Senza riscontro le dichiarazioni del pentito Biagio Grasso sui professionisti secondo lui vicini ai catanesi
Non c’è alcun riscontro sul legame tra gli interessi mafiosi dei Santapaola a Messina, al centro dell‘inchiesta Beta, e alcuni professionisti chiamati in causa dal loro ex socio Biagio Grasso, diventato testimone di giustizia dopo il blitz. Per altri nomi indicati nei verbali dello stesso pentito, poi, c’è già stato il processo, i fatti sono gli stessi: in questo caso si tratta dei soggetti più legati, anche parentalmente, ai Romeo-Santapaola.
Archiviazione, quindi, per una lunga lista di professionisti e uomini del business messinesi, inizialmente avvisati dalla Direzione distrettuale antimafia che, dopo il racconto del geometra, hanno cercato le prove del suo racconto su alcuni particolari, senza trovarne.
Il giudice per le indagini preliminari Fabio Pagana ha quindi accolto la richiesta dei Pm della DDA Liliana Todaro, Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, e mandato in soffitta le ipotesi di indagine e i relativi verbali di Grasso.
Scagionati da ogni sospetto quindi l’architetto Pasquale La Spina, il notaio Giuseppe Bruni, l’ing. Francesco Rando, il funzionario di banca Tommaso Micali, il finanziere Antonino Romeo, l’ex dirigente Asi di Messina Salvatore Iacuzzo, il bancario Fabrizio Vigorita, il pokerista E. N., Mirko De Falco, i fratelli Antonio e Salvatore Lipari, Giuseppe Luppino, Daniele Mancuso, Antonino Romeo cl. ’71, Daniele Romeo, Francesco Romeo, Gianluca Romeo, Vincenzo Romeo cl. ’79, Vincenzo Romeo cl. ’72.