Alle 19 partirà l’ultimo treno notte da Messina: la Rete No Ponte al fianco dei lavoratori Servirail

Alle 19 partirà l’ultimo treno notte da Messina: la Rete No Ponte al fianco dei lavoratori Servirail

Alle 19 partirà l’ultimo treno notte da Messina: la Rete No Ponte al fianco dei lavoratori Servirail

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sabato 10 Dicembre 2011 - 10:14

Oggi il movimento, insieme al “Comitato verso il 18 dicembre”, porterà la solidarietà attiva ai lavoratori ex Wagon Lits, che per protestano occupano l’impianto accanto al binario 1

Il lungo, inesorabile e sconfortante addio delle Ferrovie, che abbandonano sempre più lo Stretto, e l’ostinazione con cui si vuol portare avanti l’idea della realizzazione del Ponte sullo Stretto. Destrutturazione e infrastrutturazione che fanno a pugni. Due motivi di lotta che si incrociano. Ecco perché oggi pomeriggio, intorno alle 18, la “Rete No Ponte” e il “Comitato verso il 18 dicembre” porteranno la loro solidarietà attiva ai lavoratori della “Servirail” (ex Wagon Lits) che stanno, per protesta, dal 3 dicembre occupando il loro impianto accanto al binario 1 della stazione ferroviaria centrale di Messina, giorno e notte, con tende e sciopero della fame, in vista del loro licenziamento dovuto alla cancellazione dei treni-notte a lunga percorrenza decisa dalle Fs, che avverrà a partire da giorno 11.

«La Servirail – scrivono in una noto Rete e Comitato – a causa dei parametri inaccettabili dal punto di vista economico previsti dal nuovo bando di Trenitalia (che preferisce investire solo nell’alta velocità al Nord e nel continuo miglioramento del servizio nelle tratte Roma-Milano e Milano-Torino, a tutto discapito invece del meridione, dove galoppa la dismissione e il definanziamento) ,ha preferito gettare la spugna e non partecipare». Risultato: adesso sono più di 800 in tutto i lavoratori del servizio cuccette dei treni che in Italia dall’11 dicembre prossimo perderanno il posto di lavoro. A Roma circa 100 di loro da giorni stanno occupando un edificio delle Ferrovie e i loro rappresentanti sindacali sono in trattativa con il Governo e il Gruppo Fs. Trattativa però che ieri sera è stata sospesa perché il nuovo gestore del servizio, peraltro incaricato dalle Fs solo temporaneamente per 6 mesi, ha fatto sapere di poter assorbire solo poco più di 1/3 degli oltre 800 lavoratori. 85 di questi sono messinesi appunto, i quali ieri mattina hanno anche occupato i binari 7 e 8 della stazione.

Il nuovo orario quindi disposto da Trenitalia che entrerà in vigore a partire da domenica e che prevede la cancellazione dei treni notturni fino al nord (con scalo forzato d’ora in poi a Roma), «si prefigura inoltre come violazione del principio costituzionale ed europeo della continuità territoriale. Noi – continua la Rete No Ponte – ci siamo sempre battuti per le vere priorità per il nostro territorio, perché il nostro no al ponte è sempre stato un sì alle infrastrutture di prossimità. Da sempre denunciamo la dismissione di Rfi in riva allo stretto (sia in termini di navi che di treni) e lottiamo per far sì che lo Stato, invece di continuare a scialacquare fondi pubblici per la società concessionaria del Ponte sullo stretto (che noi consideriamo opera faraonica solamente inutile e dannosa) ,la “Stretto di Messina” S.p.a. (di cui appunto chiediamo lo scioglimento), investa questi fondi nel trasporto pubblico marittimo e ferroviario in Sicilia e Calabria».

Tra i motivi: il fatto che il proseguo dell’iter della costruzione del Ponte potrebbe causarela perdita di oltre un migliaio di posti di lavoro proprio nel settore della navigazione. Ecco perché oggi, in concomitanza dell’ultimo treno-notte a lunga percorrenza (che avverrà alle 19), i due movimenti manifesteranno «la propria solidarietà attiva ai lavoratori licenziati e a lottare insieme con loro per far sì che Messina non subisca inerme questo ennesimo scippo».

3 commenti

  1. rossetti mariano 10 Dicembre 2011 11:50

    In tutta questa vergognosa vicenda chi è mancata all’appello è la deputazione messinese, che, ancora una volta, brilla per vigliaccheria e menefreghismo.
    Cialtroni che pensano solo ai loro interessi (pensate che Razzi sia un caso unico?) e se ne fregano della povera gente, di coloro che si sobbarcano oltre 17 ore di treno su convogli sporchi, guasti, quando non pericolosi.
    Che i messinesi si ricordino di questa gentaglia alle elezioni.
    Inutile dire che l’invito è esteso anche verso i rappresentanti locali di una classe politica marcia, incancrenita sui prpri bisogni e su quelli dei loro amici e complici.

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  2. Quello che mi fa indignare e sopratutto incaxxare è la totale, assoluta e inconcepibile assenza dei nostri politici e non mi riferisco solo ai messinesi (bè, quelli sappiamo di che pasta sono fatti…) ma a TUTTI i politici regionali e nazionali che sono stati eletti nei collegi siciliani.
    La dismissione continuata e perpetrata da parte delle Ferrovie dello Stato (ricordiamoci: UNICO GESTORE MONOPOLISTA del settore)nei confronti della Sicilia e dei suoi abitanti non può (e non DEVE)passare impunemente in silenzio e senza alcuna protesta politica!I siciliani, i meridionali non sono cittadini italiani di serie B!Non possono e NON DEVONO essere discriminati!
    C’è gente che per vari motivi NON può scendere e salire dai treni come i più e come vorrebbe il sig.Moretti (a.d. di Trenitalia) spezzando in due l’Italia, e per i costi proibitivi NON può permettersi di prendere un aereo che comunque lo lascerebbe, nella migliore delle ipotesi, a Reggio con tutte le difficoltà dei trasporti da e per l’aeroporto.
    In Paese normale, con politici “normali” chiunque di loro arrossirebbe dalla vergogna per la loro inerzia e incapacità di far valere questi NOSTRI SACROSANTI DIRITTI!!!

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  3. stai certo che i messinesi non solo si ricoderanno dei politici che in questa vicenda sono stati vergognosamente in silenzio, ma vedrai che alle prossime elezioni li rivoteranno come tanti pecoroni…

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