Il Taormina Film Festival e la verità sulla Casa di Vincenzo: chiusa da 7 mesi

Il Taormina Film Festival e la verità sulla Casa di Vincenzo: chiusa da 7 mesi

Rosaria Brancato

Il Taormina Film Festival e la verità sulla Casa di Vincenzo: chiusa da 7 mesi

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lunedì 13 Giugno 2016 - 12:52

E' stata chiusa il 6 novembre e da allora padre Pati, senza contributi dall'amministrazione, ha garantito la continuità del servizio a sue spese, a Collereale. Ma nessuno in 3 giorni di Festival se ne è ricordato, forse a causa di un'amnesia collettiva.

Grazie padre Pati. Pronunciamo noi quel “grazie” a padre Pati ed alla cooperativa Santa Maria della strada che in 3 giorni di flash e riflettori per il Taormina Film Festival dedicato agli Invisibili nessuno ha pronunciato.

Padre Pati non è stato invitato, ma del resto, per chi è alieno ad ogni tipo di passerella, se anche fosse stato chiamato, non avrebbe calcato quel palcoscenico, né al Monte di Pietà né a Taormina. Ma se avesse parlato avrebbe dovuto dire quella frase che NESSUNO in 3 giorni ha detto: “La Casa di Vincenzo è chiusa da 7 mesi”. Ed è proprio e solo a padre Pati ed ai lavoratori e volontari della coop Santa Maria della strada che dobbiamo dire grazie se gli “invisibili”, i senza tetto rimasti anche senza quello della Casa di Vincenzo dal 6 novembre scorso, hanno un letto, un ricovero, un rifugio. E ad accollarsi tutte le spese non è il Comune, ma padre Pati.

Eppure questa parte di verità non è emersa nei 3 giorni di Taormina Film Festival, né dalle ripetute dichiarazioni di Accorinti a Messina a Taormina, senza che lui abbia detto una sola parola di ringraziamento verso chi da 7 mesi sopperisce alle carenze dell’amministrazione, senza che lui abbia detto che sì, la Casa di Vincenzo è un simbolo ed un traguardo, ma dal 6 novembre è chiusa. Se Monica Guerritore, dopo aver sentito tante lodi sulla struttura, avesse chiesto ieri di visitarla, o se lo stesso avesse chiesto Richard Gere, sarebbero rimasti delusi. Al massimo qualcuno avrebbe potuto portarli a Collereale, dove sempre grazie a padre Pati, è stata trovata quella soluzione che doveva essere temporanea e che è diventata molto di più. Peraltro non è a costo zero, ed i costi sono tutti a carico della cooperativa, perché l’amministrazione non ha stanziato un euro, alle prese con problemi di bilancio e affini. Eppure quell’offrire un tetto ha un costo, circa 7 mila euro al mese.

La povertà è una cosa seria. Deve essere affrontato in modo serio ogni aspetto di quella che è diventata una vera emergenza. La solidarietà è una cosa seria.

Spiace profondamente che tra tanti flash e passerelle ci si sia dimenticati di spendere almeno una parola per la verità.

Facciamo un ripasso (leggi qui l'articolo di Francesca Stornante del 31 maggio), premettendo che i lavori alla Casa di Vincenzo sono stati ultimati dopo 7 mesi, adesso la delibera è pronta e nelle prossime settimane si potrà procedere all’affidamento della struttura per il mese di luglio, in attesa dell’espletamento della gara.

