L'arresto del dirigente di Polizia, Lento: le intercettazioni shock

L’arresto del dirigente di Polizia, Lento: le intercettazioni shock

Alessandra Serio

L’arresto del dirigente di Polizia, Lento: le intercettazioni shock

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mercoledì 26 Febbraio 2014 - 06:49

Tra due litiganti, il terzo gode: la mafia. Il ruolo del dirigente messinese arrestato per collusione alla 'ndrina dei Mancuso e lo scontro tra investigatori e Procura in Calabria

Concorso in associazione mafiosa, precisamente al clan Mancuso di Limbadi, la 'ndrina che spadroneggia nella zona di Vibo Valentia, in Calabria. E' pesante l'accusa che stavolta ha portato in carcere non un imprenditore ma un uomo delle Istituzioni, l`attuale dirigente dell'Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Messina, Maurizio Lento. L'ispettore è stato arrestato dalla Dia di Reggio Calabria per fatti risalenti al 2011, quando era Capo della Squadra Mobile di Vibo Valentia, insieme ad Emanuele Rodonò, all’epoca suo vice , e l’avvocato Antonio Carmelo Galati, difensore di Pantaleone Mancuso (classe '47) capo della cosca. Il legale dovrà rispondere invece di associazione

L’inchiesta riguarda proprio l'operato dell'avvocato Galati, accusato di essere troppo vicino ai suoi assistiti, andare ben oltre il mandato istituzionale del difensore fino al punto di condividerne gli interessi. Per conto dei Mancuso, Galati avrebbe tenuto rapporti con magistrati e poliziotti, per condizionarne l'operato e ottenere notizie riservate. Tra questi, anche il dirigente ore in servizio a Messina. Un fulmine a ciel sereno per la Questura peloritana dove il poliziotto era stimato e apprezzato.

Le accuse a suo carico emergono dalle conversazioni che l'avvocato Galati teneva con lui, con i suoi clienti e con i magistrati nel 2011, intercettate dai Carabinieri. Nei dialoghi, il legale racconta dell'Ispettore "rispettoso" del boss Mancuso tanto da "passare da lui a prendere un caffè con la scusa di una perquisizione" perché non lo faceva da tempo, ma proprio per paura di essere intercettato dai Carabinieri. L'Ispettore è anche accusato di aver notificato personalmente un atto ad un altro esponente del clan quasi in segno di rispetto, o di aver presenziato alle prime operazioni in casa di un altro esponente, quando la moglie, dopo aver annunciato di voler collaborare con la giustizia, era poi tornata a casa e suicidata. La donna si chiamava Pierangela Buccafusca, moglie di Luni Mancuso. Il 14 marzo 2011 si era presentata ai Carabinieri dicendo di voler collaborare. Dopo aver conversato un intero giorno coi militari, aveva rinviato al giorno dopo la firma del verbale e l'avvio del programma di protezione, era tornata a casa e il giorno successivo aveva ingerito acido, togliendosi la vita. Ecco la conversazione tra il legale e il boss Mancuso che secondo i giudici reggini accusa Lento.

GALATI: (appena entrato nella stanza) me ne devo andare subito

MANCUSO: Perché?

GALATI: perchè … devo arrivare là sotto da Luni … (a Nicotera Marina. da MANCUSO Pantaleone "Scarpuni" 27/08/1961, esponente mafioso della cosca, nipote omonimo dell'interlocutore, ndr)

MANCUSO: ma che è successo? .. dice che si è impiccata. .. si è avvelenata. .. ma perchè? … era esaurita? ..

GALATI: mi hanno chiamato dalla questura … perché non riuscivano a rintracciare l'avvocato CONTESTABILE che sta a Reggio … perché gli hanno notificato l'avviso… ora ho rintracciato CONTESTABILE… mi ha detto: "vai tu … per favore … accompagnali tu … che questo … sta tornando da Reggio …..

MANCUSO: "avviso" di che?

GALATI: dell'autopsia. .. che domani mattina le (anno l'autopsia. ..

MANCUSO: ah …

GALA TI: mi ha detto: "vai tu. .. Ii accompagni tu. •• ti prendi la notifica. .. " … ho detto: "meno male che sono a Limbadi. .. che se no … "

MANCUSO: ma la notifica di che? .. .

GALATI: dall'avviso che fanno l'autopsia ..

MANCUSO: dell'autopsia? … ah, per avvisare i familiari… GALA TI: si. .. si. .. ora lui esce dall'aula bunker … a Reggio … mi ha detto: "vai tu. .. per favore … Ii accompagni tu. .. " … perché loro … mi hanno chiamato … e dice: "ma dove abita? .. A Nicotera Marina. dove abita? .. "

MANCUSO: chi?

GALATI: la Questura: "dove abita Luni? … " … no?! … MANCUSO: ah. .. alla MarinaI ….

GALATI: si … ma siccome … tra Polizia e Carabinieri non si parlano …. mi hanno chiamato a me ..• se li accompagno io … (ride) la polizia?/ Si ma chi è? .. il coso? .. è il Questore? •. Il dottore LENTO … (dirigente della Squadra Mobile di Vibo Valentia. ndr) ah … ah … ah … perchè scende lui personalmente/ … avete capito? .. perché •.•

MANCUSO: ah .•• ed ora dove hai l'appuntamento?

