I debiti fuori bilancio affossano il Comune, a dispetto degli “escamotages”

I debiti fuori bilancio affossano il Comune, a dispetto degli “escamotages”

Danila La Torre

I debiti fuori bilancio affossano il Comune, a dispetto degli “escamotages”

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mercoledì 28 Novembre 2012 - 18:51

L’ordinanza della Corte dei Conti sull’argomento è durissima: si sono trasformati nel tempo «da fattore patologico in ordinaria modalità di gestione della spesa». I magistrati puntano il dito contro chi avrebbe dovuto controllare per evitare che si arrivasse a questo punto ed inviano gli atti alla Procura della Repubblica e della Corte dei Conti. Intanto, resta in stand- by la delibera di adesione al Fondo rotazione

La delibera di adesione al fondo di rotazione, già depositata agli atti della Presidenza del Consiglio comunale, è stata momentaneamente sospesa. La richiesta di “congelare” la proposta deliberativa con la quale il Comune chiederà di accedere al fondo di rotazione previsto dal Decreto 174 è stata avanzata al presidente del Consiglio comunale, Pippo Previti, dai dirigenti dell’area economico -finanziaria Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo , alla luce dell’ordinanza recapitata all’ente dalla Corte dei Conti il 27 novembre, che fa “slittare” i termini di presentazione delle misure correttive al 27 dicembre. «Visto che abbiamo meno fretta, possiamo aspettare che il decreto legge venga convertito in legge, passaggio che dovrà avvenire entro il 9 dicembre» spiega Coglitore al telefono.

Con la notifica della relazione firmata dal magistrato Maurizio Graffeo, infatti, la data dell’8 dicembre, che il commissario straordinario Luigi Croce continuava ad indicare come il termine ultimo per l’adozione delle misure correttive da presentare all’organo di controllo, viene a cadere e l’iter dei 30 giorni previsti dal Testo unico degli Enti Locali è ufficialmente partito il 27 novembre. Nessuna sovrapposizione di termini, dunque, e nessuna doppia relazione a distanza di poche settimane da parte dei magistrati contabili: quella recapitata martedì mattina è l’ordinanza che fa seguito all’adunanza del 9 novembre; il documento di una pagina che Croce (e solo lui) aveva ricevuto lunedì 12 novembre non era altro che la comunicazione da parte del dirigente della Cancelleria della Corte dei Conti che il Comune avrebbe avuto 30 giorni di tempo per rimediare alla grave situazione economica e finanziaria, caratterizzata da un forte squilibrio, ed adottare le misure correttive. Ma, il count- down non doveva iniziare da quel momento.

Chiarito questo passaggio, è evidente che l’allarme non cessa e che il rischio default è davvero dietro l’angolo. L’ordinanza n.355 è pesantissima, non solo nelle sue conclusioni, che si estrinsecano in precise richieste (vedi articolo correlato), ma anche nelle sue “premesse”.

La prima bacchettata della Corte dei conti è sui ritardi nell’ approvazione dei rendiconti 2009 e 2010. «Questi fenomeni -si legge nella nota – non possono che essere stigmatizzati, in quanto la violazione sistematica del termine perentorio, oltre ad essere palese sintomo di disordine gestionale, finisce sostanzialmente per impedire alla Corte di effettuare tempestivamente il controllo finanziario….. teso a segnalare in tempo le criticità e le irregolarità gestionali». Non è più “virtuoso” il bilancio consuntivo 2011 approvato il 7 novembre dal commissario ad acta nominato dalla Regione, dopo essere stato bocciato dal Consiglio Comunale.

