Davide Alogna e Orchestra “Sinfonietta Messina”, parabole musicali

Davide Alogna e Orchestra “Sinfonietta Messina”, parabole musicali

giovanni francio

Davide Alogna e Orchestra “Sinfonietta Messina”, parabole musicali

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mercoledì 06 Dicembre 2017 - 08:13

La celeberrima serenata di Mozart, ma anche il nostro Mafali nell’interpretazione dell’orchestra messinese

Chi non ha mai ascoltato almeno una volta la “Eine Kleine Nachtmusik”? Con il brano probabilmente più popolare di Mozart e uno dei più celebri dell’intero repertorio della musica classica, vittima della sua stessa popolarità, utilizzato, in tutti i suoi movimenti, in pubblicità, suonerie telefoniche, etc., massacrato in tutti i modi possibili – mi è capitato, da piccolo, di ascoltarne il minuetto addirittura al circo, in uno spettacolo di clown – è iniziato Il concerto tenutosi domenica 3 dicembre al Palacultura per la stagione musicale della Filarmonica Laudamo, da parte della Orchestra da camera “Sinfonietta Messina”, un interessante gruppo di recente costituzione nel panorama musicale cittadino e non solo.

Nel Settecento si era soliti eseguire serenate e divertimenti con piccole orchestre all’aperto, in giardini o cortili, in occasione di varie ricorrenze. Queste serenate ci restituiscono frammenti di un mondo perduto, e la Serenata in sol maggiore Eine Kleine Nachtmusik K 525 (una piccola musica notturna), ultima serenata composta da Wolfgang Amadeus Mozart, nei suoi celebri quattro movimenti, nonostante la sua forse eccessiva popolarità, mantiene sempre una miracolosa freschezza e si fa ascoltare con gioia. Composta negli ultimi anni della sua brevissima ma straordinaria parabola artistica, il brano è l’emblema di quella che viene definita la seconda giovinezza mozartiana, ove, dietro l’apparenza di “facilità”, si cela una consumata perizia tecnica: tutto è equilibrato e perfetto, non una nota fuori posto, dal celebre “Allegro” iniziale, con il suo piglio irresistibile, alla serena “Romanza – Andante”, al tenero “Menuetto: Allegretto”, fino allo strepitoso “Rondò: Allegro finale”, brillante ma venato da passaggi drammatici in minore, prima di chiudere con una splendida coda. L’orchestra, pur denotando ancora un affiatamento da rifinire, in particolare negli unisono dei violini, non perfettamente unitari, e con la tendenza a prevalere sugli altri strumenti (sul violoncello in primis) ha offerto una esecuzione più che dignitosa, optando per una felice scelta dei tempi. La “Pastorale in la maggiore per violino e archi” adattamento di Ottorino Respighi del brano composto da Giuseppe Tartini per violino e basso, ha visto l’ingresso del violino solista Davide Alogna, che ha suonato il brano, secondo le indicazioni di Tartini, all’epoca celebre virtuoso del violino, con lo strumento accordato di un tono più alto. Ottima l’esecuzione del violinista, perfetto e molto sicuro della propria tecnica, nell’interpretazione di questa sorta di nenia nataliza, che ci ha introdotto nel clima delle prossime festività. La seconda parte del concerto ha visto l’esecuzione, da parte dell’orchestra da camera, della “Suite antiqua”, interessante brano del musicista messinese Melo Mafali. Si tratta di una composizione ispirata all’epoca barocca, una suite composta, da danze antiche (Sarabanda, Bourrèe, Gigue), introdotte da un Preludio, secondo gli schemi tradizionali della musica barocca, con ampio utilizzo del contrappunto e del fugato, seppure rivisitati in chiave moderna. Molto bella in particolare la Sarabanda, un brano lento e meditativo, richiamato efficacemente nel corso della Giga, prima della chiusa finale. Il compositore messinese, presente in sala, è salito sul palco per ricevere i più che meritati applausi del pubblico. Ha concluso la serata l’Introduzione e Rondò capriccioso in la minore op. 28 per violino e orchestra” di Camille Saint Saens, con ancora protagonista assoluto il violino di Davide Alagna.

Dopo una introduzione melodica ed espressiva, ecco che a ritmo compassato di marcia si scatena il Rondò capriccioso, brillante e ricco di temi plastici, gradevoli e ricchi di fascino, caratteristici del tardo romantico musicista francese. Il brano ha dato l’opportunità ad Alagna di esibire il suo eccellente virtuosismo al violino. Buona prova dell’orchestra, con i limiti sopra evidenziati, e ottima performance del violinista Davide Alagna, che ha anche interloquito col pubblico introducendo i brani e i bis. Ottimo successo di pubblico, e generosi i musicisti a concedere ben tre bis, graditissimi per il loro pregio artistico di valore assoluto: l’”Aria “ dalla Suite n. 2 di Johann Sebastian Bach, meglio conosciuta come “Aria sulla quarta corda”, in un adattamento per violino e archi; il bellissimo “Preludio” dai “5 pezzi per due violini” di Dimitri Shostakovich, con il primo violino dell’orchestra a duettare con Alagna, accompagnati dall’orchestra, ed infine un bis del violinista da solo, la “Gavotta”, terzo movimento dalla Partita n. 3 in mi maggiore per violino solo sempre di Bach.

Giovanni Franciò

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