GALATI: là, al bar ItaJia. •• mi ha detto: "il tempo di partire da Vibo" .•• gli ho detto: "quando siete… eh… che arrivo… che io tanto sto a Limbadi. •• "…

GALATI Antonio parla al telefono con i funzionari della Polizia di Stato con cui ha appuntamento, ai quali chiede: "A CHE PUNTO SIETE?" e specifica di essere a Limbadi. A tal punto (min 00:16), mentre GALATI Antonio sta parlando al telefono, MANCUSO Pantaleone, colà presente, suggerisce al primo di invitare il LENTO a prendere un caffe. chiedendogli espressamente se " la persona con la quale aveva appena parlato era quella che " gli aveva presentato" . Galati annuisce e aggiunge che il LENTO aveva già riconosciuto di "avere mancato sia nei suoi confronti che nei confronti dello zio Ntoni"j pertanto si era ripromesso. nei giorni seguenti. con la "scusa" di una perquisizione. di recarsi a trovarli. MANCUSO: DIGLI CHE PASSANO DI QUa CHE SI PRENDONO IL CAFFÈ/ …

GALATI: [RIVOLTO AL SUO INTERLOCUTORE TELEFONICO} "va bene … ak… .. [TERMINA LA TELEFONATA} MANCUSO: GLI DICEVI DI PASSARE DI OUA! .

GALATI: no … mh. ..

MANCUSO: non è lui? ..

GALA TI: si. •• il …

MANCUSO: OUELLO CHE MI HAI PRESENTATO? …

GALATI: SI …

MANCUSO: eh. .. l'altra sera l'ho visto in televisione .. . GALATI: eh.. MI HA DETTO CHE ANCORA È … È MANCANTE MANCUSO: mancante di che?

GALATI: MANCANTE … CHE NON È SCESO A TROVAREA VOI.A TROVARELO "ZIO 'NTONI" … NOTA: "zio 'Ntonr è il soprannome di MANCUSO Antonio cl. '38, fratello di Pantaleone, anch'egli esponente di vertice della cosca, ndr] MANCUSO: "EH ..• MÙ VENI! ••. " [che venga, ndr} Cl PRENDIAMO UN CAFFÈ! ..•

GALATI: MI HA DETTO: "MI DEVO TROVARE OUALCHE SCUSA … DI QUALCHE PEROUISIZIONE … -HA DETTO -cosi CON LA SCUSA VADO … "

MANCUSO: MA QUALE PERQUISIZIONE?!. .. VIENE/ … GALATI: NO ••• NON A VETE CAPITO! •••

MANCUSO: perché?

GALATI: "PER OUALCHE CIMICE DEI CARABINIERI … CHE NON DOVESSERO … CHE NON DOVESSERO VEDERMI CON (,parole incomprensibili .. .)"

MANCUSO: (ride) "se la sDacheggia?!" (dialetto: "si spaventa? ", ndr)

GALATI: " NO ••• IN EFFETTI ••• NON LA VORANDO COME LA VORAVANO GLI ALTRI ..• OVVIAMENTE … .

Ovviamente si tratta della versione che il legale da al suo cliente dell'operato del poliziotto, la cui corrispondenza al reale è ancora tutta da provare ma che sembrano aver convinto il giudice che ha mandato Lento agli arresti, per via di altri elementi che lo accuserebbero. Come le conversazioni tra Galati e lo stesso Lento. Conversazioni nelle quali emerge lo spaccato dei rapporti tra forze dell'ordine e magistratura in Calabria, all'ombra del quale cresceva il clan di Limbadi, indisturbato. In quegli anni infatti era scontro la Polizia di Vibo e la Dda di Catanzaro, e del fatto che le sue indagini non erano tenute in conto Lento se ne lamentava spesso con l'avvocato Galati, ascrivendo proprio a questo fatto il non voler più indagare. E Galati, poi, di ciò si vantava con i suoi clienti, lodando il poliziotto perché concentrava i suoi sforzi contro i rivali dei Mancuso, lasciando in pace loro. Come quando riferiva a Pantaleone Mancuso che Lento temeva implicazioni, nell'incontrare il boss, perché " non lavorando come lavorano gli altri…".

A questa inerzia investigativa torna spesso il giudice reggino, accennando qualche volta al fatto che Lento obbediva certo ad ordini superiori, che il freno agli accertamenti sui Mancuso era cioè stato tirato "più in alto". Ma a quell'ordine, insiste sostanzialmente il gip, il poliziotto aveva il "dovere di disobbedire". Cosa che nin avrebbe fatto per via dei suoi rapporti con i Mancuso. (Alessandra Serio)

2 commenti

  1. Spero siano applicate pene doppie per evidenziare che un “Uomo di Stato” non deve permettersi di essere connivente con le organizzazioni mafiose!!!
    Ne va della reputazione degli organismi addetti alla sicurezza, questa gente fa perdere fiducia nelle persone deputate alla nostra sicurezza e fanno prendere piede alle organizzazioni illegali.

    Vergogna per loro e per chi li ha premiati con le promozioni e con le cariche!!!

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  2. puzza di bruciato 27 Febbraio 2014 09:33

    Mi ricordo molti anni fa, che un tutore dell’ordine rientrava nella città di appartenenza solo a fine carriera, se lo voleva. E’ quasi normale che questi tutori adesso, non tutti, siano radicati con il tessuto della società di appartenenza. Se un agente, un finanziere, un carabiniere ecc. ecc. è di catania è normalissimo che deve svolgere servizio ad udine… se svolge il servizio a catania è automatico che subisce pressioni… quindi perchè meravigliarsi degli eventi… Poi aggiungo che le eccezioni confermano la regola…

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