La relazione si sofferma, poi, sui debiti fuori bilancio, che si sono trasformati nel tempo «da fattore patologico in ordinaria modalità di gestione della spesa», diventando il vero tallone d’Achille del Comune di Messina . «La situazione di grave squilibrio finanziario – si legge nell’ ordinanza -si palesa in tutta la sua criticità con riferimento ai debiti fuori bilancio» sia quelli già riconosciuti, sia quelli ancora da riconoscere, «allo stato privi di copertura finanziaria». Con riferimento ai primi, la Corte dei Conti registra «un pericoloso trend crescente» e riporta una tabella dalla quale si evince che nel 2009 i debiti erano circa 1,5 milioni di euro, nel 2010 sono diventanti oltre 9 milioni di euro e nel 2011 arrivano a quasi a 16 milioni di euro. «L’esistenza di tali passività – scrivono i magistrati contabili – rappresenta l’evidente risultato di un’inadeguata gestione finanziaria protrattasi nel tempo».

Non va meglio, anzi la situazione peggiora nel caso dei debiti censiti in attesa di riconoscimento: al 31 dicembre 2010 ammontano ad euro 44.497.869,17 e salgono al 31 dicembre 2011 alla cifra complessiva di euro 60.824.503,38, di cui euro 54.836.030,67 non riconosciuti dal Consiglio Comunale ed euro 5.988.472,71 riconosciuti ma non ancora finanziati.

Una situazione catastrofica peraltro incompleta se, come scrive la Corte dei Conti, «tali cifre, benché molto elevate si ritiene non esauriscano affatto la situazione debitoria dell’ente per via della presenza di ulteriori, ingenti, passività latenti, che rendono poco attendibile non solo il conteggio dei debiti censiti dall’ente, ma anche, più in generale, la situazione finanziaria e gestionale da questo ufficialmente rappresentata». L’ulteriore buco nei conti è causato «dalle obbligazioni sorte con gli organismi partecipati dell’ente che, per via di un evidente disallineamento tra le rispettive contabilità, non rispecchia i reali rapporti di debito/credito tra i medesimi intercorrenti». Insomma, i rapporti con le società partecipate (Messinambiente, Ato, Amam, Atm) fanno la differenza. In negativo, ovviamente.

La magistratura contabile non si limita a prendere atto della situazione ma punta il dito contro chi avrebbe avuto il dovere di fare qualcosa per evitare che si arrivasse a questo punto e, invece, è stato a guardare: «giova rilevare che i responsabili di servizi hanno l’obbligo di effettuare periodiche ricognizioni (art.193 del Tuel) ai fini di un controllo concomitante e costante della situazione gestionale, teso alla tempestiva segnalazione delle passività all’organo consiliare…. Non condivisibili, pertanto, appaiono le tesi sostenute dall’ente nell’adunanza del 10 ottobre 2012, circa l’irrilevanza dei debiti “censiti” fino al momento in cui sono ricondotti al sistema di bilancio dell'ente e circa la non obbligatorietà del riconoscimento da parte del Consiglio Comunale». A quell’adunanza citata dalla Corte dei Conti parteciparono l’esperto dell’allora sindaco Giuseppe Buzzanca, Marcello Scurria, ed i dirigenti Di Leo e Coglitore, a cui i magistrati mandano il seguente messaggio di “censura”: «un siffatto approccio mentale…. rende elevato il rischio di dissimulare la reale esposizione debitoria». In altre parole, per i magistrati contabili nascondere i debiti sotto il “tappeto” equivale al tentativo di voler nascondere i problemi, che tuttavia c’erano, ci sono e non avrebbero dovuto essere ignorati.

Non è un caso che l’ordinanza della Corte dei Conti sia finita anche sulla scrivania dei magistrati della Procura della Repubblica e della Procura della Corte dei Conti, a cui spetterà avviare eventuali indagini e cercare i responsabili del disastro nei conti del Comune. Sul fronte politico, invece, sarà una vera e propria corsa contro il tempo per provare a dare tutte quelle risposte che la magistratura contabile esige entro il 27 dicembre, ma non è escluso che il commissario Croce alzi bandiera bianca prima e prepari la delibera di dissesto da sottoporre al voto del Consiglio comunale, così come gli consigliano gli stessi magistrati contabili nel caso in cui dovesse rendersi conto che è impossibile adottare quelle misure correttive che loro sollecitano. Nei prossimi giorni, l’ex procuratore capo si recherà personalmente a Palermo per capire se esistono o meno margini di sopravvivenza per il Comune di Messina. (Danila La Torre)

