Zona Falcata, martedì la riunione decisiva. Ma bisogna ancora trovare l’accordo

Zona Falcata, martedì la riunione decisiva. Ma bisogna ancora trovare l’accordo

Marco Ipsale

Zona Falcata, martedì la riunione decisiva. Ma bisogna ancora trovare l’accordo

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sabato 23 Gennaio 2016 - 18:18

Per la prima volta tutte le istituzioni concordi nel voler trovare in fretta una soluzione che porti all’approvazione rapida del Piano regolatore portuale, fulcro per richiedere i finanziamenti necessari alla riqualificazione della Zona Falcata. Il problema è che l’accordo tra le parti ancora non c’è. La Regione vuole trovarlo già martedì prossimo

“Sindaco mettiamoci d’accordo, ragioniamo insieme in sintonia”; “Renato poniamo un punto fermo, il contenzioso mi preoccupa e va superato”. Parole dei due assessori regionali messinesi, rispettivamente Carlo Vermiglio e Maurizio Croce, che hanno invitato il sindaco Accorinti a chiudere ogni controversia e trovare la convergenza sul piano regolatore portuale, punto di partenza per la riqualificazione della Zona Falcata. Quando sarà approvato, sarà finalmente possibile richiedere i finanziamenti necessari. Ma bisogna fare in fretta perché la riforma delle Autorità Portuali è alle porte, ogni strumento non ancora in vigore verrà azzerato ed i mesi necessari diventerebbero anni.

Ecco perché, se è giusto discutere e trovare l’intesa sul Prp, è impensabile rifare passaggi già completati, come quello in Consiglio comunale, pur se esitato tramite una firma commissariale. L’amministrazione comunale può comunque ancora dire la sua perché, una volta aperta la procedura Vas (Valutazione ambientale strategica), ultimo passaggio prima dell’approvazione definitiva, chiunque ne abbia il diritto (Comune in testa) può presentare le proprie osservazioni entro 60 giorni. Con i chiari di luna che ci sono, le osservazioni arriverebbero sicuramente, con conseguente perdita di tempo e rischio di mandare tutto all’aria. E’ dunque bene trovare l’accordo tra le parti prima di quella fase.

E dire che l’accordo sembrava già trovato con la firma del 23 aprile 2014, che poneva fine alla contesa ventennale con l’Ente Porto. Effettivamente l’Ente Porto è stato posto in liquidazione, peccato che il Comune si sia opposto all’intesa e sono trascorsi così, invano, altri due anni. La prossima udienza è prevista il 25 febbraio ma, a questo punto, l’obiettivo è quello di chiudere tutto prima. Già martedì prossimo – hanno detto l’assessore Croce e il presidente Crocetta, che per quel giorno hanno convocato un incontro a Palermo con tutte le istituzioni – mentre il sindaco Accorinti ha chiesto dieci giorni di tempo per proporre le linee guida pensate dall’amministrazione comunale, prima che l’assessore De Cola s’impegnasse a portare una prima bozza all’incontro di martedì.

Anche perché l’assessore Croce ha incalzato Accorinti: “Non ha dieci giorni di tempo. Chiedo uno sforzo a lui e al presidente De Simone per trovare subito condivisione e non solo a parole. Giovedì dobbiamo sottoscrivere l’intesa perché serve al più presto lo strumento di pianificazione. Lo vogliamo entro 60 giorni, poi noi siamo pronti ad approvarlo in altri 60 giorni e ad impegnarci per trovare i fondi che comunque potrebbero già essere a disposizione tramite la programmazione europea 2014-2020. Giovedì dovremo dare tempi certi, altrimenti tra un anno ci ritroviamo di nuovo qua a parlare senza aver fatto niente. Ricordo che il 90 % della Zona Falcata è vincolata, non si possono fare nuove cubature e il Prp rispetta questo vincolo. Il disaccordo riguarderebbe il restante 10 %, anzi meno, perché in quella parte c’è la condivisione di tutti nel mantenere la cantieristica navale”.

Anche il sindaco si augura che il Prp sia approvato velocemente ma “vogliamo che gli interventi siano molto limitati e che si pensi alla fruizione della collettività non in mezzo al cemento. Ad esempio soffriamo la mancanza di un grande parco in città, se si trova l’accordo su questo i contenziosi si sciolgono in un secondo. Ma non siamo fermi sulle nostre proposte, ne parleremo con l’Autorità Portuale e troveremo un punto d’incontro per non far perdere altro tempo”.

L’”impresa” di mettere a confronto tutte le parti è riuscita al rettore Pietro Navarra, che ha chiesto impegni e sinergie, augurandosi che l’incontro organizzato in Aula Magna sia la base per la rinascita dell’area.

Il Piano regolatore portuale – ha spiegato il presidente dell’Authority, Antonino De Simone – “non è stato fatto da me ma da un Comitato Portuale che ha al suo interno tutte le forze della città, compresa l’amministrazione comunale di quel periodo. E’ flessibile, si può modificare ma deve essere approvato per poter chiedere i finanziamenti necessari. Sono un sostenitore della zona franca ma quella non è l’area giusta, infatti meno di un mese fa l’ho riproposta per Giammoro. Dal mio insediamento abbiamo già portato a termine cinque progetti nella Zona Falcata, a partire dal rifacimento della strada”. A prescindere dalla riforma delle Authority, a giugno De Simone terminerà il suo mandato quadriennale: “L’Autorità Portuale è un ente che spende soldi per il miglioramento della città. Non capisco perché tutto quest’astio, vado via con questo rammarico”.

Il più è risoluto è il soprintendente Rocco Scimone: “Da almeno 15 anni diciamo che bisogna subito partire con le bonifiche, poi si potrà abbassare di due o tre metri la quota della Real Cittadella e farne un centro culturale, così come pensato dall’assessore Vermiglio. C’è un vincolo, non si può diversamente, ma dobbiamo fare in fretta”.

(Marco Ipsale)

8 commenti

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  5. Con un’armata di disoccupati esistenti a Messina questi “signori” si preoccupano della zona falcata ?
    Sono persone non avendo idee per i disoccupati si distraggono e ci vogliono distrarre con argomenti che in questo periodo si possono accantonare.
    Da come sono vestiti, oggi con il costo dei loro vestiti, i poveri alla mensa di Sant’Antonio avrebbero avuto 2 pasti caldi al giorno per un mese.

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  6. Con un’armata di disoccupati esistenti a Messina questi “signori” si preoccupano della zona falcata ?
    Sono persone non avendo idee per i disoccupati si distraggono e ci vogliono distrarre con argomenti che in questo periodo si possono accantonare.
    Da come sono vestiti, oggi con il costo dei loro vestiti, i poveri alla mensa di Sant’Antonio avrebbero avuto 2 pasti caldi al giorno per un mese.

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  7. Se quei signori non fossero vestiti così, e tutti gli altri che comprano sti vestiti non li comprassero, gli operai delle fabbriche tessili, i lavoranti dei negozi di abbigliamento e tutti gli addetti dell’indotto avrebbero bisogno di un pasto caldo 2 volta al giorno per un mese.. ma si possono criticare le persone da come sono vestite? ma parlate di cose serie

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  8. Se quei signori non fossero vestiti così, e tutti gli altri che comprano sti vestiti non li comprassero, gli operai delle fabbriche tessili, i lavoranti dei negozi di abbigliamento e tutti gli addetti dell’indotto avrebbero bisogno di un pasto caldo 2 volta al giorno per un mese.. ma si possono criticare le persone da come sono vestite? ma parlate di cose serie

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