"Non più pubblica". L'ex assessore Ialacqua lancia "l'allarme privatizzazioni" e invita il Comune di Messina a incalzare il presidente Schifani
MESSINA – “Nonostante la vittoria del referendum, 26 milioni per il sì alcuni anni fa, l’invito a mantenere pubblica la risorsa idrica non è stato applicato dalla nostra Regione a statuto speciale. E la spinta alla privatizzazione dell’acqua sta procedendo. Il collegio dei sindaci della Città metropolitana si è opposto a questa tendenza. E noi chiediamo che si continui su questa strada d’opposizione, bloccando la privatizzazione. L’acqua privata va contro i principi della Costituzione e farà aumentare enormemente il costo delle bollette”. Questa in sintesi la posizione del comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!”, espressa anche nel sit-in a Messina del 10 maggio.
Sull’argomento interviene l’ex assessore Daniele Ialacqua, in qualità di componente dello stesso comitato.
La procedura di privatizzazione del servizio idrico di Messina e provincia continua
Mentre la città era concentrata sulla questione acqua non potabile, la procedura verso la privatizzazione del servizio idrico di Messina e provincia continuava, tant’è che il 28 aprile scorso veniva pubblicato sul sito dell’Ati Messina un avviso. Un avviso di “consultazione preliminare di mercato propedeutica all’eventuale esperimento di una procedura di gara per la selezione del socio privato operativo della costituenda società Messinacque S.p.A”. Il tutto per rendere in pratica più appetibile il prossimo bando (due sono già andati deserti), in modo da individuare il socio privato della nuova società mista Messinacque spa a cui affidare la gestione trentennale di tutto il servizio idrico integrato della provincia.
Come la vicenda acqua non potabile, la procedura della privatizzazione è sotto gli occhi di tutti ma nessuno interviene per contrastarla. Vero è che in questi anni una decina di Comuni, tra cui Messina, hanno fatto ricorso al Tar, contestando la nomina del commissario e la sua scelta della gestione mista pubblico/privato. Ma dopo la soccombenza dei Comuni al Tar nulla si è più mosso, consentendo alla commissaria nominata da Schifani di proseguire per la sua strada che non è quella dei Comuni del messinese.
Imposta l’opzione società mista anche se i Comuni del Messinesae vogliono una gestione dell’acqua pubblica
Dopo anni di lotta, infatti, iniziata nel 2006 con la nascita del Forum dei movimenti dell’acqua pubblica, numerosi enti locali siciliani si sono affiancati alla lotta per l’acqua pubblica, culminata con i referendum del 2011 e il varo della legge regionale del 2015. E i Comuni del Messinese hanno sposato la causa della gestione dell’acqua pubblica, con varie deliberazioni dell’Ati messinese, ultima delle quali nel dicembre del 2022.
Nonostante questo chiaro indirizzo dei Comuni messinesi, la commissaria nominata nel gennaio del 2023 dalla Regione siciliana ha imposto l’opzione società mista costringendo tutti i Comuni ad approvare gli atti della costituenda Messinacque spa e pubblicando il bando per l’individuazione del socio privato.
I due successivi bandi pubblicati dalla commissaria sono andati come detto deserti. Da qui la decisione dell’avviso per chiedere agli operatori economici come rendere più “appetibile” l’appalto.
Che fosse già abbastanza appetibile non c’è in realtà dubbio, visto che il valore dell’appalto è di oltre 3 miliardi di euro di ricavi per 30 anni. Ma nonostante questo, nessuno si è presentato ai due bandi, da qui il timore che il nuovo bando, con le dovute modifiche, possa andare in porto ed esautorare di fatto i Comuni dalla gestione della propria acqua.
Il Comune di Messina deve incalzare il presidente della Regione
Per questo, sollecitiamo i Comuni della provincia e in primo luogo il Comune di Messina ad attivarsi ed intervenire in maniera politicamente energica sul presidente della Regione siciliana per interrompere il processo di privatizzazione che travolgerebbe anche l’Amam.
La privatizzazione dell’acqua siciliana c’è già, del resto, da tempo con Siciliacque spa, un tempo controllata da Veolia e ora da Italgas, e in vari Ato siciliani come a Caltanissetta, Enna, Siracusa. E c’è stato il recente annuncio dell’ad di Webuild Salini, che prometteva di potere risolvere il problema dell’acqua in Sicilia in un paio d’anni, prospettando costosi ed energivori dissalatori (la Regione ha rifiutato la proposta, n.d.r.).
Occorre riutilizzare l’acqua depurata dei depuratori e ripubblicizzare la gestione dei servizi idrici siciliani
Ma il problema in Sicilia non è tanto la mancanza d’acqua ma lo stato malandato degli invasi e della rete idrica con oltre il 50% di perdite dell’acqua distribuita. Per questo non servono dissalatori, che producono tra l’altro residui speciali da smaltire, ma investimenti nella rete acquedottistica e sugli invasi, con una politica dell’acqua che attui quello che come comitato abbiamo definito delle 4 R: Ridurre le perdite della rete, Risparmiare nei settori produttivi e civili, riutilizzare l’acqua depurata dei depuratori, ripubblicizzare la gestione dei servizi idrici siciliani, mantenendola in mano a società consortili pubbliche.
La lotta per l’acqua potabile, h24 e pubblica, s’intreccia inevitabilmente con quella no ponte, visto che la Stretto di Messina spa dichiara che per i cantieri del ponte serviranno fino a 5 milioni di litri d’acqua al giorno. Ma che non verrebbero dall’acqua destinata ai messinesi ma da alcuni pozzi sulla jonica. Basta però guardare le carte per capire che i pozzi di cui si parla sono quelli previsti nel Piano d’ambito dell’Ati messinese per integrare le risorse idriche di Messina e di altri Comuni della riviera jonica e tirrenica.
Insomma, giù le mani dall’acqua di Messina, la lotta continua.
Daniele Ialacqua (comitato Vogliamo l’acqua dal rubinetto)

Viste tutte le angherie a cui siamo sottoposti, io proporrei il distacco amministrativo della provincia di Messina dalla Sicilia e chiederei l’annessione alla RUSSIA ! Loro ci accoglierebbero sicuramente, abbiamo già un rapporto di fratellanza risalente al terremoto del 908 !
Cosi mettiamo i dazi a tutti quelli che vogliono passare da qui, e vediamo se i politici palermitani (Schifani) e politici catanesi la smettono di depauperare la provincia di Messina. Voi direte ma la colpa è della classe politica messinese che si fa usurpare: per questo ci rivolgiamo a Putin !