23 commenti

  1. e ancoracerti personaggi hanno il coraggio di pontificare da qualche tv locale

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  2. Salvatore Vernaci 28 Novembre 2012 21:42

    NON TUTTI I DEBITI FUORI BILANCIO DEL COMUNE POSSONO ESSERE RICONOSCIUTI.- Per questo è opportuna una attenta verifica in merito, per accertare l’esistenza del debito, se può essere riconosciuto e, in caso positivo, attivare le proposte, compatibilmente all’esistenza delle risorse finanziarie; in caso contrario quel debito non può essere considerato debito fuori bilancio, i CREDITORI, SE VOGLIONO ESSERE SODDISFATTI, SI DOVRANNO RIVALERE SU CHI HA ORDINATO LORO LA PRESTAZIONE O SU CHI HA CAUSATO IL DEBITO. L’art. 194 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, prevede che gli Enti Locali possono riconoscere, con deliberazione consiliare, la legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da: a) Sentenze esecutive; b) Copertura di disavanzi di consorzi, di aziende speciali e di istituzioni, nei limiti degli obblighi derivanti da statuto, convenzione o atti costitutivi, c) Ricapitalizzazione, nei limiti e nelle forme previste dal codice civile o da norme speciali, di società di capitali costituite per l’esercizio di servizi pubblici locali; d) Procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità; e) Acquisizione di beni e servizi nei limiti degli accertati e dimostrati utilità ed arricchimento per l’ente, nell’ambito dell’espletamento di pubbliche funzioni. Il riconoscimento del debito può avvenire purché sia dimostrata l’utilità e l’arricchimento per l’Ente, nonché l’effettivo interesse pubblico. Al di fuori delle predette tipologie i debiti fuori bilancio non sono riconoscibili. La proposta di delibera di riconoscimento dei debiti fuori bilancio deve riportare il parere favorevole di regolarità tecnica, rilasciato dal responsabile dell’Area di competenza ed il parere favorevole di regolarità contabile, rilasciato dal responsabile dell’Area Finanziaria (Ragioniere generale), con la indicazione della copertura finanziaria. La proposta deve essere, altresì, corredata del parere favorevole dei Revisori dei Conti.- Poiché tante delibere di riconoscimento debiti fuori bilancio, riportano il parere di regolarità contabile CONDIZIONATO all’avvio delle azioni di rivalsa da parte degli Uffici, sarebbe opportuno verificare se queste azioni di rivalsa, almeno per quanto riguarda gli interessi, le spese legali e giudiziarie, nel caso di debiti derivanti da atti giudiziari, siano state mai avviate. FINO A QUANDO I DEBITI NON SONO RICONOSCIUTI, CON FORMALE DELIBERA CONSILIARE, NON COSTITUISCONO DEBITI FUORI BILANCIO.

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  3. Purtroppo solamente ora e finalmente la verità viene fuori. I debiti del comune sono 60 milioni (sino all’altro giorno) i debiti verso le partecipate al 100% o al 99%? Non ci sono ed il comune che ne è proprietario non ne è responsabile.

    Vi spiego come: non si votano i bilanci, si portano in consiglio con pareri negativi, così non si riconoscono.

    Scattruni, va bene per un anno, ma 8 anni così: 8 anni non solo 4, non solo 5, 8 anni.
    Nel frattempo precipitava tutto mentre il comune era virtuoso, continuava a pagare indennità di posizione e di risultato (anche nel 2011 e nel 2012). Ma la stampa dov’era? Solo tempostretto ha affrontato il tema.

    Fatevi i conti e non dimenticate chi ha fatto tutto questo, non solo i politici.

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  4. il tempo è galantuomo

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  5. MILOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    BUZZANCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
    DOVE XXXXXX SIETE NASCOSTI???!!!!

