Il baratto amministrativo naufraga e De Luca ammette in aula gli errori

Il baratto amministrativo naufraga e De Luca ammette in aula gli errori

Francesca Stornante

Il baratto amministrativo naufraga e De Luca ammette in aula gli errori

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martedì 17 Settembre 2019 - 08:00

Il sindaco si è trovato costretto a ritirate la delibera, basato su una norma ormai superata e dunque totalmente sbagliata

Alla fine era tutto sbagliato. Errori pacchiani, umilianti. Con queste parole il sindaco Cateno De Luca ha riconosciuto in aula il pasticcio amministrativo della delibera sul baratto amministrativo. Un provvedimento importante per questa amministrazione, che però aveva basato tutto su una legge sbagliata perché ormai abrogata.

Il consiglio l’aveva addirittura esaminata e poi bocciata, ma senza accorgersi degli errori.

Ad accendere i riflettori durante i mesi estivi era stata la Rete per il partenariato sociale. Avevano esaminato la delibera ponendo l’accento proprio su quegli errori riconosciuti adesso dal sindaco.

Poi la scorsa settimana a sollevare il caso in commissione Bilancio ci ha pensato la consigliera 5Stelle Cristina Cannistrà. La commissione l’ha seguita e ha chiesto la presenza in aula di De Luca per avere spiegazioni.

Delibera ritirata

Così De Luca si è presentato in commissione e ha ammesso che in effetti l’impalcatura della delibera con cui si voleva introdurre il baratto amministrativo era totalmente errata. E l’ha ritirata per confezione un nuovo atto che rispetti la normativa vigente.

Di fronte a quello che avevano detto a chiare lettere, adesso i membri della Rete per il partenariato sociale tornano a chiedere di essere ascoltati dal consiglio o dalla commissione per chiarire che gli intendimenti dell’amministrazione sono estranei alla legge, la quale promuove non uno “sconto sulle tasse”, ma il “partenariato sociale”.

Non limitarsi agli sconti sulle tasse

«Si tratta dell’incentivazione della partecipazione dei cittadini, con progetti che, nascendo dal basso, trovino spazio nella programmazione del bilancio comunale. L’idea di istituire una sorta di “lavori forzati” per i cittadini in difficoltà su progetti definiti dal Comune, l’ipotesi che i cittadini con ISEE troppo basso costituiscano un “esercito di lavoratori di riserva” non c’entra niente con la legge, che vuole invece stimolare la responsabilità civica, favorire la progettualità “dal basso”, sostenere la partecipazione attiva».

Come può funzionare il “partenariato sociale”? Lo spiega ancora la Rete: il rimboschimento dei colli e l’alberatura della città (lanciate dalla rete “Piantiamola!” il 7 settembre) sono un possibile esempio. Il Comune prevede nel suo bilancio il costo dell’alberatura delle aiuole vuote in città, stanziando appositi fondi. I cittadini e le associazioni interessate presentano un progetto autogestito (l’acquisto degli alberelli in vivaio e la loro piantumazione). Il Comune, tramite il “partenariato sociale”, sgrava ai cittadini impegnati l’equivalente della spesa sostenuta per i prodotti impiantati e risparmia le spese preventivate.

Ovviamente (questo lo pretende la Corte dei Conti), non può aversi una riduzione di introiti superiore al risparmio del Comune. Se i cittadini spendono 100 per gli alberi, lo sgravio fiscale di 100 (corrispondente al costo degli alberi) sarà possibile solo se il Comune, affidando il progetto ai cittadini, avrà risparmiato in bilancio almeno 100. Con una riduzione fiscale superiore al risparmio sulle spese (es: 100 in meno di gettito e 80 di risparmio), le minori entrate non sarebbero compensate e si aprirebbe un “buco” (pari a 20) nel bilancio comunale».

Di tutto questo, nessuna traccia nella proposta di regolamento, che è sganciato dalla legge e che ne tradisce anche lo spirito e non ne considera in maniera adeguata le modalità applicative. La “Rete per la promozione del partenariato sociale” ha chiesto, costruttivamente e secondo Statuto, di discutere coi rappresentanti dei cittadini, proponendo modalità regolamentari adeguate e coerenti con la legge vigente.

Contro il consiglio comunale

«In maniera incomprensibile il Presidente del Consiglio non ha convocato i cittadini e le associazioni nelle sedi opportune e non ha risposto alla nota inviata in riscontro alla sua evasiva comunicazione. E’ nostra intenzione far valere gli istituti di partecipazione del Comune di Messina e che l’assenza di una risposta favorevole da parte delle istituzioni Consiliari è una grave violazione dello Statuo Comunale. Data la riconosciuta correttezza degli argomenti segnalati, la “Rete” attende dunque una immediata convocazione da parte del Presidente del Consiglio e chiede a tutti i Consiglieri di sostenere questa proposta.

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2 commenti

  1. De Luca vale molto meno di quanto molti credano. Delibera fondata su legge abrogata. Roba da fumetto satirico.

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  2. E ni cumminasti n’ autra di toi !

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