Violenta grandinata flagella il messinese ionico

Violenta grandinata flagella il messinese ionico

Daniele Ingemi

Violenta grandinata flagella il messinese ionico

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giovedì 22 Gennaio 2015 - 16:50

Una forte grandinata nel pomeriggio odierno ha colpito duramente diverse aree del messinese ionico, provocando tanti disagi e anche qualche danno

Come previsto nel pomeriggio odierno un consistente fronte temporalesco ha attraversato il messinese e l’area dello Stretto di Messina, dando origine ad intensi rovesci di pioggia e a grandinate, localmente pure intense, ed accompagnate da una moderata attività elettrica e colpi di vento. I fenomeni più intensi, nel primo pomeriggio, si sono accaniti sulle località della costa ionica messinese, dove si sono verificate pure delle forti grandinate che imbiancato strade e campagne. Soprattutto lungo il comprensorio dell’Alcantara e il taorminese dove i fenomeni sono risultati davvero molto forti, accumulando sul terreno oltre 10-20 cm di grandine. In questo caso l’afflusso in quota di aria molto fredda e piuttosto secca, sopra gli 8000 metri, al di sopra dell’umido e temperato flusso sciroccale attivo nei bassi strati, ha contribuito a rinvigorire l’imponente nube temporalesca, responsabile della forte grandinata, che dal catanese si è spostata verso i comuni del messinese ionico e la parte meridionale dello Stretto di Messina.

A differenza della violenta grandinata dell’11 Ottobre 2013, che flagello un’area ristretta della ionica messinese causando ingentissimi danni e persino feriti, stavolta l’evento è stato più diffuso, interessando un’ampia porzione di territorio fino ai confini meridionali con la città. Il poderoso cumulonembo, responsabile della grandinata, ha raggiunto i 12 chilometri di altezza, sfondando a quote decisamente molto elevate (alta troposfera), dove le temperature estremamente fredde hanno congelato la sommità del corpo nuvoloso, intensificando notevolmente i moti ascensionali al suo interno. In tale contesto la grandine si forma in presenza di correnti ascensionali molto forti dentro una nuvola temporalesca, carica di fulminazioni. In questo caso accade che un primo nucleo di ghiaccio, presente lungo la sommità della nube temporalesca (dove le temperature raggiungono i -50°C), viene trasportato in su e in giù nella nube, dove si fonde con altri piccoli aggregati di ghiaccio e gocce d'acqua per poi ricongelarsi nuovamente e diventare sempre più grande.

Quando le correnti non riescono più a sollevare e trattenere i pezzi di ghiaccio, perché divenuti troppo pesanti, questi tendono a ricadere sulla terra, generando la grandinata. Proprio in questi casi, tutti gli aggregati delle particelle ghiacciate che non riescono a fondersi prima di raggiungere il suolo, causano spesso notevoli danni sia nelle campagne che alle abitazioni e alle autovetture posteggiate all’aperto. Inoltre è possibile distinguere anche due tipi di chicchi di grandine. I chicchi di grandine che cadono ad alte temperature sono trasparenti perché privi di bolle d'aria. Quelli che cadono a temperature più basse, nella stagione invernale, sono bianchi perché ne contengono molte.

Daniele Ingemi

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