Triscele: passa il tempo, l’iter per il cambio destinazione dello stabilimento non si sblocca

Triscele: passa il tempo, l’iter per il cambio destinazione dello stabilimento non si sblocca

Triscele: passa il tempo, l’iter per il cambio destinazione dello stabilimento non si sblocca

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giovedì 12 Aprile 2012 - 22:43

Non è ancora stata avviata la pubblicazione attraverso affissioni che procede il trasferimento al Cru per la modifica del Prg. L’azienda attende, il 31 dicembre è lontano ma non troppo

Passano i giorni ma latitano le notizie in merito ad una delle vertenze simbolo dell’emergenza occupazionale che si vive in città. Stiamo parlando della Triscele, unica azienda siciliana produttrice di birra che ha bloccato l’attività nei primi mesi del 2010 per ragioni logistico-gestionali. Come è noto, la ripresa del lavoro è collegata alla delocalizzazione dell’impianto, che su strategia imprenditoriale è stata vincolata alla costruzione di abitazioni nella zona in cui insiste l’attuale stabilimento di via Bonino. Non è bastata però una sentenza del Tar di Catania, datata aprile 2009, per sbloccare il procedimento di adeguamento dell’area. Il consiglio comunale, organo incaricato in prima battuta di approvare il cambio di destinazione edilizio sulla superficie, ha dato il via libera alla delibera solo il 16 novembre 2011. L’atto però non è ancora stato transitato dal servizio affissioni per la pubblicazione, bloccando di fatto l’iter che dovrebbe procedere con il passaggio al Cru di Palermo per la modifica del piano regolatore.

Dal punto di vista occupazionale, la trattativa tra prefettura e Ufficio provinciale del lavoro ha permesso ai 42 dipendenti di ottenere la cassa integrazione in deroga fino al prossimo 31 dicembre. Ma sarà corsa contro il tempo per evitare il ricorso alla mobilità, già annunciata e poi ritirata dalla famiglia Faranda. Una volta sbloccato il passaggio burocratico attualmente in stand-by, la proprietà dovrà infatti trovare l’accordo per la cessione dell’area, stilare con l’acquirente un piano finanziario e sulla base di quest’ultimo redigere il piano industriale per l’avvio della delocalizzazione, che inizierà con l’individuazione di una nuova area. Le idee sembrano essere chiare, l’azienda continua a ripetere di voler continuare a fare impresa, ma tutto rimane ancora fermo. Mentre il tempo passa inesorabile.

La politica, dal canto suo, dopo la fase di nuova risonanza mediatica sembra nuovamente caduta nel silenzio. Dalla Provincia non è stato dato seguito alle promesse fatte. Non vi è traccia della bozza di ordine del giorno che i consiglieri avrebbero dovuto approvare in aula per manifestare il proprio sostegno ai dipendenti. Stessa cosa per quanto riguarda la giunta. Il presidente Nanni Ricevuto aveva promesso sostegno all’impresa nel contenzioso con l’Heineken per il recupero dello storico marchio “Birra Messina”, ma nulla si è saputo degli accertamenti avviati dai legali dell’ente sulla possibilità di intervenire in sede giudiziaria. Da palazzo Zanca ancora peggio. Perché è appunto lì, all’ufficio urbanistica, che qualcosa sembra essersi inceppato. Ogni goccia che cade “svuota” la bottiglia, nella speranza che il prossimo capodanno non ci si rifasci la testa per la botte ancora vuota.

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