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  6. “non costitiuscono debiti fuori bilancio”,però esistono e non basta tergiversare con le delibere che non arrivano,altrimenti qualcuno deve finire innanzi alla procura della repubblia e pagare i danni

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  7. ma che si sistema E’? io non capisco nulla di bilancio,ma se le cose stanno come dice lei,bisogna mandarli tutti in galera e confiscare i patrimoni che contribuiranno alla diminuzione del debito.

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  8. non confiscano niente perchè è solo incapacità gestionale dei politici ed i funzionari possono sempre dire di avere operato secondo le regole e le indicazioni politiche. Insomma nessuno ha avuto le …… di affrontare il problema da 8 anni, sino a quando poi è esploso.

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  9. E’ vero il tempo è galantuomo

    Buzzanca, Miloro, Capone, l’angioletta Amata ed anche Genovese, Rinaldi, e compagnie varie dove siete ?

    Perchè non chiedete scusa ai Messinesi e cominciate a mettere le mani nelle vostre tasche per rimediare a quanto avete combinato.

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  10. a fronte dei debiti iscritti o meno a bilancio, ci deve essere qualcuno all’interno del Comune che abbia ordinato la spesa e qualcuno che ne abbia seguito l’iter burocratico, per non dire che in fondo qualcuno le ha pure autorizzate.
    Ora non voglio difendere nessuno, in questa fase, ma nemmeno instaurare la caccia alle streghe; quello che mi preme e che non vengano da me cittadino per ripianare debiti che non ho fatto, o perlomeno non siano legati strettamente ai servizi minimi erogabili dal Comune.
    Mi preme esprimere un concetto che può sembrare banale, ma non lo è assolutamente; arrivati a questo punto della situazione economica del comune, non ha importanza se i debiti ammontano a 60 milioni o a 300 milioni, se sono certificati o meno, la verità è che sono inquantizzabili precisamente e di conseguenza non si può fare un ragionevole piano di rientro; non resta che dichiarare il dissesto finanziario per mettere un punto fermo da cui reiniziare.
    Come passo successivo bisogna ricordarsi chi ci ha governato materialmente negli ultimi vent’anni a cominciare dai Buzzanca e Genovese (che messinesi non lo sono) ed avere un sussulto di dignità per non essere servi di nessuno.

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  11. quindi in questo paese non esiste colpevole? forse colpevole è il cittadino che ha votato simile accozzaglia.

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  12. bisogna dichiarare il dissesto. e poi “consigliare” le persone che negli anni si sono alternate al “potere” di stare lontani. temo che per loro sarà un pochino difficile prendere il caffè al bar…

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  13. ART.21 COSTITUZIONE. Per comprendere i commenti di Salvatore VERNACI, che con RESET intende occuparsi della POLIS,la nostra Urbs Messana,devo sintetizzare la lettera inviata dal movimento a Luigi CROCE. In quella lettera,motiva politicamente la POSIZIONE CONTRARIA al DISSESTO con l’impossibilità di attuare politiche volte ad incentivare gli investimenti e lo sviluppo socio economico del territorio,di evitare l’ulteriore aumento al massimo di imposte e tributi e della contribuzione ai servizi, inoltre l’impossibilità,che RESET ritiene urgente,di riorganizzare le società controllate e partecipate. RESET fa un prospetto comparativo per dimostrare che alla fine della giostra il DISSESTO lo pagano i messinesi più deboli. Il movimento politico fa una elenco di proposte operative, piani industriali per ATM e MESSINAMBIENTE, per l’ILLUMINAZIONE immagino il servizio in house, FITTI PASSIVI PATRIMONIO IMMOBILIARE,TRANSAZIONI CON I CREDITORI,quello di negoziare i debiti è un vero punto programmatico. RESET chiede a Luigi CROCE, una serie di VERIFICHE,sugli SVINCCLI,sulle responsabilità dello sforamento del PATTO DI STABILITA’ DEL 2010 E 2011 e sul PIANO DELLA PERFORMANCE 2011, fa la richiesta di un sistema di CONTABILITA’ ECONOMICO ANALITICA. Infine con la richiesta di pubblicazione on line del bilancio, aggiungo i riepiloghi, il pluriennale e la relazione previsionale e programmatica,immagino che rivolteranno il SITO WEB come un calzino.Il documento è articolato,lascia intravedere, una volta al governo della città, un cambiamento dell’anacronistico sistema del lavoro e della struttura organizzativa di Palazzo Zanca,che troverà forti oppositori.

