Nella "rivolta anti-Tares" ci sarà più proposta che protesta. Ma per il comitato la tassa è incostituzionale

Nella “rivolta anti-Tares” ci sarà più proposta che protesta. Ma per il comitato la tassa è incostituzionale

Francesca Stornante

Nella “rivolta anti-Tares” ci sarà più proposta che protesta. Ma per il comitato la tassa è incostituzionale

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giovedì 09 Gennaio 2014 - 16:21

Il comitato spontaneo ribattezzato "12 gennaio" ha presentato oggi la manifestazione indetta per domenica mattina. "Non bruceremo i bollettini e non incitiamo la gente alla disobbedienza" precisano i membri che chiedono all'amministrazione di sospendere la delibera per rivedere alcuni punti poco chiari.

Su Facebook i toni erano sembrati molto più forti e battaglieri, la rivolta anti-Tares non sarà invece solo una protesta contro amministrazione e consiglio comunale che hanno introdotto il nuovo tributo sui rifiuti, ma vuole essere un’occasione di proposta e di riflessione. Si sono presentati così i membri del neo comitato “12 gennaio” che a Palazzo Zanca ha illustrato i dettagli dell’iniziativa organizzata per domenica mattina a piazza Unione Europea. Un comitato che si dichiara apartitico e apolitico e che vuole solo essere la voce dei tanti cittadini indignati per una tassa così alta a fronte di servizi così scadenti. All’interno del comitato si sono riuniti “L’altra Messina” oggi rappresentato da Giuseppe Vita, Metropolis per le famiglie” con Nicola Currò, “Solo Messina” con Francesco Buonasera, il Sindacato delle Famiglie, precise le proposte rivolte all’amministrazione: sospendere in autotutela la delibera sulla Tares, rivedere la determinazione dei nuclei familiari sulla base delle variazioni intervenute nel corso dell'anno, rivedere il calcolo delle superfici abitative sulla base dell'effettiva dimensione delle stesse senza tenere conto di pertinenze (cantine o garage), attivazione del sistema di premialità con rilascio di certificazioni alle isole ecologiche, l'avvio di un nuovo corso della gestione del servizio rifiuti.

“Chiediamo all’amministrazione di dare chiarimenti soprattutto alle tante persone che vivono in condizioni di disagio e che rischiano di affondare a causa di questa Tares. Abbiamo l’impressione che questa tassa sia stata introdotta senza tenere in considerazione le reali esigenze dei cittadini e vogliamo sapere se dentro il nome “Tares” ci sia anche una patrimoniale” ha spiegato Vita. Un invito ai cittadini affinché rispondano in maniera massiccia, ma allo stesso tempo nessun incitamento alla disobbedienza civile. “Non bruceremo i bollettini e non possiamo dire alla gente di non pagare, vogliamo però che l’amministrazione riveda alcuni passaggi del regolamento con cui è stata introdotta la tassa, alla luce di molte anomalie che abbiamo riscontrato” ha proseguito l’esponente del comitato.