La struttura inaugurata nel febbraio 2014 ha chiuso battenti nel novembre 2015 e da allora non ha più riaperto, nonostante le rassicurazioni che si sono susseguite. Il servizio continua presso l'Istituto Collereale ma è tutto sulle spalle della coop Santa Maria della Strada perché il Comune non eroga alcun finanziamento. Era il 6 novembre scorso quando il dormitorio per senzatetto chiudeva battenti a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie in cui versava. Pulci, topi, blatte avevano reso la struttura totalmente inadeguata all’accoglienza dei clochard che avevano trovato nella casa di Vincenzo un letto, una doccia calda, un luogo sicuro dove trascorrere la notte. Non erano bastate le disinfestazioni effettuate, serviva un intervento più massiccio per ripristinare degne condizioni di vivibilità e rendere la struttura ancor più accogliente e ospitale. Il servizio per fortuna è stato assicurato grazie all’impegno e alla buona volontà della cooperativa Santa Maria della Strada di padre Francesco Pati, che fin dal principio si è occupata dell’accoglienza dei senzatetto nel rifugio per la notte allestito al primo piano degli ex Magazzini Generali. È stato proprio padre Pati, sette mesi fa, ad individuare una soluzione alternativa per non lasciare letteralmente in mezzo alla strada i senzatetto ospiti della Casa di Vincenzo. Di fronte al silenzio del Comune, padre Pati aveva trovato la disponibilità dell'Istituto Collereale e lì è stato allestito il dormitorio in attesa di quegli interventi necessari per riaprire la struttura. Ma quella che doveva essere una soluzione tampone è diventata l'unica alternativa per garantire il servizio. Ovviamente senza più alcun aiuto economico dal Comune. A causa della mancata approvazione del bilancio, Palazzo Zanca non ha più corrisposto i circa 7 mila euro mensili che servivano per gestire l'accoglienza, pagare le utenze e il personale impegnato nella struttura. Gli interventi di sistemazione sono stati effettuati, l'assessore Nina Santisi nei mesi scorsi aveva garantito che la struttura avrebbe riaperto prima a fine gennaio, poi a fine marzo. A metà giugno qualcosa sta iniziando a sbloccarsi e con ogni probabilità a luglio Casa di Vincenzo potrà riaprire.

Probabilmente è un discorso più complesso da pronunciarsi sotto i riflettori, ma è la semplice verità e non c’è nulla di male nella verità.

La Casa di Vincenzo è chiusa da 7 mesi, speriamo riapra, nel frattempo il nostro più grande e sentito grazie va a chi ha dato un tetto agli invisibili, un pasto caldo, un rifugio e lo ha fatto accollandosi tutte le spese.

Senza applausi, senza clamore, senza riflettori.

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. Una replica del Sindaco sarebbe gradita……

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  2. Una replica del Sindaco sarebbe gradita……

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  3. Cosa avrebbe dovuto dire lo scalzo? Che, siccome non ci guadagna niente, se ne frega? Cara Rosaria, che il tibetano sia un bluff, lo hanno capito tutti. Qui, non dobbiamo lottare per il tibet, qui ci sono solo poveracci che non portano soldi e nemmeno voti, quindi, gli inadeguati, interessati ed imbroglioni, perché dovrebbero perderci tempo? Fa più “immagine” una lercia maglietta con scritto free tibet che un reale e disinteressato impegno per gli invisibili!

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  4. Cosa avrebbe dovuto dire lo scalzo? Che, siccome non ci guadagna niente, se ne frega? Cara Rosaria, che il tibetano sia un bluff, lo hanno capito tutti. Qui, non dobbiamo lottare per il tibet, qui ci sono solo poveracci che non portano soldi e nemmeno voti, quindi, gli inadeguati, interessati ed imbroglioni, perché dovrebbero perderci tempo? Fa più “immagine” una lercia maglietta con scritto free tibet che un reale e disinteressato impegno per gli invisibili!

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  5. La casa di Vincenzo una bella storiella come la flotta comunale o fuori i tir da Messina!!

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  6. La casa di Vincenzo una bella storiella come la flotta comunale o fuori i tir da Messina!!

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  7. Avrebbe potuto impegnare i soldi che ha promesso di restituire, anche solo donandoli in questi mesi a chi si è occupato dei senza tetto.
    Caro Renato, nessuno avrebbe mai preteso un soldo per il tuo lavoro da sindaco. È giusto pagare chi lavora. Ma avendone fatto tu un punto d’onore ed una questione di principio tu stesso, adesso forse sarebbe il caso di iniziare a realizzare quanto promesso.

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  8. Avrebbe potuto impegnare i soldi che ha promesso di restituire, anche solo donandoli in questi mesi a chi si è occupato dei senza tetto.
    Caro Renato, nessuno avrebbe mai preteso un soldo per il tuo lavoro da sindaco. È giusto pagare chi lavora. Ma avendone fatto tu un punto d’onore ed una questione di principio tu stesso, adesso forse sarebbe il caso di iniziare a realizzare quanto promesso.

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