Il coronavirus ferma S. Filippo davanti alla porta, a Limina festa tra ricordi e lacrime

Il coronavirus ferma S. Filippo davanti alla porta, a Limina festa tra ricordi e lacrime

Carmelo Caspanello

Il coronavirus ferma S. Filippo davanti alla porta, a Limina festa tra ricordi e lacrime

sabato 09 Maggio 2020 - 16:13

Il suono delle campane e l'inno svegliano all'alba il paese nel giorno del "fermento". Stop alla tradizione discesa a Murazzo e alle ballate. Ma la fede resta più viva che mai

Limina è S. Filippo. “L’Amato Santo” è l’emblema dei liminesi. Quelli che vivono in paese, nel cuore della Valle d’Agrò e quanti (e sono tanti) sono emigrati. Per un anno intero si aspetta la sua festa, impregnata di tradizione e fede. La “trasferta” o Murazzo, l’Ottava e la solenne processione del 12. Il simulacro che “balla” lungo le vie del paese accompagnato dal suono della banda musicale, a ricordare che Filippo andava di corsa per scacciare e vincere il demonio. Il coronavirus ha fermato tutto. Ma non i sentimenti dei liminesi. Quelli di Limina e quelli sparsi nel mondo. Anche per S. Filippo, quella di oggi è stata una festa in… quarantena.

Di buon mattino la chiesa da dove sarebbe partito alla volta di contrada Murazzo, diversi chilometri a valle, si sono aperte. Ma il simulacro si è fermato alla porta. Al suo fianco il parroco, don Paolino Malambo. Il suono delle campane accompagna questo momento toccante. Immagini che grazie ai social hanno fatto il giro del pianeta in pochi minuti. L’inno si trasforma in un canto struggente. Nell’arco della giornata sono state garantite le misure di sicurezza. Un saluto al Santo da lontano. Preghiera individuale. “E niente – commenta Domenico – se non sei potuto uscire neanche tu caro S. Filippo, veniamo noi a cercarti…”. Anche con il solo pensiero.

Immagini e ricordi scorrono sui social

C’è amarezza, tristezza. “Intanto – conclude il fedele – mestamente e in silenzio ti cerchiamo nei ricordi più belli”. Ricordi che scorrono anche su facebook. Immagini sbiadite di feste lontane. Di “liminoti” che non ci sono più, di bambini diventati ormai adulti. Ricordi e lacrime. Le funzioni, processioni escluse, si svolgono… regolarmente. Regolarmente a porte chiuse. E in diretta facebook. Nel segno della “gratitudine – dice il parroco – per il dono della salute”. Nel paese si sente che oggi si respira un’aria speciale. Quella di una festa al tempo del coronavirus. Carmelo Caspanello

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