Il Messina calcistico per un pomeriggio ha dimenticato la categoria e le questioni extra campo. Da questo si dovrà ripartire, martedì si conoscerà il futuro
MESSINA – Bastava poco, si potrebbe pensare, per riaccendere la miccia in una piazza che vive e respira calcio. Quel poco comunque nasconde dietro un grande lavoro, innanzitutto di chi ha in pochissimo tempo costruito la squadra, il direttore sportivo Martello, e chi gli ha dato una forma e un’identità in campo, il mister Romano. I due giustamente sono venuti insieme ieri in conferenza stampa a prendersi i meriti. Va menzionato anche Giuseppe Peditto, ex direttore generale solo per qualche settimana, che in una fase in cui Aad Invest e Sciotto se ne lavavano le mani si è adoperato per mantenere la continuità sportiva, mettendoci anche la faccia per difendere i giovanissimi che erano andati incontro alla disfatta in Coppa Italia contro la Vigor Lamezia.
Il resto, e ribadiamo non è poco, lo hanno fatto gli altri ragazzi in campo (proprio ragazzi vista l’età media del gruppo di 22.9 anni) che sudando la maglia, vincendo e speriamo anche divertendosi sono arrivati a raccogliere dodici punti in sette partite azzerando quasi la penalizzazione. Ora il Messina si trova a -2, e senza quei quattordici punti, una zavorra sul groppone, il gruppo di mister Romano si troverebbe in seconda posizione in classifica a meno uno dalla capolista momentanea Savoia.
La risposta del pubblico e della città
Il derby dello Stretto, reso comunque possibile dalle sventure sportive capitate sia al Messina che alla Reggina, è stato anche propedeutico a rilanciare l’orgoglio della messinesità. I biancoscudati in casa non avevano certo impressionato, zero gol realizzati, due pareggi e una sconfitta. Nonostante ciò il pubblico ha risposto presente come non si vedeva da tempo, i dati ufficiali comunicati dalla società parlano di sold out con 5mila presenze, i club organizzati tornati ormai da settimane ad occupare i gradoni, sia in casa che seguendo la squadra in trasferta, non stanno facendo mancare il loro supporto. Non proprio un risveglio ma un soffiare sulle ceneri, opera di chi c’era prima che li aveva allontanati. La scintilla, di cui ha parlato l’ex capitano Carmine Coppola, che serviva per ritrovare un grande Messina al di là di una categoria che sta sicuramente stretta.

La risposta poi della città è arrivata sia perché i club organizzati non arriverebbero a cinquemila unità ma anche dagli sponsor che si stanno ora finalmente schierando al fianco del Messina, più tutte le realtà che in qualche modo provano a far sentire la loro vicinanza in modo più o meno concreto. Indubbiamente i “messinesi veri”, Barbera e Faranda, omaggiati ieri dalla Curva Sud hanno svolto un ruolo importante nel permettere l’esercizio provvisorio e probabilmente non si tireranno indietro adesso.
Si respira certamente un clima diverso ora intorno alla squadra, ma non è certo finita qui. I biancoscudati al momento si allena al “Sorbello Stadium” di Bisconte a Camaro e a trovare un po’ il pelo nell’uovo bisogna chiedere al Comune di Messina cosa intende fare. Non nella misura in cui deve permettere alla squadra di allenarsi al “Franco Scoglio” o magari far tornare la società al “Giovanni Celeste” sua casa naturale, il Comune dovrebbe dire una parola certa riguardo l’eventuale arrivo di investitori da fuori e se questi avrebbero la possibilità di prendersi in gestione l’impianto o comunque avere la possibilità di investire anche in altro. Una domanda inevasa, rimandando la risposta certa, quando a Palazzo Zanca la curatrice avvocata Maria Di Renzo ha presentato i piani per il futuro immediato della società in fallimento, una risposta che non si potrà più rinviare se si vogliono attrarre investimenti veri sulla squadra e a cascata sulla città.
Il lato sportivo. Roseti: “Gioia indescrivibile”
Tornando per un momento all’aspetto sportivo queste le parole del giovane attaccante del Messina a caldo dopo il triplice fischio: “Avevo detto dopo l’errore di due giornate fa che mi sarei rifatto nella partita più importante davanti ai nostri tifosi, l’ho fatto e abbiamo regalato una grande gioia a tutti i nostri tifosi. È il mio primo gol in Serie D e farlo in questa maniera, alla Reggina, davanti a cinquemila spettatori non si può descrivere, una gioia troppo grande. Oggi in campo abbiamo messo più cuore, più cattiveria, quello che ci chiede il mister e noi l’abbiamo fatto alla grande. Sono contento della mia prestazione e si aggiunge il gol che per un attaccante è la cosa più importante, ma sono contento per la squadra, abbiamo dato il massimo tutti”.

Il lavoro di Romano si vede. Il Messina è una squadra solida, il 3-5-2 tiene ed esalta più la fase difensiva che quella offensiva, in un attacco comunque contato e che va certamente rinforzato, ma oltre al mercato chiuso nell’esercizio provvisorio è impensabile spendere nuovi danari. Tre vittorie, tre pareggi e una sconfitta, negli ultimi anni il bilancio dei biancoscudati non era stato così positivo, va ammesso però che questo girone I si sta rivelando non molto competitivo, anche guardando ai numeri però ad esempio della differenza reti il dato è positivo +2 (otto realizzate e sei subite, di cui tre rigori) con clean sheet arrivati in tre partite e tutte in casa.
Il futuro del Messina passa dalla giornata di martedì
Entro mezzogiorno di oggi, lunedì 13 ottobre, c’era la possibilità di presentare offerte migliorative per l’asta. La curatrice ha registrato l’offerta di 200mila euro del Racing City Group e da questa il tribunale ha posto la base d’asta a 210mila euro perché ogni rilancio doveva essere fatto aggiungendo 10mila euro. Se non saranno arrivate altre offerte allo studio della curatrice o tramite le varie piattaforme telematiche, la società passerà nella mani di chi ha presentato la prima offerta. In caso contrario domani in tribunale si terrà l’asta fallimentare e vedremo chi, specie dopo la domenica vissuta ieri, si sarà tirato indietro e chi invece avrà scommesso su questa squadra, questa città e questo blasone. Comunque andranno le cose da domani il Messina conoscerà il suo futuro, ma ci sono certezze da cui ripartire.
Immagini in questo articolo di Franco Raffa
