Il "sistema sanità" di Catalfamo a Messina, quel braccio di ferro col Papardo

Il “sistema sanità” di Catalfamo a Messina, quel braccio di ferro col Papardo

Alessandra Serio

Il “sistema sanità” di Catalfamo a Messina, quel braccio di ferro col Papardo

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giovedì 06 Luglio 2023 - 08:00

Le intercettazioni a base dell'inchiesta che ha portato ai domiciliari l'ex onorevole regionale

MESSINA – “Ora questo blocca tutto (…) vabbè domani me la vedo io (…) sta finendo…diciamo che tra qualche mese torna al pronto soccorso, non rimetterà più piede al quarto piano.” “Non è che questo cretino ha capito che dietro a questa cosa ci sono delle altre persone…(…) Gli devi dire ai tuoi amici del quarto piano che domani io rimango lì fino a quando non risolvono questa questione, perché loro non capiscono che se io faccio determinate cose c’è un motivo (…) se loro vanno di settimana in settimana ci creano danno, siccome io le loro priorità le attenziono sempre, quando ci sono delle priorità loro le devono attenzionare altrimenti cambiamo sistema”.

Sono queste alcune delle frasi che l’allora onorevole regionale Antonio Catalfamo adoperava, parlando al telefono con la dirigente del Papardo Francesca Paratore, a proposito dell’iter di assunzione del consigliere del Quinto quartiere Giovanni Bucalo tra le fila della Pulitori e Affini, l’azienda che aveva appena iniziato il servizio di pulizia all’interno dell’ospedale, dopo la Pfe, la società finita al centro dell’inchiesta siciliana “Sistema sanità”.

Le telefonate risalgono a fine dicembre 2021, inizio 2022, e sono inizialmente le cimici della Gdf di Palermo a captarle, poi la “palla” passa ai colleghi del Nucleo di Messina, ai comandi del colonnello Girolamo Franchetti. Coordinati dal Pm Marco Accolla, i finanzieri estendono le intercettazioni continuando a seguire la vicenda, che si sviluppa nei primi mesi del 2022, mentre la Pulitori e Affini subentra alla Pfe. L’assunzione di Bucalo, per gli investigatori una vicenda cruciale, il deputato barcellonese la segue con una “vecchia volpe” della politica messinese, Francesco Curcio.

Conversazioni riportate, insieme ad altro dello stesso tenore, all’interno del provvedimento di arresto di entrambi perché, spiegano gli inquirenti messinesi, testimoniano le tensioni tra il politico di Barcellona e i vertici dell’azienda ospedaliera che, secondo Catalfamo e Paratore, stava bloccando l’assunzione.

Il voler condizionare a proprio favore le politiche aziendali è uno dei motivi che la Procura di Messina mette a fondamento della richiesta di arresto di Catalfamo. Richiesta che il giudice per le indagini preliminari Tiziana Leanza ha accolto perché, spiega nel provvedimento, anche se Catalfamo non ricopre più una carica politica di rilievo, lo stretto rapporto che lo lega alla Paratore, ancora in servizio, induce a pensare che potrebbe comunque continuare a tentare di “pressare” per fini politici.

Il giorno del primo confronto col giudice intanto si avvicina. E’ domani e Catalfamo, accompagnato dall’avvocato Tommaso Calderone che lo difende, potrà rendere la sua versione dei fatti, dopo quattro giorni di arresti domiciliari con divieto di comunicazione. Stessa facoltà ce l’ha Francesca Paratore, anche lei attesa per l’interrogatorio di garanzia insieme al difensore, l’avvocato Giuseppe Lo Presti.

Un commento

  1. buttate la chiave, se condannati.

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