Giovanni, giovane vivaista messinese: "Il Coronavirus ci ha messi in ginocchio"

Giovanni, giovane vivaista messinese: “Il Coronavirus ci ha messi in ginocchio”

Francesca Stornante

Giovanni, giovane vivaista messinese: “Il Coronavirus ci ha messi in ginocchio”

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lunedì 30 Marzo 2020 - 12:14

Giovanni Bonaccorso è un giovane imprenditore messinese. Il suo vivaio dà lavoro a quattro persone e la crisi causata dal Coronavirus ha messo in ginocchio la sua azienda

«Cosa c’è dietro una semplice pianta? La maggior parte della gente crede che la produzione di una pianta sia una cosa quasi immediata, una cosa da nulla. Non ci vuole molto a prendere una piantina e metterla in un vaso, giusto? In realtà non è così semplice, e dietro ogni singola pianta c’è una filiera enorme.

Vi faccio un esempio. Per dar vita ad una piantina e portarla ad essere pronta per voi clienti finali servono: il vaso, il terriccio e la torba, i concimi, i prodotti fitosanitari, i fornitori di talee, semi o piantine appena nate pronte per essere invasate. Poi ancora la manodopera per invasare, mettere a dimora, concimare e disinfettare la pianta, i grossisti, il venditore finale. Significa che servono i rappresentanti di ogni singolo prodotto citato. Ci sono anche i trasportatori che consegnano i materiali in azienda da tutta Italia e dall’estero e i vari consulenti tecnici delle aziende».

Inizia così la lettera di Giovanni Bonaccorso, un giovanissimo imprenditore del settore florovivaistico di Messina. Giovanni è titolare di Vivai Bonaccorso, un’azienda che lui stesso definisce modesta. Il vivaio ha tre dipendenti, che per adesso sono tutti a casa, e dà da mangiare da quattro famiglie. Il Coronavirus però sta mettendo in ginocchio anche il loro lavoro.

Giovanni spiega che in questo momento l’intera filiera, composta da produttori di vasi, di concimi, di prodotti fitosanitari, di terricci, florovivaisti, grossisti, fiorai, garden center, centri di vendita di prodotti per la produzione delle piante, produttori di sistemi di irrigazione, trasportatori, giardinieri e tanti altri, sono fermi. Un settore immobile, schiacciato da una crisi senza precedenti.

Settore in crisi

«Considerato che le aziende florovivaistiche sono circa trentamila in tutta Italia, e che ogni singola azienda della filiera ha decine o centinaia di dipendenti, non è difficile capire che la crisi di questo settore è colossale e non può essere messa in secondo piano rispetto a quella di altri settori considerati “primari”. In ballo c’è il futuro di centinaia di migliaia di persone se non milioni, di padri e di madri di famiglia. Se non verranno prese le adeguate contromisure, l’Italia intera fallirà e con essa l’Europa. Per chi non avesse ancora compreso la gravità della situazione, stiamo per affrontare la più grande crisi della nostra storia dal dopoguerra, solo che ancora non abbiamo visto niente. Siamo pronti a tutto e cercheremo sempre e comunque di andare avanti. Noi piccoli e medi imprenditori siamo il cuore dell’economia dell’intero Paese. Auguriamoci tutti che quelli come noi non si fermino, altrimenti…».

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