trovava, abitualmente, a passeggiare per la piazza, l’ha vista in una veste totalmente nuova, gremita di giovani pronti a stare insieme e festeggiare diversamente dal solito.

Infatti, in occasione della XXXIV Giornata Mondiale delle Gioventù, tenuta a Panama da Papa Francesco, Messina ha dato vita alla sua locale giornata della gioventù, trasformandosi in una piccola Panama, per vivere, in contemporanea, i tanti momenti di relazione e condivisione. Il tutto è stato reso possibile grazie al Vescovo Giovanni Accolla; al comune di Messina nella figura dell’Assessore Giuseppe Scattareggia; alle Diocesi e, soprattutto, a tutta la Pastorale Giovanile Diocesana, al suo responsabile Stefano Messina e all’esperienza di Domenico Arcoraci, che dopo aver partecipato, in prima persona, a tre Giornate Mondiali della Gioventù, si è, già da anni, dedicato all’organizzazione delle corrispettive giornate locali.

I numerosissimi giovani, provenienti dalle varie diocesi, sono stati protagonisti di una giornata ricca di momenti differenti, intensi e importanti.

L’appuntamento ha inizio alle 17,00. All’Istituto Cristo Re, per i gruppi della zona ionica, con l’animazione ricca di musica e danze dell’Azione Cattolica, alla Parrocchia di San Giuliano per la zona tirrenica e le isole eolie, accolti dal Movimento Giovanile Salesiano e, presso la Chiesa Santa Maria dello Spirito Santo, per i ragazzi di Messina e villaggi, con l'animazione della Parrocchia S. Maria Immacolata di Contesse. I momenti di catechesi a seguire, guidati, rispettivamente, da Sr. Michela, Padre Alessandro Lonardo e Padre Nino Caminiti, hanno avuto come oggetto di riflessione il brano del Vangelo di Luca sull’annunciazione. La tematica della giornata, come dice il titolo stesso “Ecco la serva del Signore. Avvenga per me secondo la tua parola”, è stata scelta, dal Papa, affinché i giovani potessero riflettere sulla propria vocazione, in modo da rispondere “sì”, come Maria fece all’angelo. Si è parlato del senso da dare alla vita, ai sogni, alla capacità dei giovani di essere, prima ancora che futuro del domani, presente dell’oggi.

Al termine degli incontri, i ragazzi si sono diretti, cantando, danzando e attirando l’attenzione dei passanti, verso il Duomo, per ascoltare alla 19,00 la Messa del Vescovo. Anche le sue parole si sono concentrate sulla necessità di ritrovare il valore del relazionarsi gli uni con gli altri, la capacità di costruire ponti, difendendo il senso di solidarietà contro quello di divisione che il mondo odierno sviluppa sempre più. La scelta di Panama come sede della giornata non è, infatti, casuale né per localizzazione nè per contestualizzazione; Panama collega l’America centrale a quella meridionale, il suo Canale avvicina mondi, vite e culture diversi, costruisce unioni e regala ai giovani nuove speranze.

Dopo la Messa, in Cattedrale si attivano le fontane d’ascolto per chiunque richiedesse un confronto o un conforto; per parlare di perdono, di amore, di futuro.

Intanto, la festa si sposta in piazza con balli di gruppo e canti al karaoke. Giuseppe Pellegrino ed Elisa Perrone, conduttori dell’evento, tra una battuta e l’altra, introducono le testimonianze di chi il senso della missione, della vocazione e del servizio l’ha sperimentato nella propria esperienza di vita.

La prima è Anna Maria Garufi, psicologa responsabile della Lelat (Lega Lotta Aids e Tossicodipendenze), la quale, dagli anni ’80, dedica la sua vita ai giovani in difficoltà. “A vent’anni sono andata a Pietrelcina, lì ho incontrato Padre Pio, il quale, prendendomi la testa fra le mani, mi disse ‘Sei nata per salvare i giovani’. Sul momento non feci caso alle sue parole ma, quando fondai il mio primo gruppo d’aiuto, sognai Padre Pio venire a dirmi ‘hai visto? Era questo il tuo destino’. È come se da quel momento io avessi detto sempre ‘obbedisco’ e i giovani avessero scelto me” racconta.

