I messinesi nella Giunta Schifani, il ricorso di Genovese e il de profundis della politica

I messinesi nella Giunta Schifani, il ricorso di Genovese e il de profundis della politica

Marco Olivieri

I messinesi nella Giunta Schifani, il ricorso di Genovese e il de profundis della politica

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mercoledì 12 Ottobre 2022 - 10:01

Ecco i temi che terranno banco nei prossimi giorni

Da Bernardette Grasso a Elvira Amata, non manca chi tra i messinesi punta a un posto nella Giunta Schifani. Ha dichiarato l’onorevole Amata a Tempostretto: “Certo che speriamo in un assessorato per Fratelli d’Italia e per Messina. Una città che ha necessità di essere considerata più di quanto lo è stata in passato”. Nel frattempo, gli equilibri del centrodestra vengono scompaginati, in area Popolari e Autonomisti, dall’annuncio della mancata elezione di Luigi Genovese. Dato che, in base alle verifiche della magistratura, si gioca tutto sul filo di una trentina di voti non mancherà, da parte del giovane politico, la richiesta di un riconteggio dei voti.

Rimane il significato politico: la sensazione che qualcosa di storico sia avvenuto in città. La certificazione che i vecchi schemi siano saltati e che non si possa analizzare la realtà senza considerare il cambio negli assetti di potere. L’arretramento delle coalizioni tradizionali è antico. Sin dalla Giunta Accorinti e poi dal successo nelle politiche del Movimento Cinquestelle, è emersa una progressiva disaffezione degli elettori nei confronti di centrodestra, dominatore del territorio, e centrosinistra.

ll leader di Sicilia Vera ha scompaginato gli assetti e, dal 2018, ha terremotato il quadro politico. La protesta e la vena popolare, potenziata dal presenzialismo social ma anche dai comizi, combinate con le competenze amministrative, hanno favorito la sua affermazione, ora clamorosa. Organizzazione e strategia hanno fatto il resto in un vuoto di potere sempre più evidente.

Così la vittoria di Cateno De Luca e di “Sud chiama Nord” segna il de profundis per la politica tradizionale. Osserva un nostro lettore: “Questa è la reazione di una città dove centrodestra e centrosinistra hanno fatto nel corso degli anni i loro comodi, portando la città a uno sfascio totale. La rivolta elettorale era già iniziata con Accorinti che si è dimostrato non all’altezza, proseguendo con De Luca. Onestamente non se ne poteva più di centrodestra e centrosinistra che non hanno mai risolto alcun problema, portando la città a non contare nulla in ambito regionale e nazionale”.

Gli otto parlamentari all’Ars e i due al Parlamento

Con gli otto parlamentari all’Ars, in due gruppi, e il possibile inserimento del deputato Gallo e della senatrice Musolino in un gruppo che non sia il misto, comincia la nuova fase delle strategie di De Luca a livello nazionale e regionale. “Stiamo interloquendo con altre realtà che hanno una rappresentanza alla Camera e al Senato – ha anticipato il leader di “Sud chiama Nord” a Tempostretto – per non rimanere nell’anonimato del gruppo misto. Si tratta di un lavoro delicato che vedremo di completare nei prossimi giorni con una missione romana che mi vedrà personalmente protagonista”. Si comincia con una conferenza stampa oggi alla Camera dei deputati.

Un centrodestra messinese che non sfrutta l’onda lunga di Meloni e Schifani

La coalizione di centrodestra arretra nel territorio provinciale messinese e in città rispetto allo schieramento di De Luca. Le ambizioni regionali e nazionali della deputazione messinese potrebbero essere frustrate dai risultati qui minori rispetto agli altri territori? Una coalizione priva dell’effetto Meloni, vincente nel resto del Paese, e che stenta a trovare un proprio ruolo nel momento della crisi dei partiti.

Come già evidenziato, Grasso (nella foto) e Amata, rispettivamente ai vertici provinciali di Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma anche lo stesso Genovese, che comunque ha ottenuto più di novemila voti, possono ambire a entrare nel governo regionale. Senza dimenticare Pino Galluzzo, il più votato in Fratelli d’Italia e che è stato riconfermato. Inoltre, in caso di successiva rinuncia al seggio da parte della coordinatrice provinciale di Fi Bernardette Grasso, ritornerebbe all’Ars il segretario regionale di Sicilia Futura, alleato con Forza Italia, Beppe Picciolo.

In ambito nazionale si aprirà un’altra partita una volta che l’esecutivo di centrodestra si sarà formato e avrà ottenuto la fiducia delle Camere. A quel punto, Tommaso Calderone e Matilde Siracusano (Forza Italia), o Ella Bucalo (Fratelli d’Italia), solo per fare degli esempi, potrebbero avere un ruolo nei vari assetti, nella composizione di ministri e sottosegretari.

Dal centrodestra al centrosinistra. Continua intanto il silenzio assordante del Partito democratico messinese. Un Pd che sembra assorbire qualsiasi cambiamento senza dar vita, in città, ad alcuna elaborazione pubblica della sconfitta. Tutto tace e solo l’ormai ex vicesegretaria provinciale Laura Giuffrida ha spezzato il muro del silenzio. Ma anche dopo queste dimissioni, continua l’afasia di un partito in cerca di un’identità e di un rinnovato respiro progettuale da affidare a un congresso nazionale nei prossimi mesi.

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2 commenti

  1. Scusate, avete sentito parlare di un tale Galluzzo (9000 voti)? Dicono sia lui il leader di fdi non Amata eletta grazie al listino

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  2. Non è la prima volta che Elvira Amata gode di privilegi che spetterebbero ad altri. Ma queste “furbizie” sono ben viste in politica, passare da un partito all’altro, essere eletti in una coalizione e passare in un’altra sono segni di sagacia e non di questione morale. Già ma di quella si preoccupava Berlinguer……..

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