Patrizia Panarello e i casi: pedibus, mense e ambulanti. Tonino Perna e il "tallero peloritano"

Patrizia Panarello e i casi: pedibus, mense e ambulanti. Tonino Perna e il “tallero peloritano”

Rosaria Brancato

Patrizia Panarello e i casi: pedibus, mense e ambulanti. Tonino Perna e il “tallero peloritano”

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mercoledì 06 Aprile 2016 - 22:02

Escono dalla giunta Patrizia Panarello e Tonino Perna. A lungo unica donna della giunta la Panarello è stata nel mirino delle proteste per la vicenda mense, mercati e ambulanti. Il docente reggino invece sarà ricordato per la sua idea di voler lanciare la moneta complementare.

PATRIZIA PANARELLO- Pubblica Istruzione, Legalità e Pari Opportunità, Agricoltura, Artigianato, Commercio, Attività promozionale Prodotti tipici, Programmazione Fiere, Mercati, GAS (gruppi acquisto solidale) – DES (distretti di economia solidale) – RES (reti di economia solidale)

Per Patrizia Panarello i quasi 3 anni nella giunta sono stati più spine che rose, più lacrime che sorrisi e strada facendo ha spesso ribadito le difficoltà di operare con una macchina burocratica che a suo dire le metteva i sassolini (o i massi) tra le ruote.

Pochi i segni lasciati soprattutto nei settori relativi alle deleghe più pesanti: commercio e pubblica istruzione, nei quali non ha inciso, scatenando piuttosto una serie di polemiche. Che la strada non sarebbe stata rose e fiori la docente universitaria (a lungo unica donna della giunta) l’ha capito sin dal tardo autunno 2013 quando finì sotto i riflettori per due vicende: la mensa scolastica a pagamento per le famiglie a reddito zero e il ping pong sui mercatini natalizi.

Nel primo caso riuscì a far irritare, oltre alle famiglie e ai sindacati, anche i suoi colleghi di giunta e nel secondo iniziò un cammino tutto in salita con ambulanti e commercianti. Sin da quel momento l’assessore spiegò che all’origine dei problemi c’era un cattivo rapporto con dirigenti che le facevano gli sgambetti.

Il pedibus, iniziativa più che lodevole, non fece invece registrare alcun successo e naufragò in pochi mesi per carenza di “passeggeri”.

La mensa è stata la nota dolente della Panarello fino all’ultimo minuto della sua presenza in giunta. A gennaio 2016, nonostante gli allarmi lanciati dai sindacati, il 12 i bambini sono rimasti senza refezione scolastica per mancata proroga del provvedimento. L’assessore non si perse d’animo, e annunciò a più riprese la quasi immediata soluzione del problema, che però è avvenuta 2 mesi dopo. Oltre alla mensa peraltro scoppiò contemporaneamente la grana della mancanza di gasolio E quindi di riscaldamento nelle aule. Nel pieno della polemica la Panarello scrisse due note di fuoco bacchettando sia i dirigenti che il collega di giunta De Cola, accusato di non saper coordinare il suo dipartimento e non sapere cosa accade nei suoi uffici. Il 12 marzo i piatti caldi sono tornati sui banchetti dei bimbi ma solo per 20 giorni, con la promessa di una proroga. Il bando scade il 13 aprile e di nuova proroga non c’è traccia.

Passando alla delega al commercio non è andata meglio. Le associazioni di categoria lamentano l’assenza di politiche volte a fronteggiare la crisi e ad andare incontro alle istanze di commercianti in ginocchio. Dopo 3 anni il fantomatico tavolo di concertazione è rimasto tale. Gli scontri estivi con gli ambulanti che hanno invaso Palazzo Zanca per protesta sono stati gestiti dal sindaco e dal comandante Ferlisi dal momento che l’assessore, dopo un burrascoso scontro, ha avuto un malore e ha preferito non gestire più in prima persona la vicenda. Malumori per la gestione della delega si sono registrati anche in Commissione, spesso disertata dalla Panarello, tanto che la presidente Nora Scuderi ha dovuto scrivere più volte. Il riordino dei mercati e gli interventi nel settore sono rimasti più annunci che fatti reali, così come la riorganizzazione delle autorizzazioni per gli stalli e gli ambulanti. La scorsa estate Messina sembrava più un suk che una città turistica.

Quanto alle deleghe su Pari opportunità e legalità i convegni, le tavole rotonde e le iniziative non sono mancate, ma sul fronte concreto per commercio e pubblica istruzione, acquisti solidali, fiere, artigianato, promozione prodotti tipici, la rivoluzione non c’è stata.