A seguire sono arrivati i ragazzi del progetto LabO dell’Oratorio San Giovanni Paolo II di Olivarella, giovani con disabilità, ma vere forze della natura che hanno cantato e ballato, dando a tutti una grande lezione di vita. Le parole della loro canzone, sulle note di Una vita in vacanza de Lo Stato Sociale, recitano “non capisci che la vita è una danza… non mi sento diverso e l’amore riempie i polmoni”, ricordando ai presenti l’importanza di avere il coraggio di amare, perché dall’amore si riceve sempre di più di quel che si dà.

Dopo un veloce collegamento in Panama con Caterina Donato dell’Azione Cattolica Giovani, nostra referente, continuano le testimonianze. Questa volta si esibiscono danzando Idris e Saliù, della compagnia DAF di Angelo Campolo, che accoglie moltissimi immigrati, usando il teatro come strumento terapeutico di reintegrazione. Sul palco anche il direttore della Caritas, Nino Basile per evidenziare il ruolo fondamentale dell’arte nell’educare e nel cambiare il mondo.

E, ancora, la testimonianza di Dario Spinelli, prossimo a diventare presbitero, sull’importanza di lasciarsi guidare dai progetti di Dio e percepirne l’amore. La sua vocazione nasce, infatti, in seguito ad esperienze difficili come la cura dei poveri della stazione Tiburtina a Roma o del quartiere problematico catanese di Librino, ma la riconosce, davvero, mentre vive in famiglia e in Oratoio, luoghi in cui sperimenta l’amore perché “è quando sei profondamente amato che divieni libero di esprimerti, di essere te stesso”, spiega.

Infine, grande ospite d’onore dell’evento doveva essere il celebre attore Giovanni Scifoni. Impossibilitato ad arrivare a causa della chiusura dell’aeroporto di Catania per l’eruzione dell’Etna, non rinuncia, però, sebbene con un po’ di rammarico, a condividere in videochiamata la sua idea di vocazione, portando l’esempio di San Giovanni di Dio. “San Giovanni, in seguito ad una crisi di follia in piazza a Granada, fu rinchiuso in manicomio. In quel momento capì il bisogno di creare un luogo dove coloro i quali venivano considerati matti potessero essere trattati come Gesù Cristo. Fonda, allora, il suo Ordine Ospedaliero ‘Fatebenefratelli’. Aveva più di 40 anni. A volte ci vuole una vita intera per scoprire la propria vocazione” afferma Scifoni. Non bisogna avere paura se non si ha certezza del proprio futuro, non bisogna mettere fretta alla propria vocazione.

Terminate le testimonianze si ritorna in Cattedrale per dare inizio, finalmente, alla diretta con il Papa. Parole intense ed emozionanti quelle del Pontefice ai giovani del mondo, per spingerli ad essere “influencer” nel modo in cui fu Maria al suo tempo, capaci di dire sì alla vita, sì ai propri sogni, sì al proprio futuro. “Dobbiamo imparare a prendere la vita come viene, senza toglierle le sue radici vitali, l’istruzione, la famiglia, la comunità; se non sappiamo a cosa aggrapparci diviene facile disperderci”. E per farlo è necessario amare, bisogna porre fine alla paura di aprire il cuore, perché solo l’amore ci rende più umani, “solo quello che si ama può essere salvato, solo quello che si abbraccia può essere trasformato, solo l’amore è più grande di tutte le meschinità e protegge tutte le fragilità” esclama Papa Francesco.

L’aspetto grandioso dell’evento è stata la capacità di mettere tutti in relazione, i giovani di Messina con quelli di Panama e del resto del mondo; i giovani delle diocesi con quelli che semplicemente si trovavano a passare di lì, per poi restare folgorati dal clima di gioia che si respirava; i giovani con gli adulti, con i sacerdoti, e poi con loro stessi, con i loro sogni e le loro aspirazioni. Al termine del discorso del Papa, l’applauso di Messina, all’unisono con Panama, è riecheggiato forte, testimoniando il potente senso di compartecipazione che i giovani hanno vissuto durante la giornata, che hanno portato a casa e che, si spera, continueranno a sperimentare nel loro personale tragitto di vita, scoprendo, passo dopo passo, la loro vocazione e trovando il coraggio di risponderle “Sì!”.

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