L’ex assessore Michele Bisignano: “Sì ad un’Area Metropolitana ancora più vasta”

L’ex assessore Michele Bisignano: “Sì ad un’Area Metropolitana ancora più vasta”

L’ex assessore Michele Bisignano: “Sì ad un’Area Metropolitana ancora più vasta”

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giovedì 29 Maggio 2014 - 04:37

L’ex assessore provinciale alla pianificazione strategica e territoriale interviene da “operatore sul campo” al forum di Tempostretto, avendo già vissuto analoghi tentativi di creare sinergie sul territorio. “Attenti ai tentativi esterni di frammentazione della realtà messinese” avverte Michele Bisignano “Dobbiamo fare sistema evitando tentazioni Messinacentriche”

Le riflessioni che fornisco, come contributo all’interessante dibattito sulla Città-Area Metropolitana, non nascono tanto da studi ed analisi, quanto dall’esperienza vissuta “ sul campo ”, cioè sul territorio della provincia di Messina, nel corso di cinque anni in cui quale amministratore provinciale ho avuto la possibilità ed il piacere di confrontarmi con i Sindaci e i rappresentanti delle varie comunità locali, in occasione di numerosi incontri, assemblee, conferenze dei servizi, riunioni operative, per strumenti di pianificazione territoriale e di programmazione di area vasta quali: PIT,PIST,SRR,Ato Idrico, Piani Strategici di consorzi comunali e comprensoriali e distretti produttivi.

In tali occasioni, spesse volte su sollecitazione delle realtà presenti, ho avuto modo di svolgere il ruolo, non certo a titolo personale ma in rappresentanza dell’Ente Provincia, di soggetto armonizzatore di interessi sui temi della Pianificazione Strategica e Territoriale,politiche ambientali, trasporti e sviluppo economico, che sono proprio oggetto di quelle funzioni di coordinamento programmazione e controllo assegnate dalla nuova Legge istitutiva dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane.

Una Legge nata da un compromesso, fra le varie ipotesi prospettate, e quindi imbevuta di contraddizioni e discrasie e che ritengo sia una risposta parziale ed insufficiente rispetto a quello che doveva essere un disegno di ridefinizione e rimodulazione delle autonomie locali in Sicilia in termini di funzioni, ruoli, strutture,competenze e governance.

Un disegno che doveva coinvolgere in pieno l’istituto Regione e certe sue specificità anacronistiche a partire da uno snellimento della sua ipertrofica ed improduttiva struttura burocratica-amministrativa, con il conseguente trasferimento di funzioni ad un Ente intermedio che avrebbe dovuto occuparsi delle così dette “ Politiche di Rete “, e quindi visto più come una agenzia di sviluppo o, mutuando esperienze di altri paesi, una sorta di “ Autorithy Territoriale ” con le dinamiche proprie di un tale soggetto produttivo, ed ai Comuni, sollecitandone le aggregazioni e le collaborazioni gestionali a partire dai servizi di prossimità alla persona ed ai cittadini.

Un’ occasione, quindi, non adeguatamente utilizzata e che, peraltro, con le sue logiche di frammentazione e localizzazione e di proliferazione di strutture di gestione del territorio stride nettamente con gli indirizzi dell’Unione Europea che tende a privilegiare non più le politiche per le Regioni geografiche, ma le politiche per i Territori caratterizzati da omogeneità, e con la stessa Legge nazionale di riordino degli Enti locali che punta sulle aggregazioni e non certo sul minimalismo territoriale di corto respiro.

Così come non si può ragionare sulle scelte da effettuare ( adesioni confermate o meno e nuove adesioni alla Città Metropolitane o ai Liberi Consorzi ancora da definire ) senza tenere presente quello che sta avvenendo in altri territori provinciali a noi vicini, e con i quali abbiamo anche tentato negli ultimi anni di avviare delle sinergie strategiche.

Mi riferisco, in particolare, alla costituzione del Distretto Territoriale Sud-Est Sicilia Orientale che, sotto l’egida di importanti sponsor politici, istituzionali ed imprenditoriali, vede insieme Catania, Siracusa e Ragusa, e probabilmente Enna e i rispettivi territori provinciali, escludendo il territorio provinciale ( comunque lo si voglia definire ) messinese, che potrebbe essere il prodromo della costituzione di una micro-regione.