TONINO PERNA- Politiche di Integrazione, Cultura e Identità, Spettacoli, Valorizzazione Patrimonio Storico, Artistico, Culturale, Toponomastica.

Passerà alla storia come l’assessore della moneta complementare, ribattezzata da molti come il “tallero peloritano”, fantasiosa ipotesi che ben si sposava con un assessorato ereditato senza “il becco di un quattrino”. Il docente universitario ha dovuto fare i conti con una delega nei fatti senza portafoglio e ha cercato di riparare con la fantasia. Lascia proprio quando stava per realizzare la Settimana della cultura, messa su tra difficoltà di bilancio e partecipazione dei sindaci della provincia e delle associazioni. Più volte è stato sul punto di dimettersi, anzi, puntualmente alla vigilia della Vara o delle manifestazioni natalizie annunciava passi indietro che poi non ha fatto. Voluto da Accorinti come simbolo dell’integrazione con Reggio è stato più che altro l’assessore pendolare. Per gran parte del suo mandato è stato al centro di polemiche proprio per le sue assenze, aumentate in occasione della sua candidatura alle Europee con la lista Tsipras in Calabria. Non gli sono mancate comunque la forza di volontà e la franchezza. Per la Vara 2014 ha organizzato addirittura una lotteria, ha sempre battuto i pugni in diverse sedi e lanciato appelli ad imprenditori e commercianti pur di riuscire a sopperire là dove le casse languivano. Per il turismo ha fatto poco e niente. Se prima di entrare in giunta era stato il coordinatore del gruppo universitario che ha portato avanti la ricerca dei primi 100 giorni di giunta Accorinti, tutti gli altri giorni d’amministrazione sono anche “responsabilità sua”. E con il passare del tempo i suoi modi schietti lo hanno portato a scontrarsi più volte. E’ stato lui che ha portato l’esperto Cuzzola a Palazzo Zanca, con l’obiettivo di dare una mano concreta sul fronte bilancio, ma quando ha capito che i colleghi avevano deciso di “far fuori” lui per far entrare l’economista e dargli la delega al bilancio, ha rimesso in tasca qualsiasi ipotesi di dimissioni e ha detto: chi ha sbagliato paghi. Con riferimento a Signorino. La sua permanenza in giunta comunque è durata solo altri 5 mesi. A differenza del sindaco l’assessore Perna ha saputo tenere testa alta ai vertici del Teatro Vittorio Emanuele nella vicenda Fiorello, e in Commissione ha posto seri interrogativi sulla questione bilanci dell’Ente. Dalla sua parte ha che mai in questi anni ha pronunciato una sola parola contro quellicheceranoprima o contro i dirigenti o contro fantomatici altri “nemici”, scaricando responsabilità sugli altri ed ha invece cercato, spesso in silenzio e lontano dai riflettori, di organizzare nozze con i fichi secchi, un Capodanno dignitoso, ed iniziative di vario genere. Se Accorinti ha voluto Perna in nome dell’integrazione ha però fallito il bersaglio, perché la situazione è talmente drammatica da questo lato della riva che prima di pensare a Reggio dobbiamo cercare di rinascere noi.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. in questi casi la colpa non può essere solo di Signorino,Panarello o Perna, ma è perchè u ” pisci feti da testa”.Quindi logica vuole “tutti a casa” e non buffonate.Signorino resta, ma ha fare che? a mascotte agli incompetenti?

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  2. in questi casi la colpa non può essere solo di Signorino,Panarello o Perna, ma è perchè u ” pisci feti da testa”.Quindi logica vuole “tutti a casa” e non buffonate.Signorino resta, ma ha fare che? a mascotte agli incompetenti?

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  3. Se è vero ciò che ha scritto la dott Brancato Perna mi sembra un uomo che ha onore e quindi merita rispetto credo come anche Cacciola, gli altri invece……

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  5. La Giunta che c’era non è molto dissimile di quella di oggi, ma per Perna vale un discorso a parte: compito della Magistratura di indagare sulla gestione dell’Assessorato da parte di questo signore. Altro che integrazione, si è dimostrato una persone “poco” competente è più incline a dividere. “Storici” alcuni compensi a fantomatiche band calabresi.
    Pagella Perna: voto -30 (….divisore).

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  6. La Giunta che c’era non è molto dissimile di quella di oggi, ma per Perna vale un discorso a parte: compito della Magistratura di indagare sulla gestione dell’Assessorato da parte di questo signore. Altro che integrazione, si è dimostrato una persone “poco” competente è più incline a dividere. “Storici” alcuni compensi a fantomatiche band calabresi.
    Pagella Perna: voto -30 (….divisore).

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