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  14. ART.21 COSTITUZIONE. Per la CORTE dei CONTI è un FATTO che il RENDICONTO 2011 è stato RESPINTO dal Consiglio Comunale, provocando l’ennesimo commissario ad acta. E’ un FATTO l’approvazione dei REVISORI DEI CONTI. E’ un FATTO che il 2 LUGLIO 2012, la GIUNTA MUNICIPALE approva all’unanimità il RENDICONTO 2011, vi faccio notare che sono ASSENTI sei assessori su tredici, per una delibera importantissima.
    http://img69.imageshack.us/img69/9037/vernaci0.png
    E’ un FATTO che la delibera di Giunta è munita del parere di regolarità tecnica, mentre NON E’ MUNITA del parere di regolarità contabile a quella data.
    http://img708.imageshack.us/img708/98/vernaci1.png
    http://img805.imageshack.us/img805/8149/vernaci2.png
    E’ un FATTO il parere favorevole di legittimità del Segretario Generale.
    http://img812.imageshack.us/img812/3744/vernaci3.png
    I link dimostrano che a quella data, i componenti di Giunta, compresi gli assenti, ricordo che è un’organismo collegiale,i dirigenti dell’Area Coordinamento Economico Finanziaria,che hanno istruito la proposta, mai modificata dai componenti della Giunta, e poi i Revisori dei Conti di Palazzo Zanca, ricordo di nomina politica e di Buzzanca in particolare, APPROVANO pienamente IL RENDICONTO 2011. I messinesi si chiedono: perchè la Corte dei Conti ha accesso i riflettori sul Comune di Messina? Perchè la Corte è cosi puntigliosa, se come scrive Salvatore Vernaci,la forma delle norme vigenti è ampiamente rispettata nel bilancio di previsione 2011, e “””solo””” QUATTRO parametri di deficit strutturale su dieci NON SONO IN EQUILIBRIO? Perchè se in in piena estate, a Palazzo Zanca, si cantava allegramente tutto andava bene madama la marchesa, tutto va ben tutto va ben?

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  15. Amico mariedi sai benissimo che il tempo delle favole è finito. Non si costruiscono palazzi partendo dal solaio. E’ tempo di farri concreti e non di promesse e programmi che hanno la parvenza di “aria fritta”. La realtà sono i numeri e sono questi che da tempo condizionano non solo la vita dei governi e delle istituzioni, ma anche e sopratutto, i programmi di sviluppo della società civile. Tu dici che è tempo che la gestione degli enti locali sia seguita attraverso la ” CONTABILITA’ ECONOMICO ANALITICA”. Voglio ricordati che da oltre dieci anni la contabilità degli enti pubblici e quindi dei Comuni e delle Provincie è una contabilità finanziaria – economico patrimoniale e che la omogeneità dei dati finanziari con quelli economici avviene attraverso la compilazione del famoso ” prospetto di conciliazione”. Questo per dire che quello che chiedete da tempo già esiste. Ed allora costruiamo il palazzo iniziando dalle fondamenta,

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  16. Perdonate se mi intrometto ma qui mica stiamo parlando della repubblica delle banane, ci sono regole e LEGGI che prescindono dal dettame politico, per cui come la giri la giri se ci sono responsabilità oggettive e soggettivo sempre davanti a un tribunale dovranno finire (spero)

