Tagli, disservizi, rivoluzioni. Atm: qual è la verità sui conti?

Tagli, disservizi, rivoluzioni. Atm: qual è la verità sui conti?

Francesca Stornante

Tagli, disservizi, rivoluzioni. Atm: qual è la verità sui conti?

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lunedì 03 Settembre 2018 - 15:39

Primo confronto in I commissiona Viabilità tra i consiglieri comunali e i sindacati sulla situazione dell'azienda trasporti. Mancavano però il presidente del Cda e l'assessore Mondello, si tornerà a discutere per guardare più da vicino i numeri e capire qual è la reale situazione finanziaria che ha portato intanto alle prime azioni sui servizi

Un confronto a metà. Perché quella che poteva essere la prima vera occasione per iniziare a fare chiarezza sull’Atm e su tutte le questioni che si sono aperte sull’azienda trasporti, in realtà è stato solo il prologo di un discorso che necessariamente dovrà continuare con tutti gli attori principali. Oggi infatti la I Commissione Viabilità presieduta da Libero Gioveni aveva messo all’ordine del giorno l’audizione dei sindacati, del presidente dell’Atm Pippo Campagna e dell’assessore Salvatore Mondello. Ma mentre i sindacati si sono presentati tutti al gran completo, sono mancati l’amministrazione e l’azienda. Sia il presidente che l’assessore hanno fatto pervenire alla commissione l’avviso di assenza per improrogabili impegni istituzionali, un’assenza che ha tagliato le gambe al dibattito, ma che ha intanto consegnato ai consiglieri comunali una fotografia di quella che è oggi l’Atm secondo i sindacati.

Un’Atm che è diventata terreno di rivoluzione per il sindaco De Luca, che da fiore all’occhiello dell’amministrazione Accorinti rischia di essere diventata un crisantemo per il segretario dell’Orsa Mariano Massaro, un’Atm che è tornata al 2012 solo a danno dei cittadini come ha sottolineato il segretario della Uiltrasporti Michele Barresi, un’Atm su cui si deve assolutamente fare chiarezza. E questo è un presupposto su cui oggi tutti sembrano essere d’accordo. Perché a preoccupare, come ha giustamente sottolineato il consigliere Nino Interdonato, è la confusione che si è creata sull’azienda trasporti da quando c’è la nuova amministrazione e la nuova governance.

«Cosa è successo nell’ultimo mese all’Atm? L’ultima relazione dei Revisori dei Conti sul bilancio dell’azienda non presentava particolari criticità, quindi dobbiamo capire a cosa stiamo andando incontro e valutare le eventuali modifiche da apportare al Piano di riequilibrio perché i debiti dell’Atm fanno parte del piano» ha detto in premessa il consigliere di Sicilia Futura.

Ma per un esame dei numeri ci sarà una commissione congiunta viabilità-bilancio, perché l’argomento è troppo vasto e soprattutto servirà un’interlocuzione con Cda, amministrazione e revisori. Intanto però il quadro che emerge oggi è tutt’altro che roseo. Tanti dubbi su quelle che sono state le scelte finora messe in atto, tanti interrogativi su quello che potrebbe essere il futuro dell’azienda trasporti.

A mettere l’accento proprio sui timori per quanto sta accadendo è stato il segretario della Fit Cisl Lillo D’Amico: «In 30 giorni siamo tornati indietro di 10 anni, cosa è successo nei conti dell’azienda? Non è possibile che la precedente gestione avesse fatto importanti passi avanti, oggi ci sembra assurdo che sia svanito tutto come per magia».

