Falso invalido per 10 anni, per lui condanna e confisca

Falso invalido per 10 anni, per lui condanna e confisca

Alessandra Serio

Falso invalido per 10 anni, per lui condanna e confisca

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venerdì 07 Giugno 2019 - 07:00

2 anni 2 mesi la condanna per Francesco Oddamo, l'ex marinaio denunciato nel 2016 perché invalido per 10 anni senza averne i requisiti

Dovrà restituire allo Stato 127 mila euro il sessantacinquenne Ferdinando Oddamo, calabrese d’origine ma residente a Messina, denunciato come falso invalido.

Per l’e marinaio il processo si è chiuso ieri in primo grado. Il giudice monocratico Rita Sergi lo ha condannato a 2 anni e 2 mesi, accogliendo quindi soltanto in parte la richiesta di 4 anni avanzata dal Pubblico Ministero. Il giudice ha anche disposto la confisca di quanto gli era stato sequestrato nel 2016, quando la Procura lo aveva denunciato per truffa in pubbliche erogazioni, frode, falso e falsa perizia.

Quello stesso anno era stato ordinato il sequestro per equivalente di quanto in suo possesso fino a 127 mila euro, ovvero quanto avrebbe incassato illegittimamente nei 10 anni in cui ha vissuto di pensione di invalidità.

Secondo gli investigatori, però, Oddamo invalido non lo era affatto: gli accertatori lo hanno pedinato e filmato per giorni, immortalandolo a svolgere attività di tutti i tipi, quasi tutte incompatibili con il suo stato di invalido.

L’avvocato Nino Cacia, difensore del sessantacinquenne, pur avendo ottenuto una condanna molto inferiore rispetto a quella invocata dalla Procura, non condivide la sentenza.

“Il Tribunale. travisando gli univoci risultati istruttori in favore del mio Assistito che avrebbero dovuto portare ad una sentenza di assoluzione, ha ritenuto di condannarlo, fondando il proprio convincimento esclusivamente sulla base delle impressioni e delle valutazioni fornite dagli operanti ritenute all’evidenza maggiormente convincenti rispetto alle certificazioni rilasciate nel corso di oltre dieci anni da numerosi sanitari appartenenti a strutture pubbliche”, commenta il legale.

Sebbene dal dispositivo non emerga il percorso argomentativo, ho ragione di ritenere che siano state valorizzate esclusivamente le impressioni dei verbalizzanti che da un semplice servizio di appostamento in un noto bar cittadino, hanno desunto la falsità della documentazione medica rilasciata da strutture pubbliche.In ragione delle contestazioni mosse all’Oddamo e del rilievo che costui aveva ottenuto l’indennità di accompagnamento e la pensione di inabilità a seguito di pronuncia del giudice del lavoro e di plurime certificazioni rilasciate da enti pubblici ospedalieri, si era chiesto — al fine coadiuvare il giudice nell’adozione di un provvedimento corretto – di disporre perizia sulle effettive condizioni di salute del mio Assistito per verificarne la rispondenza con le certificazioni mediche ottenuto nel corso di ben 12 anni da sanitari diversi. Il giudice ha ritenuto di non effettuare tale adempimento istruttorio.La scelta amareggia e, nello specifico, lede le garanzie difensive di un imputato che – in ragione delle sue documentate condizioni di salute – si vede ingiustamente condannato.Non appena saranno depositate le motivazioni verrà proposto appello anche perchè – a tacer d’altro – è inaccettabile privilegiare impressioni o valutazioni di operanti rispetto a competenze professionali di sanitari appartenenti a strutture pubbliche“, conclude l’avvocato Cacia.

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