Continua l'abbandono di Messina: confermata la chiusura dell'Officina Grandi Riparazioni

Continua l’abbandono di Messina: confermata la chiusura dell’Officina Grandi Riparazioni

Continua l’abbandono di Messina: confermata la chiusura dell’Officina Grandi Riparazioni

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giovedì 26 Maggio 2011 - 00:26

L'ha ribadito l'azienda ai sindacati. Il commento amaro della Cgil: «Tra tagli e trasferimenti Messina declassata a stazione di transito. Il Piano coincide con progetti speculativi del Comune»

«Dall’incontro odierno solo notizie allarmanti circa l’inarrestabile piano di dismissioni di Ferrovie dello Stato nello Stretto che coincide con i piani speculativi sostenuti dal sindaco. Per i messinesi solo perdita di posti di lavoro e di mobilità». Questo il commento di Pino Foti, segretario generale della Filt Cgil di Messina a latere dell’incontro che si è tenuto oggi tra il rappresentante di Trenitalia, ing. Andrea Morucci, e le organizzazioni sindacali sulla annunciata chiusura dell’Officina Grandi Riparazioni dell’impianto ferroviario messinese. Da parte di Fs confermata la chiusura e smobilitazione dell’impianto OGR di Messina che, per stessa ammissione di Morucci, è il primo in Italia per produttività, entro 30 mesi per consentire l’avvio dei lavori del Ponte. «Si smobilita per fare posto al Ponte, – osserva Foti – ma non si richiedono aree alternative alle attuali. Fatto questo che ci fa pensare che in 0realtà la chiusura dell’OGR abbia più a che fare con l’abbandono di Fs che con il Ponte sulla cui effettiva realizzazione nutriamo fondati dubbi. Ma con una perdita concreta di posti di lavoro diretti e nell’indotto. Per sempre”. A conferma di questa tesi, il trasferimento dell’attività attualmente espletate nell’OGR di Messina a Verona. Foti punta però il dito contro il Piano strategico del Comune, sul quale la Cgil aveva già espresso forti perplessità di merito, il cui progetto di riqualificazione dell’intera area che va dalla zona Falcata a Gazzi è perfettamente in linea con i piani di FS, grazie anche ai protocolli siglati dal sindaco Buzzanca già nel 2009.

«Un Piano strategico, quello dell’amministrazione Buzzanca – afferma il sindacalista – che nonostante quanto accaduto a Giampilieri e nonostante i continui cedimenti di terreno, prevede solo una lottizzazione selvaggia sulla costa con un aumento dei limiti di edificabilità. Al centro dei piani di Fs, e dell’amministrazione comunale, il trasferimento della Stazione a Gazzi (e non in via S. Cecilia come individuato in un primo momento) e la riduzione dai 40 binari attuali ad appena 5 di cui uno riservato alla Metroferrovia. Un declassamento immenso per la stazione di Messina che diventerebbe un mero snodo di transito con tutte le conseguenze del caso in termini di perdita di posti di lavoro e in termini di attività oggi collegate al transito che verranno chiuse», spiega Foti che accenna infatti ad una accelerazione nella chiusura di Italferr , azienda di Fs preposta alla progettazione di sistemi ferroviari.

«Quello che FS sta portando avanti è un disastro in termini occupazionali e di mobilità per i messinesi che trova sponda invece che opposizione nel sindaco che tale piano mette in condizione di realizzare i progetti speculativi in cantiere», osserva Foti che prosegue: «Servono a poco, per non dire a niente, ulteriori incontri tra sindacati e Fs se non alla presenza del primo cittadino perché spetta a lui, che ha firmato già nel 2009 le intese con Fs senza coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori o altri soggetti, intervenire per il bene comune della città e dei cittadini». Per la Filt Cgil sono inoltre vani gli attesati di solidarietà espressi dal consiglio comunale al quale si chiede una netta presa di posizione su una vicenda così importante per il futuro di Messina attraverso l’ emanazione di precisi indirizzi al governo cittadino. «A questo punto – conclude Foti- la protesta dei lavoratori è scontata ma resta il nodo relativo al sindaco che deve spiegare non solo alle organizzazioni sindacali ma a tutta la città quale è il Piano di sviluppo che ha in mente per una messina senza treni, scollegata dal resto del paese».

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