E sulla stessa linea Michele Barresi, segretario Uiltrasporti, che ha lasciato alla commissione alcuni spunti di riflessione per iniziare ad andare tutti oltre gli annunci: «Ci siamo abituati ai miracoli del sindaco tanto che ha fatto anche il miracolo di riportare in un mese l’Atm a quella che era nel 2012. Oggi l’unica differenza è che c’è un parco mezzi rinnovato, ma il sistema è imploso. Non si intravede nessuna logica organizzativa di questa azienda e il peccato originale sarebbe un debito spuntato in 30 giorni. Anch’io mi pongo la domanda su come mai nell’ultimo mese improvvisamente si scopre una mole debitoria talmente grande da mettere a rischio la sostenibilità economica dell’azienda e i servizi. Dal 16 agosto si penalizza interamente il servizio offerto alla città sulla base di una scelta economica che però non sappiamo esattamente su cosa si basi. Di certo il 38% del servizio in meno non è riorganizzazione, ma tagli. Abbiamo la necessità di capire se i revisori di Atm sono stati folgorati sulla via di Damasco, serve qualcuno che certifichi i bilanci, non possiamo prima ancora di capire il vero stato di Atm penalizzare subito l’utenza. Finché l’azienda viene mantenuta pubblica il trasporto è un servizio sociale che non può essere improntato solo su logiche di mercato. Leggendo i bilanci fino ad oggi emerge un attivo di 1 milione di euro negli ultimi 4 anni. E’ necessario certificare i debiti dell’azienda nell’interesse di tutti, prima ancora di uccidere il malato vediamo se è malato veramente. Si parla di 70 milioni di debiti, ma non si è guardata la casella dei crediti. Si è parlato per esempio di debiti verso erario e Inps, ma c’è un piano di rottamazione delle cartelle esattoriali già previsto».

Barresi ha detto ai consiglieri comunali di controllare se in questo momento Atm sta rispettando il contratto di servizio votato proprio dal consiglio, di vedere se l’azienda è passibile di penali e sanzioni, se si sta osservando la Carta di qualità dei servizi. «Si sta facendo un danno all’azienda, agli utenti, all’idea di trasporto pubblico in città». E poi un passaggio sulla carenza di autisti: «Se non ci saranno assunzioni di autisti possono inventarsi qualunque forma di riorganizzazione, ma senza farina pane non se ne fa».

Uno sguardo più tecnico quello offerto da Massimiliano Parisi per la Filt Cgil: “Oggi ci troviamo di fronte a un disservizio di 4 mila km in meno al giorno, di fronte all’esternalizzazione di un servizio come il soccorso che è stato messo nelle mani di una ditta privata non sappiamo neanche seguendo quale procedura e vedremo a quali costi, di fronte a problemi con i bus, i biglietti, l’utenza. In 20 giorni è diventata un’azienda assurda.

Diversa la visione che arriva dai sindacati di base. La guerra che si è creata durante la gestione Foti oggi ha inevitabili riflessi sulla nuova governance. E così gli autonomi puntano il dito contro il passato.

A tirare in ballo l’ipotesi dei 72 milioni di debiti è Lillo Sturiale per la Faisa Cisal: «Ci è stato consegnato in questi giorni un foglio che parla di 72 milioni di debiti. Debiti su cui non la gestione precedente non ha mai risposto. Tutto andava bene, forse perché piovevano promozioni a iosa come se fosse una bottega privata. Oggi prima di parlare di autisti interinali andiamo a guardare dove sono collocate le persone e se hanno le carte in regola per rimanere negli uffici. Oggi dire che i servizi non funzionano è facile, ma dobbiamo vedere tutta la situazione».

E a rincarare la dose Mariano Massaro, segretario dell’Orsa: «Su tutti questi aspetti abbiamo fatto regolari denunce, fatti i nomi, sollevato il caso del direttore generale nominato senza concorso. Oggi c’è un’amministrazione che ci dice che ci sono 72 milioni di debiti e 34 milioni di crediti che potrebbero essere difficilmente esigibili. Noi a cosa dobbiamo credere? Che è arrivato un folle che vuole distruggere il servizio? Chiediamo di avere i numeri reali, lo scettro della verità non ce l’ha né chi si è innamorato della precedente gestione, né chi oggi sta dialogando con la nuova. Non possiamo pensare di avere servizi spaziali se poi non abbiamo risorse per fare i collegamenti con il carrettino. Che certezze abbiamo? Con lo spauracchio della privatizzazione non si fa un buon servizio chiedendo il mantenimento del passato se c’è spreco. La privatizzazione sarebbe una sconfitta netta e saremo i primi a batterci. Il presidente Campagna ha detto che c’è esigenza di trasformare l’azienda in Spa perché altrimenti resta fuori dalle gare. Chiedo al consiglio di fare chiarezza su questo aspetto. Siamo contro trasformazione in spa ma bisogna capire quali sarebbero le conseguenze a rimanere in questo modo per l’azienda e i servizi».

Non sono mancati i momenti concitati, segno che il fronte Atm in questo momento è incandescente e serve un’operazione verità che non sia di parte e che dia un quadro certo da cui ripartire.

Francesca Stornante

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