A spiegare alcune di queste anomalie c’era l’avvocato Alessandra Calafiore che, con regolamenti alla mano, ha focalizzato alcuni punti poco chiari. Innanzitutto secondo l’intero comitato questa tassa è incostituzionale in quanto non rispetta l’art. 53 della Costituzione italiana che stabilisce che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Con la Tares però non è così, nessuna capacità contributiva è stata tenuta in considerazione. L’avvocato Calafiore scorre poi il regolamento e punta l’attenzione su altre incongruenze rilevate. “Se all’art. 4 è stabilito che presupposto del tributo è il possesso, l’occupazione o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o aree scoperte a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti, perché al successivo art. 6 si specifica che il tributo riguarda tutti i locali dotati di almeno un’utenza attiva (luce, gas) o di arredamento? Quindi una casa arredata ma disabitata produce  rifiuti?” si chiede l’avvocato. Altro esempio: il decreto legge nazionale prevede che il tributo e' dovuto nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione  dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello  stesso  in  grave  violazione della disciplina di riferimento, nonche' di interruzione del servizio per motivi sindacali o per  imprevedibili  impedimenti  organizzativi che abbiano determinato una  situazione  riconosciuta  dall'autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all'ambiente. Il regolamento messinese, all’art. 19, dice invece che l’eventuale riduzione temporanea del servizio per  motivi di forza maggiore non comporta l’esonero o riduzione della tariffa. Nel caso in cui tale interruzione superi la durata di 30 giorni, la parte variabile della tariffa sarà ridotta di 1/12 per ogni mese di interruzione.
Per il comitato sono dunque moltissimi i punti che l’amministrazione dovrebbe provare a rivedere. Nel frattempo potrebbe attuare una sospensione in autotutela e prendere tempo per capire se ci sono margini di revisione per inserire ad esempio criteri di ripartizione più equi come la capacità contributiva. Confcommercio chiede quantomeno si sospendere la messa in mora per chi non pagherà entro il termine del 24 gennaio. Il comitato “12 gennaio” allestirà dei banchetti per fornire chiarimenti e assistenza a tutti i cittadini che domenica mattina si presenteranno davanti Palazzo Zanca. Secondo loro c’è ancora possibilità di intervenire su questa Tares. Viene però da chiedersi perché non ci si sia svegliati prima, nel mese di novembre, quando il Consiglio iniziò la discussione in aula su questo regolamento e forse intervenire sarebbe stato più semplice.
Francesca Stornante

12 commenti

  1. altri personaggi in cerca d’autore…

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  2. Questa città andrà a finire a gambe all’aria…manca proprio il buon senso. Il fatto è che non ho mai visto comitati anti dissesto economico politico anti carceri affollate anti tribunali allo sfascio anti assunzioni taroccate anti crimine organizzato…sui rifiuti poi osservo che gettiamo liquami in mare dei nostri cessi da una vita e ci dovrebbe arrivare una tassa da parte dello Stretto di Messina. Ma poiché non si paga ce ne infischiamo. L’immondizia si produce in casa e quello che arriva nei cassonetti è troppo. Pazienza ci vorranno anni ma prima o poi anche i messinesi diventeranno cittadini eco compatibili. Questo è populismo da 4 denari..

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  3. Per la determinazione delle tariffe il Regolamento prevede l’utilizzo della Banca dati del ruolo tarsu per l’anno 2012 con i contribuenti distinti in uetenze domesticher e non domestiche.
    Mi chiedo e le chiedo : e coloro che non hanno pagato in quell’anno saranno esentati?
    Il primo intervento da fare sarebbe la lotta agli evasori, in tal modo la tares potrebbe essere giudicata diversamente, con costi molto più bassi di quelli attuali

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  4. Domenica mattina io non sarò in piazza Municipio a protestare. Non potrò esserci fisicamente per motivi logistici,pratici e salutari. Ma idealmente sarò lì ad urlare tutta la mia rabbia e la mia indignazione per una tassa sproporzionata,
    antipopolare,ingiusta,anticostituzionale ed estorsiva. E’ solo un balzello odioso,una stangata ingiustificata fatta sulla pelle dei cittadini,soprattutto sulle fasce più deboli e precarie.
    1) E’ iniqua poichè non vi è nessuna relazione tra ciò che viene richiesto e ciò che viene offerto in cambio.
    2) E’ impopolare poichè colpisce le famiglie più numerose e gli strati più poveri della popolazione. Chi l’ha detto che una famiglia numerosa ma povera, consuma d più di una meno numerosa ma molto più ricca? Casomai avviene proprio il contrario!
    3) Per tale motivo è una tassa incostituzionale poichè chiede di più a chi ha di meno!
    4) E’ una tassa ”incomprimibile”. Cioè a dire, non si può ridurre diminuendo i consumi, come accade per l’acqua,la luce,il gas,la benzina. Se si vuole pagare di meno,si consuma di meno! Con la TARES ciò non si può fare. Quella è e quella si deve pagare!
    5) E’ una tassa odiosa poichè chiede il tributo anche ai morti,che il loro tributo lo hanno pagato definitivamente. Chi produce più rifiuti, un novantenne morto il 2 gennaio 2013,o un bambino nato nello stesso giorno? Ma chissà per quale strana alchimia dei nostri amministratori, il vecchietto paga anche da morto ed il neonato invece non paga.Per certi versi potrebbe andare bene anche così. Ma poi si chiede il tributo anche a chi è fuori sede per motivi di studio e di lavoro. In tal modo questi ”fortunati” messinesi pagheranno due volte: nel loro comune di residenza ed in quello di domicilio.
    Ma la beffa più grande ed odiosa è quella in cui si chiede di pagare anche ai ”Fantasmi”! Come interpretare infatti la norma che prevede che si debba pagare anche per le case non abitate
    che abbiamo almeno un contratto di luce,gas o acqua? Chi può produrre spazzatura in tali abitazioni, senza luce e senza acqua se non gli spettri ed i fantasmi?
    Dicono che questa tassa vada pagata, poichè altrimenti il comune rischia il dissesto. Ma la verità è che il dissesto sarà invece sicuro per tantissime famiglie che si vedranno costrette a pagare questo odioso tributo.
    Spero vivamente che dalla manifestazione di domenica, che mi auguro pacifica,costruttiva e apartitica, venga finalmente fuori qualcosa di positivo ed incoraggiante per una popolazione stremata e per delle famiglie che, una volta non arrivavano a fine mese,ma che di questi tempi, il mese non riescono neanche ad incominciarlo!
    Spero anche di non dover leggere fra qualche mese, che un pensionato,un imprenditore,un disoccupato, un malato si è suicidato, schiacciato dal peso di tutte le tasse: TARES,IMU,TASI,IUC,IRPEF, e tanti altri balzelli partoriti dalle menti ”raffinatissime” di amministratori che vengono retribuiti profumatamente e mantenuti lautamente grazie a quelle stesse tasse!

