Il perdono – Una cruda e inquietante profezia con potenti colti rimandi

Il perdono – Una cruda e inquietante profezia con potenti colti rimandi

Tosi Siragusa

Il perdono – Una cruda e inquietante profezia con potenti colti rimandi

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martedì 10 Maggio 2022 - 06:40

Affascinante piece in scena il 6 maggio u.s. in un Palacultura Antonello, a sorpresa davvero gremito di un pubblico attento e partecipe.

L’assurdo la fa da padrone nella mise en espace profetica, a partire dall’incredibile intenso script, riferibile all’autore messinese Mario Spinella, che ne ha assunto la paternità nel lontano 2015. Il racconto ha ricevuto encomiabile adattamento ad opera dell’artista Eugenio Papalia, che ne ha curato altresì la struggente interpretazione, a mezzo reading, e la sapiente direzione.

E, ancora, i concittadini Andrea Bernava, Federico Parrinello e Gianluca Penna, alla prima avventura di produzione del compiuto progetto di “Taomai”….una perfetta sinfonia, insomma, generata dai contributi e dalle interazioni di giovani e brillanti energie, impreziosita ancor più dal ricco soundscape di memorie sonore della messinese Federica Vita (alias Bluemarina) e dai video inediti del valente Davide Pompeiano, che hanno reso possibile una originale e immaginifica scenografia, dei visual perturbanti, che hanno naturalmente dialogato con la narrazione e i suoni elettronici e mediterranei, sovente peraltro assai ipnotici, con registrazioni ambientali e segnali svariati.

La forza della rappresentazione è rintracciabile proprio nella perfetta commistione delle immagini con le parole e i suoni, non riuscendo a concepirsi alcuno dei tre aspetti disgiunto dagli altri, ma dando vita ad un corpus unitario pur se composito.

Come non elogiare infine, pur nella confermata considerazione dell’indissolubilità delle cennate componenti, proprio la straniante epopea del milionario fuori dal tempo e da confini spaziali predefiniti, una sorta di anima dannata e in uno avvolta in un livido primigenio candore, con rimandi alla spirituale mostruosità di un Caligola di Camusiana memoria e tratti similari al superuomo Nietzscheano e al protagonista delle Memorie dal Sottosuolo Dostoevskijane.

Una malattia delle percezioni esistenziali, un vissuto interiore, irrazionale eppure scientificamente controllato, una disarmonica armonia estrema, nel tentativo disarmante di addivenire alla pace dell’anima.

Dilemmi, contorsioni, un monologo-confessione ad un prete, un morire per rinascere a nuova esistenza, non più abitata dalla Morte.

Il mostro irriconoscibile che permea di sé il narratore, altro non è che la umana sede del male, nella mise en scene portata alla luce allo stremo, fino a ricongiungersi alla purezza più assoluta.

Il racconto in prima persona di sordide azioni compiute, profondamente abiette e indegne, nel tranciante monologo culmina in un apocalittico redde rationem, che ci trascina nell’apoteosi di sofferenza e nel desiderio folle di purificazione universale del protagonista, uomo del nostro tempo, peccatore inquieto e intriso della necessità di redenzione.

Un convinto plauso, in conclusione, per questa potente opera, affabulatoria e foriera di rinascita di un essere umano novello….Attendiamo altre performance di “Taomai”, fiduciosi possano rivestire identica qualità e spessore.

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