Cultura

Il crocifisso restaurato. Il volto di Cristo svelato dopo l’inaugurazione a Sant’Antonio

MESSINA – Il volto svelato di Cristo dopo il restauro. Secondo l’archivio dell’Istituto antoniano, il crocifisso ligneo ora nella basilica di Sant’Antonio sarebbe emerso dalle macerie del vicino tempio della Maddalena grazie a Sant’Annibale Maria di Francia. Il tutto all’indomani dal sisma del 1908 che rase al suolo la città. Si tratta di un crocifisso della fine del ‘400.

Sottolinea Daniela Ursino, direttrice artistica della manifestazione che si è svolta sabato 18 marzo, dopo il restauro di Fedra Sciacca: “Il crocifisso ligneo è un’opera unica nel contesto della scultura rinascimentale siciliana e oggi, Padre Giorgio Nalin e padre Mario Magro hanno avuto il piacere, dopo l’intervento scrupoloso di restauro, di restituirla al culto dei fedeli, alla fruizione dei cittadini, all’attenzione degli studiosi e alla curiosità dei turisti che potranno venire ad ammirare un bene storico – artistico di cui è stata finalmente svelata la bellezza”. Un restauro seguito dalla direzione tecnica della Soprintendenza per i beni culturali di Messina, con la soprintendente Mirella Vinci, e dalla storica dell’arte Stefania Lanuzza. L’iniziativa è stata presentata dalla giornalista Daniela Cacciola ed è stata curata da D’Arteventi.

La testimonianza di una detenuta

La giovanissima violinista Laura Campagna ha fatto da sfondo alle parole di S. Annibale Maria di Francia che sono state recitate da alcuni detenuti. Gli attori della “Libera Compagnia del Teatro per sognare”, creata nella Casa Circondariale di Messina nel 2017: Lorenzo, Emanuele, Salvatore e Precius.

Da parte sua, Daniela Ursino sottolinea la sua felicità per questo momento inaugurale così importante per la città di Messina, un evento nel quale ha voluto far dialogare diverse forme d’arte e con la presenza della Libera Compagnia ha voluto dare una testimonianza forte. “Una testimonianza forte che passando attraverso le parole di S Annibale Maria di Francia è arrivata al pubblico diretta con le parole di Precius“, afferma la direttrice artistica. E aggiunge: “Parole che hanno evidenziato un percorso carcerario salvifico che le ha fatto capire gli errori commessi e che abbracciare la cultura attraverso il teatro, come crescita del pensiero, ha portato lei e i suoi compagni alla volontà di cambiamento e riscatto. E oggi al desiderio di potere essere un esempio per chi come loro si trova oggi in una situazione di difficoltà. Precius, con la sua testimonianza, ci ha regalato la testimonianza di un percorso di riscatto cominciato con il teatro”.

Gli applausi del pubblico alla Libera Compagnia hanno accolto anche l’arrivo della soprano Chiara Taigi, che ha intonato l’Ave Verum di Mozart, il Pie Jesus di Gabriel Faurè e l’Ave Maria di Gounod, e l’esibizione del coro “Note colorate”, diretto dal maestro Giovanni Mundo. A chiudere l’evento la benedizione, fatta da padre Nalin e padre Magro, e lo svelamento del crocifisso.