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  5. CastorinaCarmelo 9 Gennaio 2014 19:36

    Lo stesso fervore e la stessa tempestività ci sarebbe voluta quando si sperperavano i soldi Pubblici e nessuno parlava.
    Ora a pagare è sempre “Pantalone” e che ben vengano queste iniziative purchè si svolgano in maniera costruttiva ordinata e non strumentale perchè sapete ci sono tante forze restauratrici”
    del vecchio “Mangia Mangia” che sono in agguato”,pronte ad impadronirsi della stanza dei bottoni e ripristinare privilegi
    favoritismi e tanto altro ancora, compresa una “TARES” più salata.
    Buona manifestazione…….

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  6. I messinesi di questo comitato spontaneo sono arrivati in forte ritardo,già a marzo un manipolo di sindaci di piccoli Comuni veneti,quasi tutti leghisti,i predicatori del federalismo fiscale,inviarono una lettera a Monti,Bersani, Berlusconi,i cui passaggi salienti richiamavono il principio che la base imponibile per il calcolo è costituta dalla superficie calpestabile dei locali e delle aree,un ritorno al 1999,cancellando tutta l’evoluzione in materia di rifiuti, poiché non è la superficie che produce rifiuti ma l’attività umana.Contrastavono la maggiorazione per coprire i costi dei servizi indivisibili,cosa che non ha alcun nesso con la tariffa rifiuti ma nemmeno con la capacità contributiva, ossia non ha legami né con il reddito del proprietario della casa o del capannone né con lo stesso valore dell’immobile. Per questi sindaci la TARES è una patrimoniale cieca,che tassa in egual misura il metro quadrato dell’immobile di pregio come la casa popolare di periferia.L’affondo,cui i promotori del Comitato spontaneo messinese si sono ispirati,era la denuncia dei sindaci leghisti di violazione della Costituzione.COME LA PENSA MARIEDIT. Una parte della TARES è sicuramente una tassa perché,come tutte le tasse,anche la Tares serve a remunerare un servizio pubblico,ma dall’altra è un’imposta,perché oltre a remunerare un servizio pubblico,garantisce allo Stato i mezzi per finanziare gli enti locali.Da questa confusione,sorgono i dubbi di legittimità costituzionale.Bisogna dire che tutti i Comuni Italiani,nessuno escluso,compresi quelli veneti,abbiano deliberato la TARES. La vera battaglia da fare è sull’elevato costo del servizio,su MessinAmbiente e ATOME3,sulla evasione conclamata,sui 25.000 utenti censiti alla sin fa sol,come ha confessato oggi,senza vergogna, il Dipartimento Tributi.

