Assemblea pubblica sul futuro dell'area fieristica. La proposta del Genio Civile

Assemblea pubblica sul futuro dell’area fieristica. La proposta del Genio Civile

Eleonora Corace

Assemblea pubblica sul futuro dell’area fieristica. La proposta del Genio Civile

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venerdì 11 Gennaio 2013 - 01:41

Si è svolta nei locali dell'ex Irrera a Mare l'assemblea cittadina indetta dal Presidente della V circoscrizione Francesco Palano Quero. Si è discusso del futuro della cittadella fieristica, ma anche del conflitto di competenze tra la Regione e l'Autorità Portuale circa le aree demaniali in cui è sita la Fiera. Intanto il Genio Civile ammonisce: "Si ridefiniscano i limiti dell'Autorità Portuale, la Regione ha competenze esclusive sul demanio".

Restituire il demanio alle competenze della Regione. Abbattere i cancelli della Fiera. Appoggio all’azione degli occupanti del Teatro in Fiera, che hanno svegliato una città dormiente. Sono questi i temi che sono stati affrontati nell’assemblea cittadina promossa dal consiglio della IV circoscrizione, capitanato dal presidente Francesco Palano Quero. Un confronto fiume quello tra istituzioni e cittadini – concluso alle nove e mezza di sera – che ha registrato fino alla fine la presenza, tra gli altri, del segretario dell’Autorità Portuale Simone Di Sarcina. Ad aprire il dibattito il presidente Quero che ha ribadito la solidarietà agli occupanti del Teatro in Fiera e la legittimità della loro azione: “Come questi ragazzi hanno occupato ora noi ci dobbiamo ri-occupare dei problemi di quest’area e dell’intera città”. Meglio andare per ordine.

Capitolo uno: il conflitto delle competenze sul territorio demaniale tra Regione e Autorità Portuale.
Allo Statuto della Regione Sicilia, che prevede la competenza esclusiva di Palermo sulla gestione delle aree demaniali si appellano gli occupanti del Teatro in Fiera, in un documento letto nel corso dell’assemblea. “Lo Statuto della regione, all`art. 32, prevede che, i beni del demanio dello Stato, comprese le acque pubbliche esistenti nella regione, sono assegnate alla stessa, eccetto quelli che interessino la difesa dello Stato o i servizi di carattere nazionale”. Ed a rivendicare il primato regionale sul demanio è anche, a sorpresa, il Genio Civile. In una nota firmata dall’ingegnere Capo Gaetano Sciacca, si legge infatti che: “Si ritiene utile che vengano attivate le iniziative, anche di carattere legislativo, finalizzate ad una ridefinizione dei limiti territoriali della circoscrizione dell’Autorità Portuale in relazione all’attività non afferente quella portuale”. In pratica il territorio demaniale è generalmente di competenza della regione, salvo per quelle aree riservate all’Autorità Portuale, un ente creato dallo Stato Italiano nel 1994 per gestire le aree inerenti ai porti e le zone limitrofe. Da qui il conflitto di competenze tra Regione e Autorità Portuale, istituzione che fa capo al Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti. A Messina l’Autorità Portuale aveva assegnata in gestione l’intero waterfront dall’Annunziata alla Zona Falcata, in seguito sono state incluse anche le zone di Tremestieri e Milazzo. Al di là del futuro specifico della cittadella fieristica, il Genio Civile solleva un vero e proprio problema di danno erariale a discapito della Regione Sicilia. Infatti “Lo sfruttamento e l’utilizzo delle aree demaniali, escluse quelle portuali, date in concessione dall’Autorità Portuale – si legge nella nota del Genio Civile – comporta l’incameramento dell’Ente e quindi del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti degli oneri concessori, che in alcuni casi data la notevole estensione territoriale delle concessioni assentite raggiunge, presumibilmente, importi finanziari cospicui che di fatto non vengono incassati dalla Regione Sicilia.” Da qui l’esigenza, già accennata, di ridimensionare una volta per tutte le aree di competenza dell’Autorità Portuale, limitandole a quelle prettamente portuali. Per fare un esempio, oltre il danno erariale alle casse della Regione, di cattiva gestione e sfruttamento delle aree paesagisticamente encomiabili che rientrano nella gestione dell’Autorità Portuale, Sciacca accenna duramente alla situazione di Milazzo. Scrive, infatti: “Peraltro in alcuni casi, soprattutto relativamente al territorio del Milazzese la collettività soggiace ai danni di natura ambientale scaturiti dall’attività prettamente privatistica esercitata nel Demanio Marittimo Regionale”.

