Corsi d'oro, entra nel vivo il processo: le intercettazioni telefoniche saranno periziate

Corsi d’oro, entra nel vivo il processo: le intercettazioni telefoniche saranno periziate

Alessandra Serio

Corsi d’oro, entra nel vivo il processo: le intercettazioni telefoniche saranno periziate

giovedì 09 Gennaio 2014 - 16:10

Tra le poche richieste dei difensori accettate dai giudici, le registrazioni saranno affidate ad un perito per stabilire quali saranno adoperate nel processo e quali escluse. Le conversazioni tra i personaggi ora imputati sono alla base delle accuse mosse dalla Procura di Messina al gruppo Genovese-Sauta e Buzzanca-Capone.

Seconda udienza del processo sula gestione dei fondi destinati alla formazione professionale da parte dei responsabili di Aram, Ancol e Lumen, gli enti finiti nel mirino della Procura di Messina, gravitanti intorno ai due ex sindaci di Messina, Francantonio Genovese (Pd) e Giuseppe Buzzanca (Pdl).

Un'altra lunga giornata in aula, quella di oggi, per via della aspra battaglia tra accusa e difese. Dopo aver rigettato una lunga serie di eccezioni sollevate dai molti avvocatori difensori, la presidente Calabro’ ha chiuso la fase preliminare ammettendo le parti civili costituite, a cominciare dalla Regione siciliana. Rigettate tutte le istanze dei difensori ad eccezione di una unica "concessione": la perizia sulle intercettazioni telefoniche e sul flusso informativo. Per stabilire quali registrazioni entreranno effettivamente nel processo, costituendo la base delle prove di accusa a carico dei protagonisti, sarà effettuata una apposita perizia.

Il Tribunale affiderà l'incarico al consulente all'udienza del prossimo 16 gennaio. Infine, è stata riunificata la posizione processuale di Melino Capone, l'ex assessore comunale responsabile dell'Ancol insieme a Daniela D'Urso, moglie di Buzzanca. Capone, oltre ad essere imputato della vicenda principale, la gestione dei fondi, era al centro di una parallela inchiesta sulle attività dell'ente che dirigeva, in particolare sul mancato riconoscimento da parte della sede nazionale dell'Ancol, senza il quale la sede regionale ha comunque continuato ad operare. Anche questo aspetto sarà quindi trattato nel processo in corso.

Processo che proprio oggi pomeriggio è entrato nel vivo, con l'audizione del presidente nazionale dell'Ancol, interrogato dal pm Camillo Falvo sui rapporti con gli sportelli siciliani gestiti da Capone e dalla D'Urso. Insieme al magistrato, hanno seguito tutte le fasi della udienza, al banco dell'accusa, i colleghi Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti. (Alessandra Serio)

4 commenti

  1. Risparmiate questi soldi, per favore.
    Tanto tutto andrà in prescrizione, quando mai il Tribunale di Messina ha portato a termine un processo contro un forte?

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  2. Fate pagare a loro una parte della tares, invece di scaricarla tutta ai cittadini, del resto loro hanno xxxxxxx il popolo e in qualche modo devono risarcirlo.

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  3. perché i “commentatori” delle gesta dell’Amministrazione Accorinti, su queste “perle”, non commentano nulla ?? Sono a lutto , forse ??? Non hanno nulla a che dire, commentando nostalgicamente i bei tempi andati. Mannaggia !!!!!!!

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  4. Spero che vengano comminate pene severissime ai responsabili.
    Personalmente, credo che bisognerebbe scavare ancora sulle responsabilità e non fermarsi ai nomi più facili da perseguire.
    George

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