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  17. LETTERA APERTA AI MESSINESI
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    Tutti, adesso e soprattutto adesso, hanno la ricetta giusta per tentare di evitare il fallimento. Sarà perchè ineressa la Citta di Messina o sarà per salvarà la poltrona e non conseguire una disfatta politica? Credo, esprimendo il mio pensiero (che da alcuni strumentalmente può ritenersi politico), che oggi non è il momento giusto di accusare questa o quella classe politica. L’eventuale fallimento è di tutti e di tutte le classi politiche che, negli ultimi anni, hanno gestito la Città di Messina.
    Cosa dire? Basta pensare che si è tenuti in vità un carrozzone chiamato ATM che, come denunciato dai grillini, è un serbatoio di voti (non faccio mia l’affermazione). Incarichi stratosferici anche ai più giovani che, freschi di laurea, non avevano alcuna esperienza amministrativa-gestionale. Non parliamo di incarichi legali. Anchi qui vi sarebbero diverse analisi da fare.
    La cosa che, purtroppo, mi sorprende e mi dispiace molto è quella che, pur avendo manifestato ufficialmente la mia disponibilità all’attuale Commissario regionale Dr. Luigi Croce, non è stata tenuta in considerazione la possibilità di recuperare alcune centinaia di milioni di euro che, il Comune di Messina, ha pagato e non doveva. Recupero di somme che, oltre a non essere fantasioso, era reale e di imminente realizzazione. Già, mi dimenticavo, Rodi è scomodo per tanti e, quindi, non può essere enuto in considerazione. E qui, dai politici avversi o pseudo gregari, dopo questo mia lettera aperta, nasceranno le contestazioni. Purtroppo, però, nel frattempo si arriva inesorabilmente al fallimento. Ma -domanda che ci poniamo tutti- siamo sicuri che si voglia evitare il fallimento? Ho dato la mia disponibilità senz amirare a incarichi politici o alla volontà di sedere in una poltrona. La mia volontà era quella di poter dare il mio modesto contributo per evitare un fallimento che Messina, e soprattutto la gente messinese per bene, non merita. Hanno tolto tutte le maggiori istituzioni e, ora, per favore non togliete la dignità alla Città di Messina ed ai messinesi. Cambiare si può. Intanto si può iniziare dalla sala comandi.
    Giuseppe Rodi

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  18. In una cosa ti sbagli ATM non è stata tenuta in vita, è stata uccisa anno dopo anno, non votandone i bilanci e quindi non pagandola come in ogni altra parte d’italia. Gli sprechi di ATM sono stati gli specchietti per le allodole per maschsrare quello che il comune stava facendo, infatti i servizi non esistono quasi più ma il comune passava per virtuoso. ( anni sono passati, ma dov’erano i controllori? ATM, dal canto suo è piena di indagini per cui tutti gli sprechi verranno fuori, ma non è quello il problema, non fatevi fregare, leggete quello che scrive ora e solo ora la corte dei conti.

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  19. ma lei pensa che i giudici della Corte dei Conti sono Komunisti? quindi il comune è virtuoso e i giudici sono contro il PDL ?,oppure lei nasconde qualche verità e non la vuole dire.

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  20. L’ART. 21 DELLA COSTITUZIONE REGOLA LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE E DI CRITICA MA NON DA’ FACOLTA’ DI PUBBLICARE ATTRAVERSO LINK ATTI UFFICIALI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ALL’INFUORI DI QUELLI RILASCIATI TRAMITE RICHIESTE UFFICIALI ALLA STESSA!!!

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  21. ok, ok, trovo interessante quando esposto nei precedenti interventi, ma ….
    “qualcuno/a mi puo’ spiegare come si è potuto pervenire a questa situazione che sembra tanto pre- default ???

    Comune di Messina “c’è ancora qualcuno là dentro ?”

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  22. Condivido pienamente il tuo pensiero.
    Non sarai mica Tanino Saja ex ragioniere capo della Provincia?

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  23. Art. 21 ci sta facendo capire qualcosa… Sentito parlare di diritto di accesso agli atti amministrativi? Posizione veramente squallida se non in mala fede…

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