Messina. Il celebre cornista Schneider ospite al Palacultura

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giovanni francio

Messina. Il celebre cornista Schneider ospite al Palacultura

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martedì 18 Febbraio 2020 - 07:00

Grazie alla continua e fruttuosa collaborazione tra la Filarmonica Laudamo ed il Conservatorio Corelli, ogni anno assistiamo alla performance di un solista di grande prestigio internazionale, che si esibisce con l’Orchestra sinfonica del Conservatorio Corelli, composta da allievi ed integrata da docenti del Conservatorio messinese. In questi anni abbiamo avuto l’occasione di ammirare Campanella (pianoforte), Milenkovich (violino), Palermo (clarinetto), splendidi solisti che hanno tra l’altro contribuito a far crescere professionalmente i giovani musicisti del Conservatorio. Quest’anno è stata la volta del celebre cornista Bruno Schneider, di scena al Palacultura, domenica scorsa, per la consueta direzione d’orchestra del maestro Bruno Cinquegrani. Il concerto è iniziato con l’esecuzione, da parte della sola Orchestra, dell’”Idillio di Sigfrido”, il brano sinfonico che Richard Wagner compose in occasione della nascita del figlio – chiamato Siegfried – basato su temi tratti da “Sigfrido” la terza opera del ciclo “L’anello del Nibelungo”. Il pezzo è costruito prevalentemente intorno al celebre tema dell’amore fra Sigfrido e Brunilde, che appare nel terzo atto dell’opera, ma si riscontrano anche altri temi celebri di “Sigfrido”, come quello del sonno o del canto dell’uccello nel bosco. È entrato poi in scena il cornista Bruno Schneider, per eseguire il Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore Op. 11 per corno e orchestra di Richard Strauss, nei movimenti Allegro, Andante, Allegro. Costituisce il primo dei due concerti che Strauss dedicò a questo strumento – l’altro, il n. 2, lo compose parecchi anni dopo – un’opera giovanile eseguita di rado, come d’altronde il secondo, a differenza del suo ben più celebre Concerto per oboe. Strauss da giovane subì inevitabilmente l’influenza del padre Franz, all’epoca uno dei più importanti virtuosi di questo strumento (il corno).

Il concerto è caratterizzato da temi amabili, ove il solista la fa da padrone, limitandosi l’orchestra ad un discreto accompagnamento. Notevole l’Allegro finale, un Rondò che presenta i temi del primo movimento, in una interessante forma ciclica. Schneider ha interpretato mirabilmente il concerto di Strauss, eseguito tutto a memoria e facendo sfoggio di notevole virtuosismo, soprattutto nell’ultimo movimento, ma anche di grande versatilità, nell’alternare momenti briosi, propri dei concerti da caccia, ad altri teneri e malinconici, che talora solo questo strumento può offrire (si pensi alla famosa “Romanza” del Concerto n. 3 di Mozart) in particolare nell’Andante. L’orchestra ha svolto diligentemente il suo compito, ed i suoi giovani componenti avranno fatto tesoro di questa esperienza di suonare al seguito di un solista di tale rilevanza. La seconda parte del concerto è stata dedicata interamente all’esecuzione, da parte della sola Orchestra del Corelli, della “Suite” dal balletto “Il Lago dei cigni”, il famosissimo capolavoro di Petr Ilic Cajkovskij, una raccolta – non da lui realizzata a differenza della Suite dallo Schiaccianoci – che comprende brani fra i più celebri del Balletto, ed in particolare: 1) la famosissima “Scene” del primo atto, 2) l’elegantissimo Valzer iniziale, 3) la celebre Danza dei piccoli cigni, 4) la “Scene” del duetto Odette – Sigfrido, 5) la vivace Danza Ungherese e 6) la splendida e drammatica “Scene” che prelude al finale del Balletto. Più che soddisfacente l’interpretazione della Suite, grazie anche all’elegante e raffinata direzione di Bruno Cinquegrani, particolarmente efficace nel Valzer. Buona anche la prova dei solisti (arpa, violino e violoncello) in occasione del brano n. 4 “Scene”, prova ampiamente superata. La riproposizione di un frammento della “Danza ungherese”, il brano n. 5 della Suite, bis concesso dalla compagine orchestrale, ha concluso brillantemente il concerto.

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