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  7. pietro anzalone 9 Gennaio 2014 22:51

    Io rispetto chi, esprimendo una opinione, ci mete anche la faccia indipendentemente dalla condivisibilita’ dell’opinione stessa

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  8. Ringrazio GIOVANNIMARIO, mi ha fatto riflettere e rattristare pensando ai miei concittadini colpiti nel 2013 dal lutto dei propri cari,al dolore si è aggiunta la beffa di vederseli conteggiati nel nucleo familiare. Ho scritto già delle incongruenze dell’art.16 del Regolamento TARES,quello sul numero di occupanti le utenze domestiche,in particolare il comma 2,da modificare al più presto. “COMMA 2.Il numero degli occupanti le utenze domestiche è quello risultante AL PRIMO GENNAIO DELL’ANNO DI RIFERIMENTO o,per le nuove utenze,alla data di apertura.Le variazioni intervenute successivamente avranno efficacia a partire dall’anno seguente.” Posso capirlo per i viventi,producono rifiuti,e in ogni caso sono conteggiati in una sola utenza per volta,quella fotograta al 31 gennaio,inoltre c’è la necessità del responsabile di servizio di accertare a quella data le entrate tributarie da inserire nel bilancio di previsione, ma per i morti NO. Il Regolamento deve prevedere d’ufficio per i defunti,visto il collegamento del Dipartimento Tributi con l’Anagrafe di Palazzo Zanca,quello previsto per le nuove utenze,basta aggiungerlo al comma 2….o, per le nuove utenze alla data di apertura, o per i defunti, alla data del decesso…..Basta una modifica al programma.

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  9. È cominciata la campagna elettorale ????

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  10. Perchè nessun Comune ha deliberato di rimanere nel regime TARSU 2012? Perchè il rimedio sarebbe stato peggiore del male.In deroga a quanto stabilito dal decreto legge,in sede di successive modificazioni,è previsto per l’anno 2013 la possibilità di ripartire(e lo hanno fatto) la relativa copertura sull’intera platea dei contribuenti,oppure utilizzare per le riduzioni tariffarie apposite autorizzazioni di spesa,non eccedenti il 7% del costo complessivo del servizio,nel nostro caso circa 3 milioni di euro(e non l’ha fatto per motivi che abbiano a che fare con l’equilibrio della parte corrente del bilancio di previsione 2013, ma anche perchè le risorse dovevano venire dalla fiscalità generale del nostro Comune,la legge prevede che in ogni caso debba essere assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio).Questi sono i limiti insuperabili della legge,sconosciuti a chi è accecato dal pregiudizio politico.A Daniele IALACQUA e al Consiglio Comunale si deve addebitare di aver accettato supinamente il Piano Finanziario,chiedere conto perchè l’ATOME3 e a MessinAmbiente hanno fatto della discarica il solo strumento di smaltimento dei nostri rifiuti,perchè un così alto costo della differenziata al 3,8% e degli automezzi in dotazione.Se l’Assessore e i Consiglieri avessero letto l’analisi dei costi avrebbero collezionato un numero elevato di perchè. Visti gli eventi del Comune di Roma, sarbbe meglio chiamare in causa il Procuratore della Repubblica Guido Lo Forte.

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  11. CastorinaCarmelo 10 Gennaio 2014 08:14

    Convengo in toto con il Signor Nino Mento, per i furbetti che credono di farla franca tolleranza “zero”.E’ come promesso dal Governo Letta:Dovrebbe ritornare nelle casse dello Stato tanto denaro fresco dalla lotta al contrasto all’evasione ed elusione fiscale. C’è lo auguriamo,anzi lo pretendiamo tutti,se no non ha senso nessuna “Tares” o altra tassa, se a pagare sono solo le solite persone perbene.(Che non sono fesse), ma hanno il senso civico della Cosa Pubblica.

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  12. I rifiuti non sono come la nostra coscienza non la rendiamo pulita con le parole ma con i fatti. I fatti dicono che i messinesi gettano monnezza a profusione come se non fosse un problema di tutti tenere l’aria e la terra più pulita. Chi sporca deve pagare..il giusto ma deve pagare.. chi getta tutto nel cassonetto è complice del disservizio. Non c’è discussione su questo.

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