I lavoratori Servirail “impachettano” il passato e si interrogano sul futuro: in attesa dell’incontro di lunedì, si smobilita

I lavoratori Servirail “impachettano” il passato e si interrogano sul futuro: in attesa dell’incontro di lunedì, si smobilita

ELENA DE PASQUALE

I lavoratori Servirail “impachettano” il passato e si interrogano sul futuro: in attesa dell’incontro di lunedì, si smobilita

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domenica 11 Dicembre 2011 - 04:45

Hanno protestato per oltre dieci giorni nella speranza di ottenere qualcosa ma nulla si è mosso. Gli 85 dipendenti della società che si occupa del servizio notte hanno raccolto gli ultimi effetti, “personali” e di lavoro pronti alla smobilitazione. A Roma intanto continua la protesta in attesa dell’incontro di lunedì al Ministero. Nel frattempo l’assessore regionale “festeggia” per le risorse stanziate dal Ministero per al tratta Palermo-Catania

Alla porta d’entrata un piccolo albero di Natale addobbato con fiocchi rossi e un insolito puntale in cui campeggia la scritta “LICENZIATI”. Sotto il tavolo della stanza adibita a dormitorio in cui per giorni hanno protestato, c’è ancora una busta con dentro una bottiglia di spumante e due pandori al cioccolato: forse li avrebbero voluti sconfezionare per festeggiare l’improbabile revoca del licenziamento, o forse li avevano comprati perché pronti a continuare la protesta anche durante le feste. Ormai, purtroppo, importa poco e non chiediamo spiegazioni perché i loro volti, i loro occhi, parlano. Sono ovviamente i ldipendenti della Servirail, servizio treni-notte, che ieri sera, mentre al binario 10 il Siracusa-Venezia diceva addio alla Sicilia, hanno “smobilitato”. Lo hanno fatto circondati da fotografi, rappresentanti sindacali, qualche giornalista, ma purtroppo senza il supporto della cittadinanza che, come ribadito (altro articolo), questa stavolta avrebbe dovuto uscire la voce.

All’interno della struttura Servirail, si “respirano” stanchezza e frustrazione. Intorno al tavolo siedono, stanchi, i lavoratori che hanno finito di “iimpacchettare” divise, cappelli e materiale di servizio che a breve tornerà al mittene. C’è chi ostenta un sorriso forzato, chi cerca di sdrammatizzare, chi non nasconde un po’ di rabbia perché tanti colleghi non sono più presenti: quando la barca sta per affondare, si sa, ognuno prova a salvarsi come meglio può, e chi magari, fino al giorno prima, ha versato con te lacrime sul cuscino adagiato sul letto-materassino, oggi ha preferito sorridere a qualcun altro, che magari ha ben promesso. Ma intorno a quel tavolo siedono anche padri e figli; generazioni a confronto cresciute in quella “famiglia” Fs che ora sta lasciando tutti in balia dell’incertezza. A casa invece, le mogli, le mamme che tante volte le divise hanno lavato e rilavato, sono tristi, non si danno pace, non si danno una spiegazione.

Non si sa ancora bene cosa fare, se e come continuare a protestare: a Roma, dove intanto prosegue il presidio sul tetto di uno degli edifici Fs di tutti i rappresentanti delle sezioni, lunedì si terrà un incontro con il Ministro dei Trasporti. Alcuni di coloro che ieri sera sono stati presenti per terminare la “catalogazione” del materiale , sembrano forse intenzionati a salire nella capitale per sostenere i colleghi. Nell’incertezza generale, l’unica certezza, nonostante la stanchezza abbia preso il sopravvento, è quella di non mollare la presa.

“Angosciati” dagli eventi anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali: «Sono stati inutili i continui appelli lanciati negli anni alla classe politica cittadina e regionale – dichiara la Fit Cisl Messina – con la partenza dell'ultimo convoglio della lunga percorrenza oggi si sancisce l'isolamento di una intera regione dal sistema paese e si limita ogni possibile sviluppo del territorio. Scellerate scelte politiche nazionali dei trasporti, mancanza di investimenti nelle infrastrutture hanno consentito, con la complicità di un intera classe politica, l' abbandono di Trenitalia dall'area dello stretto. Il dramma occupazionale dei lavoratori Servirail è l'emergenza di oggi , ampiamente annunciata dalla Fit Cisl, ma dietro l'angolo vi è una bomba sociale pronta ad esplodere legata al disimpegni di Fs nel territorio. Occorre uno scatto d'orgoglio – conclude la Fit Cisl – un'inversione di rotta della classe politica per porre freno al taglio indiscriminato dei servizi universali di Trenitalia e per questo giorno 13 dicembre la Cisl Sicilia e delle altre regioni del Mezzogiorno manifesteranno a Roma per far sentire alta la protesta dei cittadini meridionali ».

Presenti alcuni ragazzi del gruppo “Mobilitiamo Messina” (API, Associazione L’Altra Città, CGIL,Circoli Socialisti, Comitato Pendolari dello Stretto, Confapi, Fast. Fed.dei Verdi, IDV, Lega Autonomie locali, Lega Coop, Orsa, PD, Rif. Comunista, SEL, UGL), che hanno distribuito volantini con la lettera inviata al governo Monti e in particolare al Ministro Passera. Ne riportiamo un passaggio: “Per la Sicilia il treno è stato ed è ancora uno strumento fondamentale ed insostituibile di crescita e di sviluppo. Anche se anacronisticamente lento e con servizi scadenti, ha tuttavia salvaguardato fasce di utenza tuttora precluse agli altri vettori ed ha comunque garantito, con tariffe, posti, frequenza e viaggi notturni, gli spostamenti da e verso l’sola ad ampi strati della popolazione siciliana e ad una buona parte di turisti. Il recidere artatamente questo strumento, adducendo cali di passeggeri che altro non sono che il risultato dell’impossibilità di prenotare posti ed anche di accedere a carrozze che Trenitalia ha preferito far circolare vuote, farà si che un'altra parte di lavoro e quindi di reddito e benessere, verrà a mancare in tutta l’isola”.

Al danno si aggiungono poi le dichiarazioni, per certi aspetti beffarde, dell’asssessore regionale alle Infrastrutture, Pier Carmelo Russo. Quest’ultimo, nell'ambito dell'incontro con i ministri dello Sviluppo economico e Trasporti, Corrado Passera, e della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ha annunciato la definizione degli accordi per la riprogrammazione delle risorse relative agli interventi infrastrutturali del trasporto ferroviario in Sicilia all'interno del nuovo piano di "Azione per la coesione" che il Governo nazionale dovrebbe presentare entro il 15 dicembre alla Commissione Europea. «Il Ministero – afferma – si e' impegnato a destinare alla Sicilia 400 milioni di euro del contratto di programma Rfi 2009. La Regione invece destinera' 500 milioni di euro per la tratta Palermo-Catania, fondi provenienti dalla quota Stato del Programma Operativo 2007-2013.Inoltre – continua – abbiamo ottenuto l'impegno del governo nazionale a destinare le risorse liberate dal Por Sicilia 2000-2006, bloccate dal 2010, agli interventi per il contenimento e la prevenzione del rischio idrogeologico in Sicilia e a quelli per il superamento delle procedure di infrazione comunitaria in materia di depurazione delle acque». Teniamo volutamente a parte la frase finale del comunicato-dichiarazione: «Infine siamo riusciti a riaprire la discussione per le trattative sul ripristino dei treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia»…appunto, INFINE! (ELENA DE PASQUALE)

(FOTOGALLERY STURIALE)

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