Così come, se si vuole avere un approccio realistico alle problematiche trattate non si può non fare riferimento alla ipotizzata riforma delle Autorità Portuali che prevede un distretto portuale-logistico che coinvolge il sistema portuale di Messina e Milazzo ed i porti di Catania ed Augusta, ma che vede come capofila Augusta in stretto rapporto con l’interporto di Catania e con la ipnotizzazione di un grande porto dell’Ionio, che diventerebbe naturale interfaccia di altre realtà portuali.

Per cui,qualsiasi ipotesi di formazione di un Libero consorzio, a cavallo delle province di Messina e Catania, apparirebbe riduttiva ed avrebbe un peso specifico minimo in quanto andrebbe ad inserirsi in un progetto di Area Vasta, comprendente tre o quattro territori provinciali nella loro integrità e che presentano importanti infrastrutture nei vari settori.

Ed è in tale quadro, cui ho voluto solo accennare, che si inserisce il disegno non tanto celato di frammentazione del territorio provinciale messinese, che ha una sua grande potenzialità solo se tenuto insieme, coltivando spinte centrifughe, che a dire il vero, sono state alimentate nel corso dei decenni da una visione eccessivamente messinacentrica della gestione politica –amministrativa.

Bisogna partire da queste considerazioni e non ripetere gli errori del passato facendo sentire partecipi di un progetto comune, non solo i 51 centri individuati nell’Area Metropolitana, ma anche altri Comuni contigui territorialmente che hanno già partecipato a comuni strumenti ed iniziative di pianificazione territoriale. Tenendo presente quanto è stato fatto in ed utilizzando gli strumenti esistenti, quali la programmazione prevista nel Piano Provinciale di sviluppo economico e sociale presentato nel Maggio 2013 ed il Piano Territoriale Provinciale, bloccato dalle lungaggini burocratiche, ma che prevedeva per la provincia di Messina due unità territoriali: l’Area dei Nebrodi e quella che da Messina si estende fino a Patti ad ovest comprendente le Isole Eolie e l’intera zona ionica e i paesi dell’entroterra, con una attenzione particolare al rapporto mare-monti e guardando poi all’Area Strategica dello Stretto capace di coinvolgere non solo le città di Messina e Reggio Calabria, ma tutti i centri di questa vasta area metropolitana; affidando alla città di Messina il ruolo che continua ancora ad espletare di centro di servizi e di naturale riferimento per una larghissima fascia dei comuni del messinese, in quanto sede di istituti ed uffici periferici dello Stato e della Regione, ma badando,però, ad individuare un piano strategico per questa nuova Area che nasca dal territorio e dalla valorizzazione delle sue valenze.

Un’Area che quindi esalti le esigenze di sinergia già portate avanti e che sulla base dello schema ipotizzato dai professori Limosani e Gambino, veda insieme la città di Messina che superando logiche di sviluppo autoreferenziale, guardi senza tentativi egemonici al resto del territorio in un progetto di integrazione territoriale che vede insieme non solo le istituzioni locali ma gli altri attori del territorio.

Solo così la talvolta abusata formula “fare sistema ” può diventare un autentico impegno concreto per affrontare, in maniera diversa dal passato, la fase di recessione economica-sociale-culturale , che caratterizza il nostro territorio, e ciò lo si può fare nell’immediato a partire dall’utilizzo produttivo e non in modo parcellizzato e clientelare dei fondi comunitari per il periodo 2014/2020 e dei fondi specifici per le Aree Vaste come l’Area Metropolitana, come il PON-METRO che, è bene sottolineare, non è fruibile solo dalla città di Messina ma anche da tutti gli altri centri che fanno parte di tale Area.

Michele Bisignano

( già Assessore Provinciale alla Pianificazione strategica e territoriale )

4 commenti

  1. Che comprenda anche alcuni comuni della provincia di Potenza come Sapri e Maratea. Sarebbe un sogno. Peccato non potere arrivare ad Ischia e Capri.
    Vi raccomando però di lasciare tutto nelle mani degli attuali politici e politicanti: non sono sazi.

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  2. Che comprenda anche alcuni comuni della provincia di Potenza come Sapri e Maratea. Sarebbe un sogno. Peccato non potere arrivare ad Ischia e Capri.
    Vi raccomando però di lasciare tutto nelle mani degli attuali politici e politicanti: non sono sazi.

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  3. allarghiamo da Trapani alle Alpi

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  4. allarghiamo da Trapani alle Alpi

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