Capitolo due: meno privati, più democrazia.
Dall’articolo 32 dello statuto siciliano all’articolo 42 della costituzione italiana, che parla di limitazione della proprietà privata. Lo ricorda il docente Antonio Mantineo, presidente Cesv, che aggiunge: “Niente progetti precotti a cui dire si o no”. Mantineo si riferisce ai lavori della Commissione dell’autorità portuale che ha scelto con una gara d’appalto il progetto dei professori Mannino e Marino. Il piano dell’opera – illustrata dallo stesso architetto Mannino durante l’assemblea – prevede la parziale demolizione e poi ricostruzione di alcune parti del padiglione che ospita il Teatro, per un costo stimato provvisoriamente all’epoca di 3,400,000 euro. Duro l’intervento dell’Ordine degli Architetti che ha affermato, laconico, “i cancelli del quartiere fieristico devono essere aperti”. E di impossibilità di fare diventare privato un bene che è originariamente pubblico ha parlato anche l’onorevole Garofalo. Mentre Simone di Sarcina, segretario dell’Autorità Portuale, fa notare che: “il privato va dominato e calibrato ma può mettere ciò che il pubblico non ha: le risorse”,Marco Letizia, attivista del Teatro Pinelli, mette in rilievo il pericolo che corre il quartiere fieristico citando Marx. Nell’opera “L’accumulazione originaria” – spiega – si parla proprio di terreni pubblici, che vengono dati in gestione ai privati “per farli fruttare come aziende”. Come dire che poco importa se non si può vendere l’area ai privati, essendo parte del demanio, se il risultato della gestione privatistica è lo stesso.

Capitolo tre:un “gesto pedagogico” per la città. Così il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Previti, durante il suo intervento nell’assemblea cittadina, circa la riapertura del Teatro in Fiera, detto ormai Pinelli, da parte di un gruppo di attivisti al termine della manifestazione antifascista del 15 dicembre scorso. “Mi auguro una contaminazione per il resto della città dove il cittadino è spesso stato vittima e anche carnefice di se stesso. Ringrazio queste persone,compreso mio figlio che occupa, per tutto questo”, ha continuato Previti. E il plauso per gli attivisti del Pinelli è trasversale. Da Francesco Quero a Simone Di Sarcina – “Stasera avete vinto! Siete stati abili, io pubblicamente vi chiedo scusa rispetto ai dubbi sollevati all’inizio” ha dichiarato il segretario dell’autorità portuale – nessuno mette in dubbio il valore dell’iniziativa che ha riportato in vita dopo diciassette anni il Teatro in Fiera. Avendo l’ambizione di far rinascere così l’intero quartiere fieristico e di seguito il resto della città. Un effetto domino auspicato da molti. “Noi questi spazi gli rivogliamo!” ha ribadito il presidente del V quartiere Alessandro Russo, che ha ricordato la battaglia della sua circoscrizione per riaprire Forte Ogliastri. L’architetto Cardullo, invece, cita Gramsci: “Se non c’erano queste persone che sollevavano il problema il pessimismo della ragione sarebbe continuato, forse in eterno. A questo hanno opposto l’ottimismo della volontà”.

Troppi gli interventi per citarli tutti. A dimostrare come l’azione degli occupanti tocchi un nervo scoperto per l’intera città. La scena finale, però, è dominata dal confronto tra il segretario dell’Autorità Portuale e gli attivisti. “Per tanti anni qui si è parlato solo di fiera, come una cappa che non permetteva di ipotizzare altro per quest’area”- ha dichiarato Di Sarcina – Ma se si vuole passare dal dibattito a fare una proposta dobbiamo riuscire a sintonizzarci perché siamo distanti. I problemi di burocrazia non possono essere trascurati. Stabiliamo un tempo, voi proponete una proposta e poi ne discutiamo. Vi invito a ragionare in una logica di collaborazione”. Qualcuno tra i presenti ironizza che prerogativa di qualsiasi confronto è che una delle parti coinvolte non denunci l’altra, ma la risposta vera e propria verrà discussa, come sempre, in assemblea.
(Eleonora Corace)

4 commenti

  1. quindi il sig quero ecc appoggiano chi al di la dell’idea condivisibile o meno,viola le regole’? bene
    complimenti anche al sig previti, fiero di cotanto figlio.Conmsiglio di occupare anche tutto quanto le istituzioni non sanno gestire, BBCC,e vari locali abbandonati.

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  2. Napoleone, da Sant’Elena l’Europa si vede sbiadita. Le cose per te sono sempre le stesse e non potrebbero mai cambiare se non nel sogno di un potere antico autocrate e imbecille come quello che un tempo hai combattuto. Ma verrà la Morte e avrà gli occhi di un futuro dove sarai ricordato principalmente perché un ottimo modello per il pennello divino di Monsieur David, mentre la tua bassa statura sarà per sempre il marchio di fabbrica degli uomini arroganti che non si sono mai arresa alla complessa realtà dell’essere umili umani.

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  3. la città è allo sbando e questi perdono tempo…

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  4. e’ chiario che leggendo gli articoli possa sembrare che tutti tra poco daranno persino un premio agli occupanti, che nel frattempo si sono resi colpevoli di un bel po’ di reati.
    ma due cose le devo precisare:
    il merito di quei ragazzi e’ diavere “costretto” la citta’ ad un risveglio, certo c’e’ da considerare che cio’ avviene in piena campagna elettorale.
    detto questo , una volta che hanno ottenuto questa vittoria, devono smettere di occupare , e rientrare nella legalita’, che e’ il miglior sistema per non perdere cio’ che di positivo hanno ottenuto, e di cui comunque dovranno pagarne il rpezzo.
    e secondo, il presidente ha dato si’ appoggio alla protesta, ma ne ha contestato in maniera ferma il metodo.
    da dire inoltre la capacita’ dell’Autorita’ Portuale di recepire istanze e la volonta’ di volerle trsformare in proposte serie e fattibili.
    ma qui i ragazzi sembrano intransigenti, finendo , a mio parere, per buttare tutto .
    e sarebbe un peccato non perdonabile.

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